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Ai funerali

Ivrea ricorda Michela Murgia e si commuove

Tanta gente ai funerali (le foto)

Ivrea ricorda Michela Murgia e si commuove
E' successo sabato scorso durante il 78° presidio per la pace organizzato dall'omonimo comitato in piazza di città. Ad un certo punto Cadigia Perini ha tirato fuori dalla tasca due fogli umidi di lacrime e si è messa a leggere. Non erano parole sue. Lo ha detto alla fine. Erano, e sono, "parole e musica" di Michela Murgia, scrittrice, drammaturga, opinionista, blogger e tante, tantissime altre cose, sopratutto una donna che amava la vita e ha lasciato questa terra sapendo di averla vissuta pienamente.
 
IL TESTO
«Trovo privo di logica celebrare la nascita della democrazia facendo mostra dell’apparato bellico, perché è la stessa cosa che fanno le dittature. Le forze armate ce l’hanno già la loro festa: è il 4 novembre. Il 2 giugno è invece la festa di tutti i cittadini e tutte le cittadine, e sarebbe bello se un Paese facesse sfilare le migliori espressioni della sua vita democratica».
«Io ho un sogno: immaginate i vostri figli che un giorno ai Fori Imperiali vi chiedano: ‘Mamma, chi sono quelli che aprono la parata?’
E voi potreste rispondere: ‘Sono gli artisti e le artiste di questo Paese, che ci ricordano che cercare la bellezza è quello che ci rende umani anche nell’orrore più grande. Sono i dottori, i medici e le mediche che ci salvano tutti i giorni dalle malattie e che ci hanno salvato dalla pandemia, morendo e sfinendosi perché noi potessimo guarire, o non ammalarci. Sono il corpo insegnanti, grazie al quale se studi sarai in grado di diventare quello che vuoi. Sono i 100 più onesti contribuenti, che rendono possibile mantenere i servizi dello Stato sociale. Sono giornalisti e giornaliste, persone che garantiscono l’informazione libera di questo Paese. Dove la democrazia non c’è, queste persone con la penna in mano non potrebbero neanche fare quel lavoro».
«Immaginate che lezione di civiltà ne verrebbe fuori. Certo, è difficile convincere chi fa arte a sfilare, se le scelte dei governi in questi anni hanno precarizzato il settore fino a trasformare gli artisti e le artiste in degli accattoni di Stato. Complicato anche far sfilare il personale medico, dopo che da anni tagli i finanziamenti al sistema sanitario. Credo sia difficile chiedere anche ai docenti meno pagati d’Europa di passarti, orgogliosi, sotto al palco. Anche chiederlo ai giornalisti e alle giornaliste è diventato complicato: specialmente se come politico pratichi la querela intimidatoria contro chiunque di critichi, come sta succedendo sempre di più. Impossibile poi onorare i contribuenti onesti, se li hai fatti sentire dei cretini chiamando le tasse “pizzo di Stato”.
Le forze armate invece no, possono sfilare fiere: non solo i finanziamenti al comparto bellico sono cresciuti a dismisura negli ultimi anni, ma il governo attuale sta stornando i fondi del Pnrr destinati a ben altro per finanziare armi e eserciti. E per evitare di essere disturbato si è tolto di mezzo anche il controllo della Corte dei Conti. Questo. Basta questo perché le persone come me preferiscano andare al mare, a rileggersi Don Milani, anziché ai fori imperiali a vedere il passo cadenzato degli stivali da guerra».
Sì sono anti-militarista e “non vuol dire che odio i militari, vuol dire che sono cittadina di uno Stato che nella sua Costituzione ripudia esplicitamente la guerra.
Se davvero crediamo che quella sia la Costituzione ‘più bella del mondo’, come ci piace spesso ripetere, dovremmo essere tutti e tutte anti-militaristi”.
Michela Murgia, 4 giugno 2023

Aveva 51 anni

A maggio aveva rivelato di soffrire di un cancro ai reni al quarto stadio. 

Dopo aver reso pubblica la sua malattia la scrittrice, drammaturga, opinionista, ha raccontato sui social i momenti privati, celebrando la sua famiglia queer ma anche continuando le sue battaglie da attivista per i diritti.

"Voglio esprimere sincere condoglianze alla famiglia e agli amici della scrittrice Michela Murgia. Era una donna che combatteva per difendere le sue idee, seppur notoriamente diverse dalle mie, e di questo ho grande rispetto": così su Twitter la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in ricordo della scrittrice scomparsa.

Nata a Cabras nel 1972, Michela Murgia ha esordito con Il mondo deve sapere (2006), romanzo tragicomico sul mondo dei call center, che ha ispirato l'opera teatrale omonima e il film Tutta la vita davanti (2008).

Molto legata alla sua terra, nel 2008 ha firmato Viaggio in Sardegna. Due anni dopo è uscito Accabadora, premio Super Mondello e premio Campiello, mentre è del 2011 Ave Mary, riflessione sul ruolo della donna nel contesto cattolico.

Tra le sue opere successive Presente, L'incontro. Il saggio breve sul femminicidio L'ho uccisa perché l'amavo. Falso!; e ancora Futuro interiore, L'inferno è una buona memoria, il saggio Istruzioni per diventare fascisti, Noi siamo tempesta. Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo. Stai zitta, God save the queer. Catechismo femminista e infine l'ultimo Tre ciotole, entrato subito in testa alle classifiche di vendita.

Lo scorso 11 giugno Murgia aveva annunciato il ritiro dall'attività pubblica.

A metà luglio aveva sposato l'attore e regista Lorenzo Terenzi.

Ai funerali

Una giornata "per tutti". Così, racconta Roberto Saviano, Michela Murgia aveva voluto e fatto in modo che fossero i suoi funerali. Funerali che aveva immaginato "come atto politico" come aveva detto lo scrittore che ha ricordato con dolore come "in questo paese" sia stata "considerata nemica politica".

Non era stata prevista forse la grande folla per una chiesa relativamente piccola, con molte persone che non sono potute entrare, ma la cerimonia alla chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma di sabato 12 agosto è stata davvero commovente.


Tanti cartelli e lo striscione God Save the Queer, la scritta che Michela Murgia aveva ricamata sull'abito di nozze. Il tutto tra canti come quelli, durante la Messa, dell'Azione cattolica, frequentata dalla scrittrice da ragazza e Bella ciao, che la folla ha intonato all'uscita del feretro, portato a spalla da Saviano, dal vedovo dell'autrice, Lorenzo Terenzi (che ha letto a fine esequie la Preghiera degli artisti), in lacrime e i figli d'anima della scrittrice.

Nelle prime file la famiglia allargata dell'autrice di tre Ciotole, composta anche da amici scrittori come Chiara Valerio, Chiara Tagliaferri, Teresa Ciabatti, Paolo Repetto.

Con loro, fra gli altri anche la segretaria del Pd Elly Schlein, Sandro Veronesi, Paolo Virzì, Marco Damilano, Concita de Gregorio, Paola Turci e Francesca Pascale.


"Abbiamo scelto questa pagina dal Vangelo di San Giovanni con Michela. Gesù è simboleggiato con la porta, cioè la soglia, quel luogo di passaggio che permette di attraversare lo spazio e andare oltre - dice Don Walter Insero nell'omelia -. Lei è nell'oltre, la sua anima è in viaggio verso il Padre non verso il nulla. Ha fatto tante battaglie e ha conservato le fede".

In apertura della cerimonia don Insero ha letto un messaggio per la scrittrice del Cardinal Zuppi: "Il libro della sua vita non è finito, le sue pagine continuano a essere scritte con lettere d'amore. Lei lo ha scritto con passione".

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