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Il caso
01 Luglio 2023 - 00:09
Flavescenza dorata e Popillia Japonica minacciano le colture di grano e vino del Canavese.
Durante la scorsa settimana, in quel di Borgofranco d’Ivrea, per strada sono comparsi alcuni cartelli, installati da dei tecnici regionali, che avvertono la cittadinanza a riguardo della pericolosità di un particolare tipo di insetto: appunto, la Popillia Japonica, appartenente alla famiglia dei coleotteri.
“Attenzione! Non portarla a casa con te” recita il cartello, per poi aggiungere: “se sei in un’area infestata controlla bene il tuo mezzo prima di ripartire e falla scendere”.
La Popillia Japonica
Questo particolare tipo di insetto è originario del Giappone e presente in Italia dal 2014: è in grado di attaccare più di 300 specie vegetali, tra cui grano, viti, alberi da frutto, mais, piante ortive e ornamentali. Ancora, le larve di questo coleottero si nutrono di radici e possono creare ingenti danni a prati, campi sportivi e tappeti erbosi.
Regione Piemonte, dunque, per informare della presenza di questo coleottero ha deciso di inserire degli appositi segnali e portare avanti delle azioni di prevenzione, inserendo delle trappole a rete insetticida contenenti un feromone che attira l’insetto che si posa sulla rete, assorbe il veleno e muore. Un metodo in grado di uccidere fino a 26mila adulti al giorno.
Gli effetti della flavescenza dorata
Più preoccupante, forse, la problematica della flavescenza dorata, malattia causata da un fitoplasma sulle viti. Non una cosa da poco, soprattutto se si considera che quella della Dora Baltea è una zona ad alta attività enologica, prima fra tutti la produzione del prestigioso Carema. Non è un caso, che proprio nell’omonimo paese, a Caluso e Piverone la scorsa settimana siano stati effettuati dei trattamenti insetticidi nelle varie aziende del territorio.
Flavio Vairos, sindaco di Carema
A rendere conto della situazione è il primo cittadino caremese Flavio Vairos, che ha spiegato: “noi produciamo vino da sempre e la questione della flavescenza dorata è abbastanza recente. Negli scorsi anni non rientravamo nei territori a rischio, dal 2023 invece sì - dice - quello responsabile di questa patologia è un insetto vettore: punge le piante malate e va anche a infettare quelle sane. Cosa si fa in questi casi? Si devono pulire ed estirpare le viti, cercando di eliminare il problema. Noi ovviamente abbiamo informato i viticoltori e per i trattamenti fitosanitari cerchiamo di essere sempre il più “green” possibile, senza avere un impatto eccessivo sulla natura”.
Una problematica, quella causata da questi due insetti, che può minacciare le storiche produzioni agricole e di vitivinicole della zona. Ma di preciso, quanto rischia il vino “simbolo” del Canavese, il Carema? “Poco - aggiunge Vairos - per il Carema dovremmo essere abbastanza tranquilli, ma è comunque una situazione che può diventare preoccupante se non ci si presta attenzione”.
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