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Intervento di ablazione della fibrillazione atriale senza raggi X. E' la prima volta al mondo

Su un paziente di 28 anni con sistema elettroanatomico

Intervento di ablazione della fibrillazione atriale senza raggi X. E' la prima volta al mondo

Intervento di ablazione della fibrillazione atriale senza sottoporre il paziente ai raggi X. E' stato eseguito - e sarebbe la prima volta al mondo - alla Cardiologia dell'ospedale Mauriziano di Torino su un uomo di 28 anni.

Grazie a una tecnica innovativa i medici hanno potuto effettuare la ricostruzione virtuale dell'anatomia del cuore basandosi su informazioni elettromagnetiche raccolte dal movimento dei piccoli cateteri che raggiungono le camere cardiache per via venosa o arteriosa collegati ad un software di ricostruzione tridimensionale.

Il sistema 'elettroanatomico' evita la necessità di utilizzare i raggi X per visualizzare il cuore. Le radiazioni sono state eliminate anche dove erano considerate ancora necessarie, cioè nella fase in cui si deve oltrepassare una membrana posta tra i due atri del cuore. Al Mauriziano di Torino è stato invece utilizzato un dispositivo 'ad ago' per l'attraversamento del setto interatriale che ha consentito d completare la una visualizzazione virtuale.

Il decorso dell'intervento è stato regolare e il paziente - informa l'azienda ospedaliera - "è stato dimesso dopo soli due giorni asintomatico e senza complicazioni".  

Che cos’è la fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia più diffusa nella popolazione generale, la sua prevalenza tende a crescere con l’aumentare dell’età e spesso è associata a sintomi che possono invalidare e peggiorare la qualità di vita, a causa delle complicanze a cui sovente si correla.

Nella fibrillazione atriale l’attività elettrica degli atri è completamente disorganizzata e non corrisponde a un’attività meccanica efficace. Il nodo atrioventricolare riceve dall’atrio moltissimi impulsi ed esercitando una funzione di filtro, ne trasmette ai ventricoli un numero limitato, che corrisponde alla frequenza cardiaca rilevata durante l’elettrocardiogramma. Questa variabilità della conduzione atrioventricolare fa sì che i ventricoli si contraggano in maniera irregolare. La contrazione irregolare e rapida delle camere cardiache determina una riduzione del volume di sangue espulso a ogni sistole, dando così un alterato apporto ematico a tutti gli organi, a volte generando sintomi e segni di scompenso cardiaco.

Spesso i primi episodi di fibrillazione atriale iniziano e terminano spontaneamente dopo poche ore: si tratta della cosiddetta fibrillazione atriale parossistica. Se non curati, questi episodi con il passare dei mesi e degli anni aumentano in frequenza e durata. Qualora un episodio insorto non regredisse spontaneamente, sarà necessario l’intervento esterno per terminarlo (fibrillazione atriale persistente: che dura più di 7 giorni; fibrillazione atriale che termina con cardioversione). L’intervento esterno è costituito dalla cardioversione elettrica (DC shock) o farmacologica (infusione di un farmaco in vena), mirate all’interruzione della fibrillazione atriale e al ripristino del ritmo cardiaco normale (sinusale). Quando invece non si ritengono più opportuni tentativi di terminazione dell’aritmia, a causa della lunga durata della stessa o delle condizioni e comorbidità del paziente, si parla di fibrillazione atriale permanente.

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