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Riceviamo e pubblichiamo
28 Maggio 2023 - 14:59
Con la presente vorrei portare a conoscenza della situazione sgradevole venuta a crearsi nei confronti di una persona ultra 90 enne, mia zia.
Per circa 8 anni dopo la perdita del marito, senza figli, e con problemi seri di salute, è stata curata al suo domicilio, a sue spese. Cosa resa possibile dai risparmi di una vita.
In tutto questo periodo si è avuto aiuto dal “Servizio Pubblico” solo in rari casi per necessità di idratazione. Nell’ultimo anno la situazione è decisamente peggiorata, si sono create delle ferite prima di piccole dimensioni poi.. enormi! Il Servizio Pubblico ha fatto medicazioni per tutto
il periodo una volta a settimana (non sempre), non sempre con la stessa infermiera ma sempre con lo stesso metodo e con l’aiuto delle badanti per le altre medicazioni in settimana, senza però vedere anche un minimo miglioramento anzi!
Io penso che, la professionalità del personale infermieristico, renda consapevoli che le ferite infette necessitano di un’assistenza più assidua che bisogna riconoscere di non essere in grado di dare e magari aiutare nella ricerca di altra soluzione.
E’ stato chiesto più volte se era possibile un’alternativa. Ultima risposta data: “tanto non guarisce, non servono consulti, si medica, si seda e si lascia al decorso naturale”.
Risposta ricevuta come un pugno nello stomaco e rifiutata, perché la zia sì, ha più di 90 anni, ma è una “persona umana” e come tale ha diritto di essere trattata.
A questo punto ho è deciso di rivolgermi ad un ente privato (decisione presa dopo il rifiuto delle badanti a medicare “tali ferite”), per cercare l’aiuto non trovato nel Pubblico Servizio. Dopo tale decisione è stata tolta la fornitura del materiale per le medicazioni, peraltro possibilità concessa dal servizio della Regione Piemonte.
(dove arriva la cattiveria umana...).
In ogni caso è stata curata giornalmente con affetto e competenza, le ferite sono migliorate senza più infezioni, senza ulteriori sofferenze. Ci voleva così poco per aiutarla! Il tutto a suo carico anche se la zia ha pagato “tasse” fino all’ultimo giorno di vita ma certamente non ha avuto in cambio l’assistenza dovuta.
E’ mancata serena, con il sorriso sulle labbra, lasciando una gran nostalgia ed ricordo del suo sguardo sorridente a tutte le persone che le sono state vicine.
Vorrei solo far presente al “Personale Infermieristico” il disagio e il dispiacere creato a tutta la famiglia con il loro comportamento, e ricordare ancora una volta: “che il malato a qualsiasi età, ha bisogno non solo del “passaggio veloce” perché c’è poco tempo a disposizione, ma ha il diritto di essere curato senza personalizzazioni e ripicche, con il rispetto che merita la persona in difficoltà!”
Una nipote (lettera firmata)
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