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La sindaca "fuorilegge" che registra i figli delle coppie gay

"Non ha rilevanza se un bimbo è figlio biologico o adottato. O se ha due mamme, due papà oppure un papà e una mamma..."

La sindaca "fuorilegge" che registra i figli delle coppie gay

Immagine di repertorio

Sabato mattina una rappresentanza del Comune di Settimo ha partecipato a Torino alla manifestazione per chiedere una legge che tuteli i diritti delle famiglie omogenitoriali. Al Teatro Carignano, insieme a centinaia di amministratori pubblici e personalità note, erano presenti la sindaca di Settimo Elena Piastra, l'assessora alle pari opportunità Alessandra Girard e le consigliere comunali Angela Schifino (Italia Viva) e Anna Sanfilippo (Movimento 5 Stelle).

Un momento della manifestazione del Carignano

L'obiettivo della mobilitazione era garantire ai figli di genitori dello stesso sesso gli stessi diritti dei bambini delle altre coppie, a partire dall'essere registrati in anagrafe come figli di entrambi i genitori e non solo di uno. Al momento, infatti, la registrazione all'anagrafe di figli di coppie dello stesso sesso è vietata. Eppure ci sono Comuni che continueranno a farla, trasgredendo alla legge...

"A Settimo continueremo a registrare entrambi i genitori, anche se su questo tema è indispensabile una legge che uniformi le pratiche su tutto il territorio nazionale garantendo il principio che tutte le famiglie hanno gli stessi diritti, a prescindere dalla loro composizione – dichiara la sindaca – I genitori sono genitori: persone che creano una famiglia e condividono un progetto di vita. Non ha rilevanza se un bimbo è figlio biologico o adottato. O se ha due mamme, due papà oppure un papà e una mamma. Lo Stato deve garantire il diritto di ciascuno a costruire una famiglia e non può negare a famiglie esistenti il diritto di essere ciò che nei fatti sono. Escludere uno dei genitori non solo è discriminatorio, ma crea una sofferenza reale e concreta nelle persone. Nei genitori e soprattutto nei bambini che, a differenza dei grandi, non possono neppure capire le ragioni di quella sofferenza. Per questo insieme ad altri sindaci e rappresentanti delle istituzioni siamo qui. Rappresentiamo le nostre comunità, di cui fanno parte anche quelle persone su cui questo diritto negato pesa ogni giorno e che ci chiedono di far sentire la loro voce".

Elena Piastra con l'ex Sindaca di Torino, Chiara Appendino

Dunque la Sindaca non si ferma.

"Rispetto al riconoscimento dei bimbi - continua - credo che ci siano due aspetti differenti. Un sindaco ha davanti a sé una vita, quella di un bimbo appena nato, e risponde al principio fondamentale di garantire medesimi diritti a quel bimbo rispetto a tutti gli altri. Il sindaco non si chiede come sia nato, ma prende atto della sua esistenza e della sua richiesta, come essere vivente, di diritti e deve tutelarlo esattamente come tutti gli altri bambini che vivono nella città che amministra. L’altro aspetto è politico ed è la disobbedienza civile fino a quando la norma nazionale non avrà risolto il vuoto normativo, come è stato ben riassunto dalle parole di Gustavo Zagrebelsky all’evento di sabato. Su questo punto per fortuna c’è chi ha fatto battaglia prima di noi, perché sul diritto di famiglia le battaglie sono state tante nel nostro Paese e molte sono state risolte recentemente, altrimenti tutti i nostri bimbi nati da genitori non sposati sarebbero ancora considerati illegittimi e non avrebbero gli stessi diritti di tutti gli altri bimbi".

La prima cittadina si prende tutta la responsabilità della scelta: "Scrivo ogni atto di mio pugno, così nessun funzionario coinvolto, è il modo per tutelarli".

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