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Castellamonte
10 Maggio 2023 - 19:38
L'incontro di ieri per l'antennone di Filia
A che punto è la pratica per il contestato ripetitore telefonico di Filia?
Amministrazione comunale castellamontese ed abitanti della frazione si sono incontrati nella serata di ieri, martedì 9 maggio, presso la locale Società Operaia.
Non nel bar, che era chiuso per riposo settimanale, ma nella saletta al primo piano, dove si sono raccolte una trentina di persone e dove, nel giro di poco più di un’ora, si è svolto un dialogo approfondito e costruttivo dal quale è emerso con chiarezza che l’obiettivo è il medesimo: cercare una soluzione accettabile per tutti.
Per la maggioranza che governa il Comune erano presenti il vicesindaco Medaglia, gli assessori Addis e Bethaz, il capogruppo Musso; a fine serata è arrivato anche il sindaco, reduce da una riunione in Regione.
Per la minoranza erano seduti fra il pubblico il capogruppo Santoro ed il consigliere Garaffa.
Importante – anzi fondamentale per chiarire le questioni tecniche – la presenza al tavolo dell’architetto Simona Vogliano, la funzionaria comunale che sta seguendo la pratica mentre l’assessore all’Ambiente Patrizia Addis ha trattato la parte più “politica”.
Stabilito che un ripetitore occorre installarlo - non solo perché lo impongono le norme emanate nel 2021 ma anche perché gli abitanti di Filia hanno il diritto di avere una connessione decente e di poter lavorare da casa – la questione è quella dei criteri con i quali scegliere il sito.
Il palo alto più di 30 metri, che la società INWITT vuole installare vicino ad un gruppo di case e ad un meleto biologico, non lo vogliono in quel punto né i residenti né l’amministrazione, che si rende conto di quale impatto avrebbe sull’ambiente, sulla vita dei cittadini e sulle attività economiche della frazione.
Attività non certo industriali, visto il terreno collinare e la tortuosità delle stradine che collegano le varie parti dell’abitato, bensì legate all’agricoltura di qualità, allo sport, al turismo, alla ristorazione.
Nel primo incontro pubblico, tenutosi in sala consiliare il 1 aprile con la partecipazione di un rappresentante della INWITT, l’impressione era stata che le grandi società di capitali effettuassero scelte impattanti con un’inquietante superficialità ed approssimazione. Impressione confermata in pieno da quanto si è udito ieri sera.
Il tavolo dei relatori
La prima, ovvia domanda che i presenti hanno rivolto ha riguardato il respingimento da parte della INWITT del sito alternativo proposto dal Comune dopo un’approfondita verifica insieme ai frazionisti: “Perché hanno detto di No?”.
Ci si sarebbe aspettati un elenco dettagliato dei difetti di quel terreno. Macché! Quattro righe frettolose per comunicare che ”il sito non è idoneo”. Tutto lì. “Dovrebbero farci avere delle coordinate -ha esclamato l’assessore Addis – in base alle quali si possa individuare un altro terreno ma finora non abbiamo ricevuto nulla!”.
Il sospetto di molti è che la relazione inviata dal Comune non sia nemmeno stata letta “tanto che importa alla INWITT? Si limita a collocare dei semplici pali sui quali saranno le società telefoniche a chiedere di installare i propri ripetitori: i suoi compiti finiscono lì ed anche le sue responsabilità. Ha ottenuto i fondi del PNRR e li deve usare in fretta: deve collocare 600 pali entro il 30 giugno. Non è il caso di andare tanto per il sottile…”.
Del resto il rappresentante della società venuto all’incontro del 1 aprile era stato abbastanza disponibile ma non sapeva nulla della materia: non conosceva l’area e non aveva la più pallida idea delle sue caratteristiche. Garaffa ha spiegato che “era un addetto del settore commerciale, non di quello tecnico!”.
Ed ecco come vengono scelti i terreni: ce lo ha spiegato un castellamontese ben informato. “Queste grandi società assoldano dei pensionati nelle zone in cui hanno deciso di installare i propri pali, incaricandoli di reperire dei terreni. Gli incaricati vanno in giro a fare proposte ai proprietari e se ne trovano qualcuno sensibile al fascino del denaro (sono 6.000 euro l’anno) il gioco è fatto”. Una delle aree su cui avevano messo l’occhio, oltre che scoscesa e con presenza di case, era pure recintata. La proprietaria avrebbe detto di No comunque ma – ha spiegato – “in caso di accettazione sarebbe stato un via vai continuo anche dopo la conclusione dei lavori: ci avrebbero reso l’esistenza invivibile”. Anche in fase di esecuzione non si scherza: “Lo scavo – ha precisato uno dei presenti - dev’essere di 86 metri cubi (vale a dire una superficie di 3 metri per 3) e, fra terra da portar via e cemento da portare in loco, le strade non sarebbero più praticabili”.
Come spesso accade per le norme emanate in situazioni d’emergenza, anche la Legge del 2021 lasciava mano libera alle grandi società perché l’obiettivo primario era quello di garantire le connessioni ai tanti che lavoravano o che seguivano le lezioni scolastiche da casa.
“Prima – è stato detto – almeno l’autorizzazione per il palo avrebbero dovuto chiederla al Comune, ora non più”.
Una volta individuati i terreni (con i criteri di cui sopra!) la richiesta di autorizzazione viene invece inoltrata alla Regione ed alla Soprintendenza, vale a dire ad organismi oberati di pratiche, dove i funzionari che le devono sbrigare non sanno nulla dei territori coinvolti. Chiarificatore quanto detto dal capogruppo di minoranza Rocco Santoro: “Non era affatto necessario che quel palo fosse alto più di 30 metri ma oltre quella soglia la competenza si sposta dal Comune alla Regione e la Regione, che non conosce i siti, dà l’assenso senza tanto pensarci”. Altrettanto esplicativo quanto si è saputo dopo che uno dei presenti aveva tirato in ballo il tema della mitigazione visiva dell’obbrobrioso palo.
L’architetto Vogliano ha esclamato: “Non è il palo che dev’essere abbassato ma gli alberi che vanno alzati. Così sta scritto nelle prescrizioni: la ditta dovrà circondarlo di alberi adulti!”.
Inevitabile chiedersi quanto possa essere conveniente economicamente un contratto che prevede una clausola del genere (si pensi ai costi vivi, al trasporto, alla piantumazione). Disarmante la spiegazione offerta: “Evidentemente si contava sul fatto che nessuno avrebbe letto con attenzione tutta la legge e che nessuno ne avrebbe quindi rivendicato l’applicazione”.
Nella seduta del 28 aprile il consiglio comunale aveva intanto approvato l’atteso <Regolamento per il Corretto Insediamento Urbanistico degli Impianti Radioelettrici e per la Minimizzazione dell'esposizione della Popolazione ai Campi Elettromagnetici”. Entrerà in vigore il 14 maggio ma ovviamente non potrà essere utilizzato per la questione <palo> non avendo valore retroattivo.
L’incontro fra cittadini e Comune è andato bene: “Sono soddisfatta – ha esclamato una delle abitanti di Filia più determinate e più competenti sulla materia – Abbiamo lavorato bene insieme”. L’assessore Addis ha ribadito: “Noi ci siamo, basta contattarci e forniremo tutti i chiarimenti che volete”.
A doversi fare vivo ora è qualcun altro!
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