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Il caso

Il crocifisso in consiglio comunale crea la polemica: "non deve stare lì, toglietelo!"

"È una questione di libertà"

Crocifisso (immagine d'archivio)

Crocifisso (immagine d'archivio)

La questione del crocifisso nel consiglio comunale di Torino ha scatenato un acceso dibattito a Palazzo Civico. Durante un'audizione dei capigruppo, l'avvocato Bruno Segre si è espresso in merito alla proposta di delibera del capogruppo della Lista Civica per Torino, Silvio Viale, che chiede la rimozione del crocifisso dalla Sala Rossa attraverso una modifica del regolamento comunale. Segre ha espresso la sua posizione contraria all'affissione del crocifisso, sia a scuola che in altri luoghi pubblici, evidenziando che uno Stato che ha tolto dal Concordato il concetto di religione di stato deve agire in coerenza con tale decisione e non dovrebbe consentire la presenza di simboli religiosi divisivi come il crocifisso.

Silvio Viale

Segre ha inoltre affermato che la rimozione del crocifisso sarebbe in linea con il principio di libertà e ha suggerito che la bandiera italiana potrebbe sostituirlo. La posizione di Segre è stata condivisa da Viale, Andrea Russi del M5s e Alice Ravinale di Se, i quali hanno sottolineato che la Sala Rossa rappresenta la comunità dei cittadini e che il crocifisso non è un simbolo che rappresenta tutti.

Tuttavia, i consiglieri di FdI Giovanni Crosetto e Enzo Liardo si sono espressi nettamente contrari alla proposta di rimozione del crocifisso, sostenendo che il simbolo rappresenta la cultura e la storia comune del Paese e che la sua rimozione sarebbe un tentativo di cancellare la nostra identità. Simone Fissolo dei Moderati ha criticato il dibattito come una perdita di tempo su temi divisivi e ha suggerito di concentrarsi invece sulla rinnovazione della fede individuale. Infine, Nadia Conticelli del Pd ha sostenuto che il principio di laicità dello Stato è espresso attraverso le scelte politiche e non attraverso un simbolo.

Il crocifisso nella Sala Rossa del Comune di Torino

In sintesi, il dibattito sulla presenza del crocifisso nella Sala Rossa del consiglio comunale di Torino ha evidenziato le diverse opinioni in merito alla laicità dello Stato e alla presenza di simboli religiosi in luoghi pubblici. Mentre alcuni sostenitori della rimozione del crocifisso vedono la decisione come una questione di libertà e coerenza con il principio di laicità dello Stato, gli oppositori lo vedono come una negazione della cultura e della storia comune del Paese.

La reazione della Lega

La risposta del partito di Salvini, a seguito dell'avvenimento legato al croficisso, non si è fatta attendere: "Trovo sconcertante la proposta dall'avvocato Bruno Segre di togliere il crocifisso dalla Sala Rossa del Comune di Torino in nome della laicità, per dare spazio a una ‘cancel culture’ che boicotta le tradizioni e rinnega la storia della nostra gente - afferma Andrea Cane, consigliere regionale della Lega - Parliamo di un patrimonio non solo italiano ed europeo, ma dell’intero mondo che abitiamo, un simbolo portatore di pace, coraggio, solidarietà. Cancellare i simboli della nostra identità, collante indiscusso di una comunità, significa svuotare di significato i princìpi su cui si fonda la nostra società. Rispettare le minoranze non vuole dire rinunciare, delegittimare o cambiare i simboli e i valori che sono parte integrante della nostra storia, della cultura e delle tradizioni del nostro Paese".

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