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Dalle Valli di Lanzo a Torino: la Liberazione raccontata nel documentario di Franco Brunetta

Completato nel 2020, ha iniziato finalmente a circolare nelle sale

Note di vita partigiana in Canavese

IN FOTO Una delle prime bande partigiane operanti in Canavese. Si riconoscono: Luigi Di Moro (seduto al centro con cappello) e Domenico Pedà (secondo da destra, seduto), partigiani combattenti insigni

Il documentario "26.4 - La strada della libertà", diretto dallo storico Franco Brunetta di San Maurizio Canavese, è stato completato nel 2020 e si concentra sui giorni cruciali del 25 e 26 aprile 1945, quando i partigiani provenienti dalle Valli di Lanzo, dal Canavese e da Corio si sono mossi per raggiungere Torino e contribuire all'espulsione dei fascisti e dei tedeschi.

Il film ha vinto il premio "25 aprile" alla 17a edizione del Concorso cinematografico nazionale "Filmare la storia" organizzato dall'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e sostenuto dal Mibact - Direzione Cinema, Polo del '900 e Film Commission Torino Piemonte.

Purtroppo, a causa dell'avvento del Covid, il documentario non è stato proiettato e non ci sono stati dibattiti o incontri. Ci è voluto del tempo prima che la situazione tornasse alla normalità, ma finalmente il documentario è tornato a circolare.

In occasione delle celebrazioni del 25 aprile a Leini, il film è stato proiettato sia per i ragazzi delle scuole che per la cittadinanza, organizzato dalla locale sezione dell'ANPI con il patrocinio del Comune.

LA LOCANDINA del documentario

Il documentario racconta in modo preciso e storico una pagina poco conosciuta della Resistenza sul nostro territorio ed è il risultato di un lavoro di ricerca lungo e accurato. L'autore ha intervistato testimoni, confrontato i loro ricordi con documenti dell'epoca e cercato filmati e immagini d'archivio. Il documentario racconta il viaggio straordinario compiuto dai partigiani per liberare Torino, seguendo la strada che quei ragazzi percorsero per raggiungere il capoluogo.

Il regista si concentra sulle seconde linee, i ragazzi di allora i cui nomi e dedizione al proprio Paese probabilmente sarebbero caduti nell'oblio senza l'intervento di Brunetta che ha dato loro l'immortalità di un filmato.

Il film racconta le storie di Cecilia Genisio, un'autentica eroina, e di partigiani meno noti come Michele Nipote Fus, Alessio Pozzi, Francesco Perino e Agostino Tortello. Sono i loro ricordi ad accompagnarci in questo viaggio, caratterizzato da imprevisti e improvvisazioni, pericoli mortali e gesti coraggiosi.

Il documentario è stato prodotto dall'associazione culturale per le arti visive "La bottega delle nuove forme", con il sostegno del Comune di San Maurizio, della sezione ANPI "Giuseppe Ferrero" e della famiglia Tuscano, e con la collaborazione dell'Archivio Cinematografico della Resistenza e di Istoreto.

Il montaggio e le riprese sono state curate da Davide Nepote Brandolin, mentre Agostino Biason, Alan Brunetta, Umberto De Marchi e Donatella Gugliermetti hanno realizzato le musiche originali.

FRANCO BRUNETTA

FRANCO BRUNETTA

Franco Brunetta è nato a San Maurizio Canavese (TO), dove risiede. Allievo del professor Carlo Ottino, lavora nella scuola elementare dal 1971, svolgendo un’opera educativa segnata dall’impegno civile, tra cui la creazione del “tempo pieno” nel Comune di residenza.

Ha compiuto gli studi universitari a Torino, seguendo sia i corsi dell’Istituto di Storia diretto dal professor Guido Quazza, sia quelli di Pedagogia del professor Francesco De Bartolomeis.

Si è laureato, con lode, nel 1980, sotto la guida della professoressa Luisa Passerini e del professor Pietro Simondo, discutendo una tesi interdisciplinare storico-pedagogico-didattica sull’educazione artistica nella scuola elementare italiana del secondo dopoguerra, integrata da proposte – sperimentate sul campo – volte al rinnovamento di questo importante settore culturale ed educativo.

Dal 1976, in quella che è stata chiamata “La Bottega delle Nuove Forme” ed è diventata un’associazione culturale per le arti visuali, guida i bambini della sezione scolastica a praticare attività di ricerca e produzione d’immagini: dalla pittura alla grafica, dall’incisione alla scultura, dal teatro alle immagini computerizzate, ai film, in collaborazione con Università, IRRSAE, Enti Locali, Associazioni culturali e del volontariato.

Tale impegno è attestato da numerose pubblicazioni al riguardo, parecchie partecipazioni espositive, nonché dalle prestigiose mostre antologiche allestite presso il Palazzo della Regione Piemonte (1992) e la sede della Provincia di Torino (1997/98). Alcuni lavori sono esposti presso il MUSLI (Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia) di Palazzo Barolo, a Torino. ù

Dai primi anni ’90 i suoi interessi si sono aperti anche verso il settore della ricerca storica, in particolare sul periodo della lotta di Liberazione 1943/ ‘45. In questo campo vanta una lunga collaborazione con l’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “, Giorgio Agosti” di Torino (Istoreto), ha organizzato manifestazioni legate alla Festa nazionale del 25 aprile e al Giorno della Memoria, presentazioni di volumi, interventi a convegni.

Tra i suoi lavori: Luigi e Pietro “Gino” e “Venere”- La comunità, la famiglia, la Resistenza (Il Risveglio, 1994), Carlo Angela, un uomo giusto (Provincia di Torino 2002), Il risveglio della Resistenza (Il Risveglio, 2010), I ragazzi che volarono l’aquilone. Indagine su una formazione partigiana (Araba Fenice Edizioni, 2010). Ha collaborato alla realizzazione dei volumi: 38/45 Una Guida per la Memoria. Luoghi della guerra e della resistenza nella provincia di Torino (Provincia di Torino, Istoreto, Blu Edizioni 2006) e I sentieri della libertà. Piemonte e Alpi Occidentali. 1938 – 1945 La guerra, la Resistenza, la persecuzione razziale (Touring Club Italiano, 2007).

Ha ideato e curato le mostre: “Gino” e “Venere” – La comunità, la famiglia, la Resistenza, in collaborazione con Istoreto e “Carlo Angela, un uomo giusto”, in collaborazione con Istoreto e con il patrocinio del Comune di S. Maurizio Canavese e della Provincia di Torino. Per il suo impegno, il 22 aprile 2012 a Osimo gli é stato assegnato il Premio Nazionale ANPI "Renato Benedetto Fabrizi" per la ricerca storica con la seguente motivazione: “Per la sua ricerca su importanti atti sulla lotta per la libertà in una terra che fu radice d’Italia, terra offesa dall’orrenda vendetta nazifascista.

Per l’opera riconosciuta di educatore alla cultura della memoria”. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti e si occupa soprattutto di storia e cultura. Nel campo cinematografico ha diretto, nel 1996, “La festa dell’Addolorata”, un film di 30’ in b.n., da considerare come la sua opera prima in assoluto, con protagonisti i bambini e i ragazzi de “La Bottega delle Nuove Forme” alle prese con un episodio di Resistenza civile rimasto sconosciuto per cinquant’anni.

Nel 2000 ha realizzato il docu-fiction “Un anno a Cargolandia”, che trae spunto dall’incidente aereo avvenuto a S. Francesco al Campo (TO) l’8 ottobre 1996, quando si schiantò un gigantesco Antonov russo, provocando morti e feriti. Intorno al relitto si sviluppò un assurdo “turismo della morte”, che trasformò la vita del paese per oltre un anno. Nel 2002 ha prodotto il reportage “La tentazione dell’oblio”, un film di 60’ sul presente della storia dei lager nazisti con la parallela, drammatica vicenda del partigiano Lothar.

Il reportage, che si avvale della collaborazione dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza, prende distanza dai soliti documentari sui campi di sterminio, ne coglie l’anima attuale e invita a riflettere sull’indifferenza e sull’omertà di coloro che assistettero alla tragedia.

Nel 2004 ha diretto “I SUPERCANNONI”, film pacifista di 25’, interpretato da quaranta bambini de “La Bottega delle Nuove Forme” e liberamente ispirato a un racconto di Gianni Rodari.

Nel 2012 ha progettato e diretto l’allestimento espositivo del recupero funzionale degli scantinati, dove, durante la lotta di Liberazione dal nazifascismo, furono detenuti molti partigiani, che subirono violenze e torture, in vista della realizzazione di un museo diffuso della Resistenza a San Maurizio Canavese.

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