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Ivrea

Lavoratori Wind in piazza. "Non toccateci la rete" (VIDEO)

In centinaia davanti al Municipio

Sindacati

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Oggi in piazza di città un presidio decisamente numeroso di lavoratori e lavoratrici WIND3 della sede di Ivrea in contemporanea allo sciopero nazionale indetto per l’intera giornata lavorativa.

All'indice l’avvio della procedura aziendale per lo scorporo delle attività e dell’infrastruttura di rete di WIND3 e la loro relativa cessione a fondi di investimento (trasferimento ramo d’Azienda, ex art. 47 L. 29 dicembre 1990).

"Questa prospettiva - Anna Lo Tufo (Fistel cisl) Giovanna Principato (Fistel cisl), Davide Aimaro (Uilcom uil), Silvana Benincasa (Sla cgil), Alessandro Pagliero (Slc cigl)- desta serie preoccupazioni alle lavoratrici, ai lavoratori e alle Organizzazioni Sindalcali in particolare per la depauperazione della ricchezza, in un contesto ipercompetitivo del Settore delle telecomunicazioni che porterà inesorabilmente alla rivisitazione verso il basso della struttura dei costi e andrà a colpire il costo del lavoro generando una continua riduzione dei perimetri occupazionali...".

Tutto il Settore delle Telecomunicazioni da 15 anni a questa parte vive un continuo ricorso ad ammortizzatori sociali, esodi incentivati, perdite importanti di professionalità e blocco totale del ricambio generazionale in un mondo che cambia alla velocità della luce.

"Le ricette messe in campo dalle principali aziende del Settore, al fine di gestire un mercato completamente deregolamentato, sono state quelle della divisione dell’industria (infrastrutture di rete) dai servizi - aggiungono ancora i sindacati - Una impostazione scellerata che impoverirà ulteriormente il Settore trasformando aziende leader, come WIND3, a meri rivenditori di servizi...".

La verità è che il settore, che in tutti i Paesi tecnologicamente avanzati è ancora in grado di coniugare occupazione e qualità del lavoro, registra ormai da qualche anno in Italia una totale incapacità di reazione della Politica.

"Hanno deciso - stigmatizzano i sindacati - di non svolgere alcun ruolo regolatori e di intraprendere scelte strutturali che possano dare stabilità al Settore e rilanciare un asset strategico per il nostro Paese a tutela dell’occupazione. Il combinato disposto di politiche aziendali miopi esclusivamente legate a scelte finanziarie e la totale assenza di una visione di politica industriale porteranno tutto il Settore ad un suo ridimensionamento con gravissime perdite occupazionali...".

Le ricadute sul territorio eporediese rischiano di essere, nei prossimi anni, drammatiche. Un territorio che aveva trovato, sulla scia dell’erdità olivettiana, proprio nelle TLC uno sbocco naturale per esprimere intelligenza ed occupazione oggi rischia, se si scegliesse di non intervenire, di pagare un prezzo molto alto.

Ricordiamo, infatti, che oltre alle vicende di Wind3, pesa come un macigno la procedura nazionale di licenziamento di 1003 lavoratrici e lavoratori di Vodafone. A questa si aggiunge la preoccupante vicenda TIM, per la quale le organizzazioni sindacali da tempo rivendicano soluzioni che possano garantire, ai lavoratori ed al Paese, la possibilità di costituire un soggetto nazionale forte di riferimento e che, sempre sul territorio eporediese vede occupati lavoratrici e lavoratori sia sulla capogruppo TIM che su importantissime aziende del Gruppo come Olivetti e Telecontact Center.

La situazione non è certo migliore all’interno delle aziende di customer care in outsourcing, storicamente in affanno, caratterizzate nei migliori dei casi da procedure di clausola sociale o, in alternativa, da processi di internalizzazione mal fatti che stanno mettendo, anche in questi casi, in serie difficoltà lavoratrici e lavoratori non in ultima, quelli coinvolti nel passaggio da Comdata ad Inps Servizi.

Perchè Wind3 cede la rete

Alle prese con una guerra dei prezzi che erode i margini proprio nel bel mezzo degli investimenti per il passaggio al 5G, Wind Tre avrebbe ripreso i colloqui con gli svedesi EQT AB per uno spin off della rete. Fatti, numeri e approfondimenti 

L’infrastruttura di rete di Wind Tre è costituita da antenne distribuite su tutto il territorio nazionale e da un backbone, una dorsale di rete fissa che le permette di coprire il Paese. Nelle ultime ore si torna a parlare con insistenza della possibilità di uno spin off della rete, ovvero della separazione degli asset in una società separata.

Wind Tre ha difatti ripreso i colloqui con il fondo svedese EQT AB per una potenziale cessione, almeno secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, che a supporto della propria tesi ricorda come Wind Tre si trovi alle prese con una guerra dei prezzi che le sta erodendo i margini proprio nel periodo in cui deve affrontare importanti investimenti per il passaggio alla tecnologia 5G.

In realtà di questo avvicinamento tra EQT AB e Wind Tre perché la rete farebbe gola agli svedesi si parla già da un anno, per la precisione dal gennaio 2022, voci di corridoio all’epoca riportate da Bloomberg, che in merito aveva riportato che gli asset oggetto dello spin off potrebbero comprendere l’infrastruttura digitale ed elettronica di Wind tre, per una valutazione compresa fra i 2 e i 4 miliardi di euro.

Benoit Hanssen

Nello stesso periodo c’era stato l’avvicendamento ai vertici: l’amministratore delegato statunitense Jeffrey Hedberg aveva difatti lasciato le redini aziendali dopo 5 anni e gli erano subentrati Gianluca Corti, già Chief Commercial Officer dell’azienda, e Benoit Hanssen, fino ad allora Chief Technology Officer.

Gianluca Corti

Secondo i rumor, l’attuale diarchia sarebbe proprio prodromica allo scorporo degli asset di Wind Tre in altrettante realtà distinte. Lo scorporo della rete aprirebbe la strada a potenziali operazioni di M&A, compresa la vendita dell’infrastruttura. Wind Tre sposterebbe circa 2.000 lavoratori dei suoi 6.500 in Italia nell’impresa di rete, riporta Reuters.

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