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Il sindaco scrive a La Voce: "L'atteggiamento del consigliere è da leone da tastiera"

Prosegue il dibattito in merito alla mancata celebrazione del 25 aprile a Groscavallo: al sindaco replica lo stesso Parodi

Andrea Parodi ha commemorato in solitaria il 25 aprile

Andrea Parodi ha commemorato in solitaria il 25 aprile

Ha fatto parlare di sè, la scorsa settimana, il post su Facebook di Andrea Parodi, consigliere di minoranza a Groscavallo e giornalista de La Stampa. Parodi aveva celebrato il 25 aprile in solitaria di fronte al monumento ai caduti groscavallese, e aveva scritto su La Stampa che nel paese della Val Grande il 25 aprile non si celebra più da tempo.

Lo avevano seguito Nino Boeti, presidente dell'Anpi provinciale, Franco Quaglieni, presidente del Centro Pannunzio, e Daniele Valle, vicepresidente del consiglio regionale in quota PD e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione. Il sindaco Giuseppe Giacomelli aveva inizialmente scelto il silenzio. Pochi giorni dopo la pubblicazione sul nostro giornale cartaceo dell'insieme del dibatti, però, Giacomelli ha scritto a La Voce una lunga lettera per mettere in chiaro il suo punto di vista.

"L'atteggiamento di Parodi è da leone da tastiera": Giacomelli scrive a La Voce

Mi ero ripromesso di non replicare all’ennesima provocazione del Consigliere Parodi in quanto conosco bene la motivazione che lo ha spinto ad uscire allo scoperto: l’anno prossimo noi Groscavallesi andremo a votare ed era per lui tempo di iniziare la campagna elettorale.

Non si spiega altrimenti una “protesta” giunta con così eclatante ritardo, da parte di chi ha passato sotto silenzio in tutti gli altri anni la scelta che il sottoscritto, così come tutti gli altri Sindaci che mi hanno preceduto nei decenni, ha deciso di adottare.

Io ho giurato quattro volte fedeltà e lealtà alla Repubblica italiana, la prima volta come Carabiniere e per tre volte come Sindaco di Groscavallo: ho sempre onorato il giuramento fatto e credo in coscienza che Andrea Parodi avrebbe fatto meglio, almeno una volta, a parlare con me prima di adottare il solito atteggiamento di leone da tastiera.

Non ho MAI avuto modo, infatti, di dialogare con lui, non è MAI entrato in municipio per scambiare due parole, nonostante rivesta la carica di Consigliere comunale. La buona fede avrebbe quantomeno suggerito di appurare il motivo per cui non è mai stata celebrata a Groscavallo la festa del 25 Aprile.

Quassù ci si raduna tutti gli anni per la festività del 4 Novembre ed in quell’occasione si ricordano e si onorano tutti i Caduti, di tutte le guerre: anche di quella di Liberazione. Non soltanto con la deposizione di una corona di alloro e con l’alzabandiera ma con il ricordo orale più accorato, unito all’esortazione ai giovani a non dimenticare, ad ascoltare, ad amare la pace.

Parodi, forse, non lo sa poiché in quella data non si è mai palesato davanti al Monumento di fronte al quale ha deciso di attuare la sua silenziosa, solitaria e teatrale protesta...elettorale. Tanto è vero che parla di Festa delle Forze armate, degli Alpini...dimenticandosi ad arte dell’essenza di quella ricorrenza.

Giuseppe Giacomelli, sindaco di Groscavallo



Ricordo a lui ed a tutti coloro che sul giornale “La Voce” hanno scelto di fomentare questa polemica con giudizi anche molto offensivi nei miei confronti che nel 2013, insieme ai miei consiglieri, ho conferito la cittadinanza onoraria groscavallese alla signora Milly Montano, ospite ogni anno in lunghi soggiorni a Forno Alpi Graie, figlia di quel Massimo Montano fucilato dai fascisti il 5 aprile 1943 nel poligono di tiro del Martinetto.

La cerimonia fu veramente toccante: qualcuno vada a rileggersi la motivazione e rifletta. Negli uffici comunali è appesa la fotografia dei giovani di Groscavallo ai quali fu donata copia della Costituzione in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno.

Quest’anno è prevista la medesima cerimonia. Non si preoccupi chi teme così fortemente che ci dimentichiamo del 2 giugno: quassù è vivissimo il senso dello Stato e della pacificazione, quelli che continuano a dividere, a discriminare, ad offendere sono da ricercarsi altrove.

Dall’alto di quale prosopopea il prof. Franco Quaglieni si permette di giudicare la mia preparazione culturale? Forse mi conosce personalmente? Avrebbe fatto bene a riferire coram populo il nome di chi mi giudica incapace di comprendere i contenuti ed i significati delle pagine de “Il Foglio” (una testata che stimo) ma forse già conosco la persona...

Mi sembra giusto sottolineare che una laurea, se non accompagnata da buon senso, onestà intellettuale, curiosità rivolta al futuro ed apertura verso la le ragioni altrui, valga assai poco. Chi pretende di imporre il proprio punto di vista con arroganza, faziosità e maleducazione, utilizzando le parole come fucili e pretendendo di giudicare senza ascoltare l’altrui pensiero, chi non conosce e non pratica l’umiltà, ha un concetto di democrazia davvero un po’ singolare e discutibile.

Consiglio a tutti la lettura di Quel ponte sull’Unghiasse, scritto da Ezio Capello, negli anni della Resistenza bambino sfollato con la propria famiglia a Bonzo per sfuggire ai bombardamenti (che a Torino distrussero il negozio del padre). Troverete in quelle pagine il racconto di chi ha vissuto tra le nostre montagne, accolto dalla nostra gente, quegli anni difficili, di chi ha visto con gli occhi del bambino di allora ed è riuscito a raccontare il vissuto con l’equilibrio e l’intelligenza dell’uomo che vuole raccontare, senza rancore per nessuno.

Con spesa interamente a carico personale abbiamo ristampato mille copie di quel libro e molte ne restano ancora a disposizione a Groscavallo: ve ne consiglio la lettura in quanto, nella semplicità e chiarezza della prosa, troverete un illuminante esempio di come si possa ricordare senza odio, senza quel livore che ancora oggi vi fa ritenere riprovevole chi sceglie a buon diritto un modus operandi diverso dal vostro.

Dall’enclave in cui siete rimasti rinchiusi, dopo 78 anni, bisognerà pur uscire, ricordando sempre con grande rispetto ma guardando anche avanti nel rispetto degli altri.

La replica di Parodi: "Il sindaco continua ad aggirare il problema"

"E' vero, le elezioni groscavallesi saranno l'anno prossimo. L'anno prossimo, appunto. Se il sindaco pensa sia stata una mossa elettorale si sbaglia di grosso, perchè avrei completamente sbagliato i tempi". Comincia così Andrea Parodi quando gli chiediamo una replica alle parole di Giacomelli.

Per Parodi non si tratta di una questione elettorale: "Sarebbe troppo in anticipo - dice -. Non è funzionale, né avrebbe efficacia comunicativa. Avrei dovuto stare zitto quest'anno e aspettare il 25 aprile 2024: allora lì sì che avrebbe avuto un senso, a ridosso delle elezioni!"

Il sindaco ha inviato una lunga lettera a La Voce "e, mi si permetta, senza mai andare ed entrare nel merito della vera questione ancora irrisolta dopo più di una settimana: perchè non ha celebrato il 25 aprile? Se n'è dimenticato? Non aveva voglia? Ha preferito andare in vacanza? Non condivide la celebrazione? Può dirlo apertamente. Invece continua ad aggirare il problema, e lo fa attaccando. Personalmente, per venire alla sua domanda, ho agito da cittadino, prima ancora che da consigliere".

Giacomelli scrive che Parodi non gli avrebbe mai parlato dell'argomento in precedenza. Versione dei fatti che il consigliere di minoranza non condivide: "Falso. Fin dal primo consiglio comunale del giugno 2019, all'indomani della mancata celebrazione della Festa della Repubblica, ho sottolineato proprio alla sua attenzione il problema sulla necessità di celebrare le Feste Nazionali. Mi ero anche messo a disposizione per aiutarlo in tal senso. Il mio discorso è allegato al verbale della seduta e protocollato. Ancora l'anno scorso gli ho ricordato del problema con una serie di messaggi WhattsApp che custodisco. Il 25 aprile è una Festa Nazionale, data che si ricorda, non può dimenticarla".
 
L'anno scorso il gruppo di minoranza aveva proposto di intitolare la ex scuola elementare di Richiardi (sede dell'ospedale partigiano) al suo creatore, il dottor Simone Teich Alasia, suggerendo di farlo proprio per il 25 aprile, organizzando una cerimonia per la Festa della Liberazione.

Andrea Parodi, consigliere di minoranza a Groscavallo

"Il consiglio comunale - commenta Parodi - aveva approvato all'unanimità, ma la Giunta non l'ha mai resa esecutiva. La parte del 25 aprile - che faceva parte della proposta - non l'ha recepita. Non l'ha voluta leggere, ha fatto finta di niente... Non lo so, e mi spiace per lui che ora sostenga di non essere stato avvisato per tempo. Non posso mettermi a ricordargli ogni scadenza. Il sindaco è lui. Ha anche ben 7 consiglieri di maggioranza deputati a supportarlo e suggerirlo, politicamente e non solo. Del resto - lo segnalo - non gli chiedo neanche con adeguato anticipo di ricordarsi di far approvare il bilancio del Comune. Eppure lo fa sempre, e nelle scadenze stabilite".
 
Giacomelli scrive che Parodi non si sarebbe mai palesato alla festa del IV Novembre: "Alla cerimonia del 4 novembre ho partecipato in più di una occasione, così come a molte ricorrenze del Gruppo Alpini di Groscavallo. In quella del luglio 2012, penso fosse il 65° della fondazione del Gruppo, ho portato anche mio nonno, all'epoca ancora vivo. Probabilmente non ho partecipato tutti gli anni, ma capita anche a me di lavorare nei giorni festivi".
   
Poi Parodi parla del suo ricordo personale di Ezio Capello: "Segnalo al signor Sindaco che il libro "Quel ponte sull'Unghiasse" l'ho letto la prima volta nel 1994, quando è uscito la prima volta, probabilmente anche prima che lo leggesse lui. L'autore, Ezio Capello, mi ha coinvolto in una delle esperienze più emozionanti della mia vita: solcando, nell'agosto 1992, il Gran Lago d'Unghiasse sulla sua canoa indiana".
 
A fare le dichiarazioni più presanti nei confronti di Giacomelli c'era stato Quaglieni del centro Pannunzio: "Il prof. Quaglieni - commenta Parodi - ha fatto delle dichiarazioni che non sono piaciute al primo cittadino. Pazienza. Vorrei far presente che il prof. Quaglieni, persona unanimamente stimata e di grande levatura culturale e morale, si è espresso a distanza, solo dopo che il sindaco si è negato alle domande poste dal giornalista della Voce sul perchè non ha celebrato".

Infine, una stoccata sulla "strategia comunicativa" del sindaco: "Se posso permettermi: pessima strategia comunicativa. Se il sindaco avesse semplicemente chiesto scusa, come avrebbe dovuto fare dal primo momento, probabilmente la questione si sarebbe chiusa positivamente per lui in poche ore. Invece il suo silenzio (che tutt'ora permane, perchè continua a non spiegare perchè non celebra il 25 aprile) ha solo alimentato il clima a suo personale sfavore".

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