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Il caso
12 Aprile 2023 - 13:38
Questa è una storia tutta italiana. Un privato costruisce, in sanatoria, un castelletto a due passi dal fiume e poi non lo accatasta. Il castelletto passa di proprietà in proprietà ma non viene mai accatastato, per 60 anni, fino ad oggi quando quell'edificio diventa oggetto di un bando del Pnrr che porta in dote 300 mila euro.
Siamo a San Mauro Torinese e la notizia è tutta scritta nella determina del 6 aprile. L'amministrazione comunale, infatti, poco prima di utilizzare i fondi si è accorta che in Comune non c'era praticamente niente sul Castelletto.
L'ex Sindaco Marco Bongiovanni
"Si tratta - spiega l'ex Sindaco Marco Bongiovanni - di un progetto vecchio, antecedente al Pnrr. Anche noi ci eravamo resi conto che su questa struttura non c'era nulla in Comune. Solo una tavola vecchissima e basta".
E oggi viene fuori tutto: "Nello svolgimento - si legge nel documento del Comune - degli incarichi affidati i professionisti incaricati hanno evidenziato che relativamente all’edificio in oggetto era stato rilasciato permesso di costruire in sanatoria n. 1/2022 ma non era mai stata rilasciata la sanatoria strutturale".
Anche tornando più indietro, poi, il nulla: "In seguito ad una ricerca presso l’archivio di Stato e presso la Prefettura di Torino effettuata dall’Ing. Vincenzo Bernaudo è ulteriormente emerso che anche in sede di prima edificazione dell’Edificio denominato “Castelletto”, non era stato effettuato il deposito strutturale".
Proprio per questo, prima di procedere all'utilizzo dei 300 mila euro del Pnrr, per il riuso e riutilizzo della struttura, è stato necessario effettuare tutte le verifiche statiche, verifiche che non erano mai state effettuate in 60 anni.
A San Mauro Torinese, lungo la Via Torino, quella che un tempo fu la "Via Francigena" è possibile ammirare questa "interessante" costruzione. Quanto è antico questo castello?
QUESTA LA SUA STORIA
Attorno agli anni '60, un giovane e fantasioso imprenditore locale dette vita, lungo la sponda del Po, ad una fabbrica di occhiali e oggetti in plastica. A ridosso della fabbrica costruì la villa dove abitare, per puro sfizio, un po' più ad est, fece costruire questo "castelletto medievale" , arricchito dal frammento di una monumentale recinzione in muratura che doveva sembrare antica e parzialmente crollata.
Presto le cose si misero economicamente male ed un imprenditore milanese acquistò l'intero complesso dal Tribunale fallimentare. Il "castello" rimase lì in perenne attesa di un uso funzionale.
Cessata l'attività della fabbrica, che dette lavoro per decenni ad un centinaio di persone, quasi tutte donne, il complesso fu oggetto di complesse vicende dove politica, economia e abusi edilizi si intrecciarono per anni (è diventato di proprietà comunale da una quindicina di anni).
Alla fine tutto fu demolito per realizzare il grande complesso e moderno centro residenziale attuale.
L'unica parte non demolita fu il castello, sempre in attesa di una destinazione funzionale e non solo decorativa.
COME SI RICONOSCE LA "FALSITA' STORICA"?
Se si osserva i muri si nota il grande uso di laterizi "semipieni" o "foratoni", elementi inventati e prodotti industrialmente e in grande quantità solo nel dopoguerra, per permettere una rapida ed economica costruzione dei quartieri popolari e residenziali. Più curiosa e significativa appare la soletta in cemento armato che copre la torre. A San Mauro i solai in mattoni furono soppiantati dal cemento armato solo attorno al 1910. Il Ponte sul Po (anno 1912) fu l'ultima opera pubblica in muratura prima dell'avvento definitivo del calcestruzzo armato.
In definitiva, questo manufatto va ammirato come si ammira un castello oggi costruito a Las Vegas o Gardaland. Nulla di più.
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