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Mathi

Addio a don Pierino Rogliardi, dal Canavese alle Filippine come missionario

Il sacerdote è morto lo scorso 10 marzo

Don Pierino Rogliardi

Don Pierino Rogliardi

È morto due giorni fa a Mathi Don Pierino Rogliardi. Aveva 95 anni. Don Rogliardi era nato a Mathi il 22 novembre 1927. Ordinato il 29 giugno 1951, parte una prima volta nel 1968 per l’Inghilterra e poi per la Svezia, inviato dal cardinale Michele Pellegrino, e rientra nel 1984.

Lo stesso anno, quando è vescovo il cardinale Anastasio Ballestrero, riparte per l’arcidiocesi di Manila, nelle Filippine, da dove rientra nel 2009. Fino alla morte è stato ospite presso la Casa del Clero San Giuseppe Cafasso a Mathi.

Alcuni momenti della sua esperienza missionaria possono essere conosciuti leggendo la sua autobiografia "Se questo è un prete", pubblicata per i tipi di Edizioni La Consolata nel 2010. Ne riportiamo qui un estratto, pubblicato due giorni fa dal sito della diocesi di Torino.

Nelle Filippine Don Rogliardi è stato missionario



“L’arcivescovo di Manila, il cardinale Jaime Sin, era pronto  ad accogliermi come parroco nella periferia della grande Manila, diocesi con 12 milioni di abitanti. Mi ha sempre voluto bene (il card. Sin, 1928-2005, divenne conosciuto in tutto il mondo; quando chiamò il popolo a opporsi pacificamente alle forze armate del presidente Marcos, si ebbe uno spettacolo unico di rivoluzione pacifica). Ero arrivato all’aeroporto internazionale di Manila il 31 agosto del 1984. Ad aspettarmi c’era un bel gruppo di persone della neo-parrocchia, intitolata a Maria Immacolata, situata in un villaggio di periferia. Mi chiedo se fosse necessario che un prete venisse da lontano a occuparsi del «sociale», costruire chiesa, case, centro di riabilitazione e un ospedale, quando molte famiglie di possidenti e un governo oligarchico influente avrebbero potuto provvedere ai bisogni fondamentali di tanta gente e impedire o, almeno, limitare in parte l’emigrazione traumatizzante di così tanti filippini, lontano dal loro arcipelago benedetto da Dio. Tutto ciò è così strano che, nell’intento di trovare un minimo di equilibrio tra cose così contrastanti, sono giunto a pensare che forse il buon Dio si serva anche di questi fallimenti per realizzare i suoi piani imperscrutabili. Se
così fosse, ci sarebbe da esultare. L’emigrazione forzata di filippini che raggiungono a milioni l’Oriente e l’Occidente, poveri, in cerca di tutto, ma ricchi di un retaggio cristiano, risulterebbe alla fine un guadagno per chi non conosce ancora la fede cristiana o per coloro che la vanno perdendo? Trovarmi in un Paese del Terzo Mondo fu, per il mio carattere, un vero invito a nozze. In situazioni di povertà e di abbandono, con problemi sociali scioccanti – casa, lavoro, sanità, scuola, ecc. – c’era solo da rimboccarsi le maniche. Malacañan corrisponde al Quirinale della nostra Italia. È la residenza del presidente della Repubblica delle Filippine. Ebbene, posso dire di essere stato invitato, un bel giorno in Manila, a ricevere dal presidente della repubblica un pubblico riconoscimento: il «Mother Teresa of Calcutta Award»! Il presidente Ramos fu molto affabile e anche un po’ ironico, quando con aria seria disse che cercava un nuovo ministro dei Lavori Pubblici e che io potevo essere l’uomo giusto, se ero riuscito a dare un tetto a più di 400 famiglie povere. I più felici e orgogliosi erano proprio loro, i beneficiari delle case, numerosi in quel momento nel palazzo del presidente. Quanto a me, più di tutto questo, mi rallegrò l’incontro con la Santa di Calcutta,  quando tempo dopo, visitò Manila e volle conoscermi personalmente. Sapendo che ero tornato in Italia, anche per ragioni di salute, i parrocchiani, guidati dal sindaco, avevano voluto darmi un segno di apprezzamento e di amore, dedicandomi un tratto di una via, e fissarono la data dell’inaugurazione. A loro insaputa, ritornai il sabato sera in tempo massimo… per inaugurar-mi e benedirmi la «Father Pierino Lane». Da un bel po’ di tempo, però, mi trovo lontano dodicimila chilometri da Manila, ospite [al momento della pubblicazione del suo libro, NdR] del Convitto ecclesiastico presso il santuario della Consolata in Torino, e mi rendo conto che è proprio il luogo ideale per chi cerca finalmente un po’ di pace, dopo una vita vorticosa e alquanto farraginosa, scorrazzando per il mondo. Quante gratificazioni in un santuario ricco di storia come quello della Consolata, frequentato da fedeli e pellegrini di levatura spirituale!”

"Il Centro Missionario - scrivono dalla Diocesi - ricorda con gratitudine e riconoscenza don Pierino. Le comunità della diocesi di Torino e tanti donatori, negli anni della sua presenza missionaria nella giovane Chiesa delle Filippine, gli sono stati vicini con la preghiera e con la sollecitudine nel  sostenere l’opera missionaria, in particolare le attività della parrocchia, quelle di assistenza sociale con il progetto delle abitazioni per quasi cinquecento famiglie, una clinica dove le madri oggi possono dare alla luce i figli senza paura di contrarre infezioni, ed una scuola con 1200 studenti, di cui oggi i sostenitori delle “adozioni” a distanza ricevono lettere dai primi giovani che hanno completato gli studi e stanno con gratitudine entrando nel mondo del lavoro. Un vero servizio al territorio, dove parrocchia e barangay, la gestione amministrativa fondamentale delle Filippine, si identificano e lavorano insieme per il bene della gente. Moonwalk, è un esempio di come parrocchia e istituzioni possono collaborare non identificandosi ma, ciascuno nel suo campo, lavorare per il bene comune. Dal 1992, dopo trent’anni tante persone e famiglie generose ancora oggi sostengono ragazzi e giovani del Villaggio Emmaus  nei loro studi, attraverso il sostegno a distanza promosso dal Centro Missionario Diocesano di Torino".

Oggi pomeriggio si è tenuta la Veglia di preghiera alla casa del Clero “S. Pio X” in c. Benedetto Croce a Torino, e dopodiché alle 17.30 nella parrocchia di S. Mauro Abate (via Parrocchia 17) a Mathi. Domani, lunedì 13 marzo alle 15 ci sarà invece la celebrazione delle esequie nella stessa parrocchia.

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