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Nucleare: sindacati in rivolta per il futuro degli impianti di Trino e Saluggia

Lunedì si terrà un presidio a Roma dinnanzi al Ministero della segreteria nazionale e territoriale della Filctem Cgil con le Rsu

Nucleare: sindacati in rivolta per il futuro degli impianti di Trino e Saluggia

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Lunedì alla sede del ministero dell'Economia e Finanze di Roma si terrà un presidio della segreteria nazionale e territoriale della Filctem Cgil con le Rsu degli impianti nucleari di Trino e Saluggia.

Ad annunciarlo è la stessa sigla, che vuole accendere i riflettori su alcune questioni inerenti i due siti: prime su tutte, "l'organico ridotto" e "la mancanza di chiarezza sul futuro della società di decomissioning nucleare".

Spiegano dalla Filctem Vercelli Valasesia: "A otto mesi dal commissariamento di Sogin, riscontriamo una situazione nettamente peggiorata. L'azienda - dicono - è ferma, non ci sono attività rilevanti in nessun sito, l'organico è in costante riduzione, tanto da mettere in criticità la stessa gestione ordinaria e la messa in sicurezza degli impianti. Continuano a crescere gli incarichi, le nomine, i direttori, a scapito dei lavoratori che operano in cantiere rischiando di più di chi lucida una poltrona o si crogiola in una casella organizzativa".

Oltre al presidio previsto per lunedì, Filctem e Rsu intendono illustrare ai sindaci e al prefetto di Vercelli "le gravi criticità presenti in termini di organico - concludono -; questo comporta non avere più il personale necessario a ricoprire le linee di emergenza sia interne che esterne". 

Secondo la Filctem, la situazione in entrambi i siti è critica a causa dell'organico ridotto e della mancanza di chiarezza sul futuro della società di decommissioning nucleare. In particolare, la Filctem evidenzia la ferma dell'azienda, la mancanza di attività rilevanti in nessun sito e la costante riduzione dell'organico, che mette in criticità la gestione ordinaria e la messa in sicurezza degli impianti. La situazione è tale da non avere più il personale necessario a ricoprire le linee di emergenza sia interne che esterne, mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori e della popolazione circostante.

La questione della sicurezza dei siti nucleari in Italia è particolarmente delicata, soprattutto dopo la catastrofe di Fukushima del 2011 in Giappone. L'Italia ha deciso di abbandonare l'energia nucleare dopo il referendum del 2011, ma ci sono ancora molte centrali e impianti nucleari da smantellare e mettere in sicurezza.

In particolare, la centrale nucleare di Trino Vercellese è stata chiusa nel 1987, ma il processo di decommissioning è ancora in corso. L'impianto Sogin di Saluggia, invece, è uno dei siti scelti per ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, ma il progetto è stato bloccato dalle proteste della popolazione locale e dei sindaci.

Secondo i dati del Ministero dell'Ambiente, in Italia ci sono ancora 5 centrali nucleari e 7 impianti nucleari da smantellare. Il costo totale stimato per il decommissioning è di circa 15 miliardi di euro, di cui solo una piccola parte è stata finora stanziata.

La questione dei siti nucleari in Italia è quindi ancora aperta e richiede una soluzione urgente e responsabile. La sicurezza dei lavoratori e della popolazione circostante deve essere garantita, e ciò richiede l'impegno e l'attenzione delle istituzioni e delle parti sociali.

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