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Dibattito
26 Febbraio 2023 - 11:00
Coldiretti Torino accoglie con preoccupazione la notizia che proprio dal capoluogo subalpino potrebbe partire la panificazione commerciale con farina di insetti polverizzati.
«Non sono la sperimentazione e la conoscenza a spaventarci – ci tiene a precisare Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino - Il mondo agricolo torinese è carico di innovazione e lavora ogni giorno a stretto contatto con la ricerca scientifica come dimostrano i numerosi progetti in corso tra l’Università di Torino e le aziende agricole. Nemmeno ci spaventa l’entomologia. Gli agricoltori conoscono bene gli insetti: ci hanno a che fare tutti i giorni. Nessun agricoltore prova ribrezzo nell’osservarli, nel maneggiarli e nel cercare di capire come può difendersi dagli attacchi dei parassiti, vecchi e nuovi che il cambiamento climatico porta con sé. Ed è proprio da questo approccio disincantato e non modaiolo che ci sentiamo di esprimere le nostre riserve sulla diffusione dei derivati proteici da insetti nell’alimentazione dei torinesi».
Bruno Mecca Cici
La tradizione alimentare piemontese ha da sempre fonti proteiche invidiate dalle diete di tutto il mondo. Pensiamo ai formaggi freschi leggeri come il tomino o quelli più grassi e stagionati ma gustosissimi come la toma o gli erborinati. Senza contare la carne cruda piemontese o le mocette magre come la bresaola. Altre fonti proteiche tradizionali sono i legumi, le uova da galline allevate a terra, i prodotti apistici, i pesci di acqua dolce come la trota. «Ci troviamo di fronte al paradosso che le nostre tradizionali fonti di proteine, cui il nostro microbiota è adattato da millenni, vengono demonizzate mentre si saluta con entusiasmo un “novel food” di cui non conosciamo fino in fondo la nostra capacità di assimilazione e le potenzialità allergeniche. A differenza dei rigidi protocolli in vigore per gli allevamenti degli animali vertebrati, per gli insetti non abbiamo nemmeno metodiche sufficientemente rodate per evitare contaminazioni da agenti patogeni dannosi per l’Uomo».
Sui pericoli allergenici sono ancora troppi i dubbi da parte del mondo scientifico. Gli insetti sono utilizzabili per i mangimi dei pesci, in acquacoltura, e spesso dal 2015, cioè da quando si è iniziato a parlare di moda dell’entomofagia, si confonde l’utilizzo come mangime ittico con l’alimentazione umana.
Torino ha un forte tradizione di soggetti che si occupano di sicurezza alimentare e tutela dei consumatori. La città ha imparato dagli scandali del passato che hanno investito mense scolastiche, esercizi di alimenti etnici, commercio alimentare illegale.
Coldiretti Torino si appella alle istituzioni perché non venga meno il principio di precauzione che è alla base della legislazione sanitaria europea e che a Torino guida da anni le attività amministrative e di controllo sul settore della produzione e della commercializzazione alimentare.
«Non possiamo permetterci scandali alimentari che lederebbero l’immagine estremamente positiva che ha oggi il sistema torinese del cibo nel suo rapporto tra produzioni sicure e spesso tipiche e i consumatori su cui occorre continuare l’opera di educazione verso la salute alimentare anche rilanciando prodotti tradizionali oggi ingiustamente attaccati.
«Invece di assecondare la nascita di una moda, magari passeggera, che proporrebbe pagnotte con farine di insetti Coldiretti Torino chiede di rilanciare il consumo del pane, oggi ingiustamente demonizzato. Serve diffondere nuovamente la cultura del pane e l’educazione alla sua fragranza. Serve diffondere la conoscenza dell’arte della coltivazione del grano, della molitura e della panificazione. Oggi il vero rischio è che, nelle nostra vita frettolosa, il pane fresco sia sostituito da prodotti cerealicoli a lunga conservazione.
Coldiretti Torino ha creato le filiere del pane torinese al Km Zero con il Gran dij Bric prodotto sulla collina Chivassese e con i grani prodotti a Stupinigi. Noi facciamo della conoscenza del pane e del grano una battaglia per tutti i cittadini e per l’ambiente. Le esperienze con insetti lasciamole ai nostri viaggi esotici: il nostro pane profumato, dalla crosta croccante semplice e nutriente è quello che vogliamo tramandare anche alle giovani generazioni».
APPROFONDIMENTO
La FAO in uno studio del 2013 menziona gli insetti come fonti di cibo ancora poco sfruttata nel mondo occidentale.
L'entomofagia (dal greco éntomos, "insetto", e phăgein, "mangiare"), è un regime dietetico, che vede gli insetti come alimento. Dal punto di vista ecologico è un rapporto trofico di predazione, parassitismo o di parassitoidismo ed è osservabile in un gran numero di gruppi animali come insetti, uccelli, rettili, anfibi, pesci e mammiferi e di microrganismi. Dal punto di vista antropologico è una pratica diffusa presso molte popolazioni del pianeta basata su particolari gusti o mode o sulla necessità di integrare il fabbisogno nutritivo di proteine.
Il consumo umano di carne di insetto è molto comune in alcune culture di parti del mondo come l'America centrale e meridionale, l'Africa, l'Asia, l'Australia e la Nuova Zelanda. In altre culture, invece, l'utilizzo di insetti per l'alimentazione umana è poco diffuso.
L'utilizzo di insetti nella dieta umana è stato particolarmente importante in epoca preistorica prima che gli uomini scoprissero la caccia e l'agricoltura come testimoniano, ad esempio, alcuni coproliti rinvenuti in Messico e Stati Uniti e contenenti tracce di formiche, larve di coleottero, pidocchi, zecche e acari.
Nell'ambito dell'entomofagia si possono distinguere due categorie: gli insetti utilizzati come fonte primaria di sostanze nutritive e di insetti utilizzati come condimenti. Alcuni insetti sono poi mangiati come larve, mentre altri da adulti. Più di 1200 specie di insetti vengono utilizzate come alimenti da parte di persone in tutto il mondo. Gli insetti e gli aracnidi comunemente utilizzati includono cavallette, grilli, termiti, formiche, larve di coleotteri, falene, bruchi, pupe, ragni, tarantole e scorpioni.
Con il Regolamento (UE) 2015/2283 , entrato in vigore il 25 Novembre 2015, il Parlamento Europeo ha aggiornato le regole per l'introduzione e la vendita di nuovi alimenti destinati alla tavola, i cosiddetti Novel food, una categoria alimentare che include anche gli insetti. Tale Regolamento modifica il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga il regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1852/2001 della Commissione.
I recenti sviluppi scientifici e tecnologici hanno reso possibile una semplificazione delle procedure per le richieste di autorizzazione per l’immissione in commercio di “prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo 'significativo' al 15 maggio 1997 in UE” (con la precedente normativa la procedura richiedeva in media 3 anni e mezzo).
Tra le novità apportate dal regolamento, la centralizzazione della richiesta di autorizzazione, che deve essere presentata direttamente alla Commissione Europea attraverso un sistema online e non a uno degli Stati membri, come avveniva in precedenza. La richiesta deve essere preparata conformemente alle linee guida pubblicate dall’autorità per la sicurezza alimentare (EFSA) e deve contenere i dati scientifici a supporto della sicurezza della sostanza oggetto della domanda di autorizzazione. La stessa EFSA si occupa dell’accertamento della sicurezza. La Commissione rilascia l’autorizzazione attraverso l’inserimento del “Novel food autorizzato” nell’elenco dell’Unione (Union list) insieme a tutte le specifiche previste, incluse le eventuali tipologie alimentari in cui può essere contenuto, le dosi e altre caratteristiche.
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