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20 Febbraio 2023 - 19:23
L'assessore al Bilancio Alessandro Pugliesi
L’Ipca, prima, l’Interchim, dopo.
Ferite che sembravano insuperabili per la città di Ciriè che per colpa delle sue fabbriche ha pianto morti e subito pesanti carichi ambientali.
Dopo 30 anni di battaglie però, finalmente qualcosa si è mosso.
E a distanza di pochissimo tempo l’uno dall’altro, sono arrivati due finanziamenti che renderanno possibile la bonifica dell’area e la restituzione alla città.
L'EX IPCA verrà bonificata e restituita alla città
È del 19 gennaio 2023 la comunicazione ufficiale da parte della Regione Piemonte del finanziamento, tramite risorse del PNRR messe a disposizione dal Ministero della Transizione Ecologica, degli interventi di riqualificazione ambientale e messa in sicurezza dei “siti orfani”, quali per Cirié sono l’ex Interchim e Strada Crotti, per un totale rispettivamente di 3 milioni e 890 mila Euro e di 391 mila Euro.
Una notizia che comporta ora un calendario estremamente serrato di tavoli di confronto che porteranno alla sottoscrizione dell’accordo di programma che stabilirà tempi e iter per la realizzazione del progetto. Progetto che prevede, in particolare per l’area ex Interchim, la nuova fruibilità dell’area e la restituzione dello spazio alla collettività: l’ex sito industriale, dopo la necessaria bonifica, potrà così diventare un vero e proprio parco-museo, in grado di narrare le vicende dell’ex Ipca/Interchim, da tragica memoria del passato in risorsa per il futuro.
Sempre per ciò che riguarda la bonifica dell’area in questione, già a metà 2021 la Giunta Regionale del Piemonte aveva deliberato l’approvazione dell’Accordo di Programma per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito ex Ipca, per il quale sono stati stanziati circa 995.000 Euro da parte del Ministero per la Transizione Ecologica.
Un finanziamento destinato a impermeabilizzare il canale che scorre lungo lo stabilimento e a realizzare un impianto pilota volto ad individuare la tecnologia più adatta alla bonifica degli strati di sottosuolo dell’area industriale vera e propria in via definitiva.
L’affidamento dell’opera di impermeabilizzazione è stato completato nel mese di dicembre 2022 mentre a breve partiranno i lavori di realizzazione vera e propria.
Ad ottenere quel finanziamento era stato l’attuale assessore al Bilancio Alessandro Pugliesi, che all’epoca aveva le deleghe all’Ambiente.
“In quegli anni - era sindaco Francesco Brizio - ero riuscito a mantenere alta l’attenzione sul problema di quell’area smuovendo l’allora Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Era venuto in visita in città e l’avevamo portato anche lì, alle Borche, a visitare quel sito dismesso strappandogli la promessa di un contributo per la bonifica e la restituzione del sito alla città. E così è stato”.
Galletti, in visita all’Ipca nell’ormai lontano 2015, aveva rimarcato quanto fosse urgente bonificare il sito industriale dismesso. Nei mesi successivi la Regione Piemonte e il Ministero l’avevano indicato come una “priorità” e, nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020, il Cipe - Comitato interministeriale per la programmazione economica – aveva deciso di inserire il milione di euro per Ciriè. Poi il silenzio più totale.
“Ci è voluto un po’ di tempo - racconta Pugliesi - da allora sono passati 15 anni, 4 Ministri e io ora ho le deleghe al Bilancio, ma finalmente quel finanziamento è realtà e si potranno iniziare i lavori”.
Per Alessandro Pugliesi, quella bonifica, rappresenta una promessa a suo nonno.
“Io ho abitato in località Borche fino all’età di 8 anni - racconta Pugliesi -. Mio nonno, Ettore Migliorero lavorava all’Ipca, la mia famiglia ha potuto vivere grazie al suo lavoro nella fabbrica delle aniline. E lui è uno dei 394 morti di lavoro. E’ mancato nel 2004 di tumore alla prostata. Come tutti gli altri...”.
Pugliesi non è l’unico ex assessore all’Ambiente di Ciriè che ha pianto un morto per l’Ipca.
“Siamo in due - racconta - io e Cinzia Franza”.
CINZIA FRANZA figlia di Benito Franza che denunciò la tragedia Ipca
Parliamo della figlia di quel Benito Franza che insieme d Albino Stella denunciò pubblicamente la tragedia ciriacese.
“Non è un caso che Ciriè abbia avuto due ex assessori all’Ambiente che hanno avuto legami con quella zona - racconta Pugliesi -. Abbiamo avuto una grinta diversa e il risultato l’abbiamo portato a casa”.
Per quanto riguarda il progetto vero e proprio, tutto è ancora in alto male.
“Più che altro c’è una visione. L’elaborazione del progetto sarà il grosso impegno per il 2023. Solo dopo potrà partire quel cantiere che ipotizzo possa durare anche 10 anni, ma che restituirà alla cittadinanza uno spazio fruibile e un luogo in cui ricordare”.
Questi saranno i due canali che orienteranno il progetto.
“Si partirà con il recupero dell’edificio storico e poi con la bonifica del terreno in modo che anche lo spazio esterno possa essere fruibile per eventi, come spazio aperto alla cittadinanza. L’idea è quella di rendere fruibile l’archivio Guariniello come memoria storica di quel che è stato. E sicuramente ci sarà una collaborazione con l’associazione “I Culur” di Cinzia Franza”.
Insomma un progetto complesso e variegato.
“Saranno 10 anni molto interessanti dopo 30 di assoluto immobilismo. E di questo non posso che essere davvero entusiasta. Lavoreremo tutti alacremente per la realizzazione di questo progetto. Lo dobbiamo alla città e ai morti che qui, quasi ogni famiglia ha pianto”.
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