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09 Febbraio 2023 - 13:52
Pegah Moshir Pour e Melissa Bertaina indossano lo stesso vestito di Atelier Emé
Dal Gran Galà al Castello dei Conti di Biandrate di San Giorgio Canavese al palco del Teatro Ariston di Sanremo, dove è in corso la 73esima edizione del Festival.
A molti chivassesi, attenti alle cronache locali e carnevalesche, non è sfuggito un particolare mica da poco...
Durante la serata di ieri, Pegah Moshir Pour, attivista di origini iraniane residente in Basilicata, è salita sul palco con Drusilla Foer indossando lo stesso abito, nello stesso colore, che sabato sera indossava al Gran Galà la Bela Tolera 2020, 2021 e 2022 Melissa Bertaina.
Il post pubblicato su facebook da Melissa Bertaina, ex Bela Tolera del Carnevale di Chivasso
E' stata la stessa Bela Tolera a metterlo in evidenza con un post su facebook, in cui ha pubblicato la fotografia di Pegah Moshir Pour sul palco dell'Ariston e quella che le è stata scattata sabato sera.
Quel vestito per cui, con le "temutissime" pagelle del Gran Galà, il giornale La Voce le ha dato un bel 8,5.
La pagella a Melissa Bertaina per l'abito del Gran Galà
"Look classico e impeccabile per la Bela Tolera 2020-2021-2022 entrata di diritto nella storia del Carnevale di Chivasso. Scelta che vince non si cambia: Melissa Bertaina si riaffida all’atelier “Emé” di Torino.
L’abito bordeaux scuro, con profonda scollatura e lungo spacco, esalta la sua carnagione chiara e i capelli scuri. In questi tre anni ha dimostrato di avere il phisique du role anche per le situazioni più estreme, come una sfilata di Carnevale anche con 40 gradi! Brava Melissa, adesso ti puoi rilassare...", scrive la giuria del giornale.
"Dal #castellodisangiorgio a #sanremo con @ateliereme", postava invece ieri sera la chivassese Bertaina in calce alle due foto, sua e di Pegah Moshir Pour.
Sotto una pioggia di like e una serie di commenti. Ovviamente tutti positivi per la Bela Tolera. Qualcuno un po' sgarbato per Pegah Moshir Pour, ma questi sono i social, si sa.
"Meravigliosa Melissa". "Ma....tu sei meravigliosa!!!!lei è goffa....e rovina l'abito", scrive un'utente. "Tu hai stile e finezza … lei goffa", aggiunge un'altra. "Meglio il castello di San Giorgio!", scrivono. E ancora: "Sei assolutamente più bella tu" o "Tu sei più bella Melissa e poi il vestito sta meglio a te lei è un po’ goffa".
Pegah Moshir Pour era a Sanremo non per sfoggiare un vestito, ma per qualcosa di ben più profondo.
L'iraniana ha preso parte alla seconda serata del Festival per portare avanti il suo messaggio a favore dei diritti delle donne.
"In Iran non sarei potuta essere così vestita e truccata e non avrei potuto parlare di diritti umani da un palcoscenico. Perché sarei stata arresta o forse addirittura uccisa - ha detto nel suo intervento, accompagnata da Drusilla Foer -. E per questo, come molte ragazze e ragazzi del mio paese, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce ad una generazione cresciuta sotto un regime di terrore e di repressione, in uno dei paesi più belli al mondo, uno scrigno dei Patrimoni dell'Umanità".
In Iran esprimere la propria opinione o la propria femminilità può comportare la prigione o persino la morte.
"La parola Paradiso deriva dall'antico termine persiano Pardis, giardino protetto - ha aggiunto -. Allora io vi chiedo: Esiste un Paradiso Forzato? Ahimè sì…come altro si può chiamare un luogo dove il regime uccide persino i bambini?
Dal 16 settembre 2022, da quando Mahsa Jina Amini, una ragazza colpevole solo di essere sospettata di non indossare in modo corretto il velo, è stata uccisa dalla polizia morale, il popolo iraniano sta sacrificando con il sangue il diritto a difendere il proprio paradiso.
Io vi ringrazio a nome di tutti i ragazzi iraniani perché ricordate al mondo che la musica è un diritto umano".
Pegah Moshir Pour ha 31 anni
Pegah Moshir Pour ha 31 anni, è lucana ma di origine iraniana. Attivista dei diritti umani, content creator in prima fila nelle proteste contro il regime dell’ayatollah a seguito della morte di Mahsa Jina Amini, è arrivata in Italia nel 1998 da Teheran assieme a madre e padre.
La sua storia personale, che la vede costretta a lasciare il proprio paese all'età di 9 anni a causa delle repressioni del regime islamico, ha reso ancora più forte il suo messaggio.
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