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Chivasso
08 Febbraio 2023 - 06:44
I "Puffi" sono il celebre cartone animato prodotto dalla Hanna-Barbera e arrivato in Italia negli anni Ottanta
"Alla figura di Maria José Rinaldi Pellegrini, direttrice del Corriere dei Piccoli tra 1977 e il 1981 e ideatrice del nome dei Puffi, non solo dobbiamo essere grati noi, bambini di allora, e tutti i bimbi di oggi per i momenti di spensieratezza e gioia di cui lei è stata dispensatrice, ma l’intera società italiana che deve vedere in lei il simbolo dell’affermazione assoluta della parità e delle competenze di una donna, già allora, in tempi ancor più difficili di oggi per il mondo femminile".
A parlare è Clara Marta, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale a Chivasso, e una dei tanti chivassesi colpita dalla scomparsa di Josè Rinaldi, la "mamma dei Puffi" così come in molti la chiamavano.
Clara Marta, consigliere comunale di Forza Italia a Chivasso
Clara Marta e il suo gruppo consiliare proporrà, alla prossima seduta del parlamentino chivassese, una mozione o un ordine del giorno - comunque un atto ufficiale - in cui chiederà di dedicare un parco giochi per bimbi o una scuola a Josè Rinaldi, scomparsa qualche settimana fa all'età di 88 anni.
"A questa illustre chivassese - spiega Clara Marta - la nostra città deve guardare con il rispetto dovuto. Si affermò nel mondo del giornalismo dimostrando le capacità professionali, la creatività, l’estro e la determinazione di una donna che non ha avuto bisogno delle quote rosa per farsi conoscere. Propongo che la Città di Chivasso intitoli un parco giochi per bimbi o una scuola alla sua figura: una donna che dedicò il proprio lavoro in particolare alle nuove generazioni e alla loro formazione dal punto di vista dell’educazione e della cultura, attraverso una forma di divertimento pulito e intelligente. Glielo dobbiamo e lo dobbiamo ai nostri giovani per far sì che esistano dei punti di riferimento in grado di preservare valori sociali e culturali importanti per far crescere i nostri figli".
In pochi in città sapevano che il nome dei "Puffi", i celebri protagonisti della serie televisiva animata degli anni Ottanta prodotta negli Stati Uniti d’America dalla Hanna-Barbera, avesse non solo origini piemontesi ma addirittura chivassesi.
A dare il nome ai simpatici animaletti blu è stata Josè Rinaldi, nata a Chivasso nel 1931, negli anni in cui fu direttrice del “Corriere dei Piccoli”, la rivista settimanale di fumetti italiana, pubblicata dal 1908 al 1996 che ha introdotto in Italia i fumetti statunitensi, oltre a pubblicare autori italiani.
Josè Rinaldi diede il nome italiano ai simpatici animaletti blu "I Puffi"
“Urgeva trovare un nome per loro e adattare al nome il linguaggio e che provassi a trovare e l’uno e l’altro”, scrive la stessa Josè Rinaldi in una raccolta delle sue memorie della vita di redazione.
Ma chi è, Josè Rinaldi?
Nata da Silvia Galla, chivassese, con famiglia originaria di Casale Monferrato, e Carlo Nardo Rinaldi, originario della Val Brembana, maresciallo maggiore al comando della stazione di Chivasso, ha trascorso l’infanzia seguendo il padre nelle varie missioni.
Nel 1944 il padre venne assassinato sul lavoro e nel 1956 Josè Rinaldi si unì in matrimonio con Giuliano Pellegrini, originario della provincia di Modena.
Negli anni successivi, rispondendo ad un annuncio sul “Corriere” in cui si cercavano "giovani laureate per redazione testi scolastici”, Josè Rinaldi si candidò e, pur non passando il test, suscitò l'attenzione di Giovanni Fabbri, l'editore, che le propose un colloquio. Che superò.
Le venne dato come prova il compito di gestire una pubblicazione "Selezione dei ragazzi", ispirato al Reader's Digest destinato a ragazzi dalla 4° elementare fino alle scuole medie. Ci riuscì ed entrò ufficialmente in Fanelli Fabbri.
Da lì iniziò una lunga carriera.
Nel 1961, dopo un colloquio con il neo direttore del "Corriere dei Piccoli", Guglielmo Zucconi, entrò in redazione.
Dal 1972 al 1976 il "Corriere dei Piccoli" venne sostituito dal "Corriere dei Ragazzi".
José Rinaldi venne segnalata nelle pubblicazioni come Caposervizio: gestiva rubriche come "Ragazzina tu" e "Formula 2". Fu una delle prime testate per ragazzi ad occuparsi anche di argomenti “seri”.
A fine anni Settanta si chiuse l’esperienza del Corriere dei Ragazzi e venne riaperto il Corriere dei Piccoli, dove Josè Rinaldi assunse il ruolo di direttrice.
Fu durante la sua direzione e su una sua idea che venne dato il nome dei "Puffi" al cartone animato statunitense.
“Dovevano passare sette decenni prima che la direzione del Corrierino fosse al femminile, e quell’onore toccò a me - ricorda nelle sue memorie -. Risultato di molta fatica, di molte intuizioni e perché no, anche dei Puffi. Ecco come andò. Al Corrierino arrivavano dalle agenzie le segnalazioni di nuovi illustratori e relativi personaggi da varie parti del mondo, così come doveva essere avvenuto fin dagli inizi della pubblicazione. Da un’Agenzia arrivò in via Scarsellini la segnalazione che c’era la possibilità di avere l’esclusiva delle storie di strani ometti blu, che potevano sembrare eredi dei setti nani di Biancaneve di disneyana memoria, ma che invece erano qualcosa di ben diverso e più complesso. Il loro autore era un disegnatore belga Pierre Cuillard che si firmava Peyo, nome utilizzato da un cugino che non riusciva a pronunciare Pierre. Loro, gli ometti blu avevano un nome impronunciabile ...anche equivoco, in italiano. Si chiamavano Strumpf.
All’allora direttore gli omini blu piacquero, li considerò innocui, era un’anima candida Carlo Triberti, un piemontese fragile come molti figli unici. Mi consegnò le loro storie da tradurre, i testi nelle nuvolette erano in francese, i verbi e sostantivi erano nella lingua strumf. Urgeva trovare un nome per loro e adattare al nome il linguaggio e che provassi a trovare e l’uno e l’altro”.
“Io partii dal sostantivo più ovvio - prosegue a raccontare -: cosa e cosare e poi non so per quale assonanza mi venne Puffi. Nel dialetto piemontese, che peraltro io non conosco e non ho mai parlato, anche se da quando ho lasciato Milano ho perso la cadenza ambrosiana e assunto quella subalpina (non bisognerebbe avere nessuna cadenza lo so, ma chi è senza peccato, scagli la prima pietra), dicevo nel dialetto piemontese il vocabolo “puffo” c’è e ha un significato ben preciso. Non so se è stato questo suono a venirmi in mente, fatto sta che da coso arrivai a puffo e cominciai a far parlare, cioè a puffare gli ometti blu. Dai nomi originali salvai solo Gargamel, italianizzato in Gargamella. Non ricordo il nome del gatto. Birba era quello di un gatto di mia madre, particolarmente furbo e ladro soprattutto di merluzzo.
Quando le storie degli omini blu approdarono negli USA e la Warner Brothers acquistò i diritti per la trasposizione in cartone animato vennero ribattezzati Smurf, altrettanto brutto, anche se di più facile pronuncia e così sono conosciuti in tutto il mondo. In Italia su volere di Peyo è rimasto il nome Puffi e la cosa mi ha fatto molto piacere, anche se qualche volta essere definita la mamma dei Puffi , come se non avessi fatto ben altro, un po’ mi irrita. Perché, come nota un amico che meno male ho incontrato, sono un po’ permalosa”.
Josè Rinaldi fu infatti anche caporedattrice della Domenica del Corriere e poi giornalista del Corriere della Sera.
Josè Rinaldi con Ferruccio De Bortoli negli anni del "Corriere della Sera"
Iniziò ad occuparsi sempre di più di cibo. Nel 1988 conobbe l'associazione "Donne del vino" di cui entrò a far parte in veste di giornalista e si adoperò per far conoscere l'associazione anche ai portatori di interesse piemontesi.
Ha collaborato con diverse riviste come "Natura oggi", "Benissimo", "Milleidee" ecc… ecc… , specialmente all'inizio degli anni Novanta.
Nel ’94 perse il marito Giuliano. Da lì in poi fu sempre più coinvolta nel mondo enogastronomici, facendo nascere la rivista “Vinarius” dell’omonima associazione e lavorando in seguito ad altre pubblicazioni di rilievo, come la guida Fuoricasello.
Negli anni Duemila fino ai giorni nostri ha collaborato con aziende del settore vinicolo ed enogastronomici, scrivendo testi e come Pr.
Josè Rinaldi è mancata nelle scorse settimane. I funerali sono stati celebrati da don Davide Smiderle in Duomo a Chivasso lo scorso 21 gennaio.
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