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Nole

Fondi pubblici su proprietà privata? La convenzione Comune-chiesa fa discutere

La minoranza consiliare ha ribadito la contrarietà al documento durante lo scorso consiglio comunale

Fondi pubblici su proprietà privata? La convenzione Comune-chiesa fa discutere

Il crollo del campanile nolese del 2006 aveva gettato nello sconforto quei quasi 7mila abitanti che popolano il paese. Da quel momento, al timone dell'amministrazione comunale c'era Roberto Viano, è cominciata la ricerca dei fondi per capire come ricostruire quanto era andato distrutto.

I fondi erano stati trovati: 2,5 milioni di euro di fondi regionali che provenivano dal Pruacs, il Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile. Per disciplinare l'utilizzo di questi fondi ripartendoli tra ricostruzione del campanile e incremento degli alloggi a canone sostenibile, nel 2014 Roberto Viano aveva sottoscritto un accordo con la parrocchia di San Vincenzo Martire e con la Curia. 

La sottoscrizione dell'accordo arrivò poco prima delle elezioni che si sarebbero tenute lo stesso anno. Elezioni che sancirono il cambio della guardia al Palazzo Comunale: dopo dieci anni di Roberto Viano, infatti, iniziò quell'anno il primo mandato di Luca Bertino.

L'ex sindaco, oggi consigliere di minoranza, Roberto Viano

L'accordo, che però non era ancora passato per il consiglio comunale, rimase così sospeso fino al 2017, quando Bertino ne mise in discussione i termini per buttare giù una nuova convenzione. La convenzione prevedeva che la parrocchia cedesse a titolo gratuito alcune delle aree di sua proprietà al Comune per utilizzarvi i fondi del Pruacs.

Nello specifico, si trattava del sagrato-marciapiede, di una porzione di cortile e del muro di cinta (per la realizzazione della piazza), una porzione del portico per la creazione dell'ingresso alla nuova torre civica campanaria, nonché l'utilizzo ad uso cantiere per almeno 520 giorni del cortile di proprietà parrocchiale che dava sulla piazza.

Durante gli scavi archeologici effettuati nel corso dei lavori, poi, venne riportato alla luce un antico muro del ricetto risalente al 1300 circa. Per questo motivo, anche la terza campata del portico fu ceduta dalla parrocchia al Comune, visto l'interesse per la collettività del ritrovamento.

La torre civica subito dopo il crollo

Una soluzione che ha sicuramente permesso al Comune di eseguire i lavori di ricostruzione dell'intera area con dei fondi che lo Stato ha addirittura tentato di revocare, fino alla sentenza di fronte al consiglio di stato che li ha recentemente confermati, dando ragione alla lotta portata avanti dall'amministrazione di Luca Bertino di fronte alla giustizia amministrativa.

Il Comune si impegnò così nel 2017 alla ricostruzione a proprie spese della torre campanaria, di sua proprietà e di cui il Comune cura la manutenzione ordinaria.

Le critiche al sistema di acquisizione a titolo gratuito di aree della chiesa nelle mani del comune non sono mai mancate. La stessa minoranza oggi presente in consiglio comunale, quella di Costruire Futuro, ha sempre ribadito che l'operazione avrebbe potuto svolgersi in maniera più trasparente. Ad esempio tramite un riconoscimento messo nero su bianco di parte fondi alla Parrocchia.

L'altra settimana, l'amministrazione di Luca Bertino ha portato in consiglio comunale un aggiornamento della convenzione. Aggiornamento che non ha nuovamente convinto la minoranza, che ha infatti votato contro l'approvazione del nuovo documento. Le motivazioni non lasciano spazio a interpretazioni.

Luca Bertino, sindaco di Nole

"Continuiamo a ritenere - hanno detto ai media locali Walter Togni, Valeria Castellar, Roberto Viano e Davide Arminio - che sia la vecchia convenzione del 2017 tra Comune e Parrocchia, sia l'aggiornamento votato giovedì sera in Consiglio comunale siano fortemente sbagliati nel principio, per aver impiegato in modo improprio fondi pubblici su parti private".

E fin qui, il problema era lo stesso della vecchia convenzione. Per quanto concerne le ultime disposizioni, però, "il Comune si auto-impone dei vincoli e delle limitazioni sui propri beni, vecchi (la torre civica) e nuovi (una parte del portico interno della parrocchia)."

E' pacifico, secondo la minoranza, "continuare a garantire alla torre civica l'uso come campanile nei tempi e nei modi delle necessità religiose e coltivare il miglior rapporto con la Parrocchia, ma l'insieme di restrizioni, servitù e norme accessorie volute dalla maggioranza sottopone la proprietà pubblica, nei fatti, a una potenziale limitazione d'uso. Per di più, queste norme vincolano anche chi verrà nel futuro, senza valutare che persone e rapporti possono mutare."

I consiglieri di Costruire Futuro

Ad esempio, la convenzione prevede che alla torre civica possa accedere la Parrocchia tramite servitù pedonale senza alcun preavviso al Comune. Stessa limitazione è prevista anche per una parte del portico, dove nuovamente la parrocchia gode del diritto di passaggio reale.

Insomma, quelle aree che formalmente sono di proprietà pubblica vengono in realtà di fatto utilizzate in modo quasi esclusivo dalla Parrocchia. Addirittura l'apertura al pubblico della Torre civica deve essere, come è già accaduto, preventivamente concordata con la Parrocchia. 

Dalla maggioranza sostengono che si tratta di "rapporti di buon vicinato". E la volontà di mantenerli è comprensibile. D'altra parte, però, sono diffusi i timori per cui, qualora i rapporti tra Comune e Chiesa dovessero farsi più aspri, una normativa così poco chiara, sbilanciata verso la parrocchia e la sua facoltà di utilizzare in maniera quasi esclusiva delle aree pubbliche non possa che far male al Comune.

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