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Levone

Le bruciarono vive perché "streghe": due docufiction le racconteranno

Il progetto è interamente incentrato sul processo alle Masche levonesi

Le bruciarono vive perché "streghe": due docufiction le racconteranno

Le voci erano già nell'aria, ma ora è certo: un docufilm racconterà l'ormai nota vicenda delle Masche di Levone. Si chiamavano Antonia De Alberto, Francesca e Bonaveria Viglone e Margarota Braya. Siamo nel 1474, e dopo essere state processate, tre di loro verranno arse vive perché ritenute streghe.

Il progetto parte da una proposta presentata dai professionisti Dario Gardi - Direttore della fotografia per cinema e tv con prestigiose realizzazioni in Italia ed all’estero ed il regista Andry Verga noto Regista di documentari e video culturali, didattici e storici nonché Produttore di video indipendenti, istituzionali, documentari, reportage e cortometraggi, che già in passato aveva realizzato un “corto” sulla vicenda delle streghe di Levone intitolato “Heresia”.

Andry Verga

Il progetto prevede la realizzazione di due docufiction che narrano in modo trasversale le vicende storiche delle cosiddette "streghe" di Levone, - la prima, adatta alla proiezione all'interno di un percorso museale in un’ottica multimediale (che è uno dei progetti dell’Amministrazione Comunale di Levone da realizzare all’interno dei locali di Villa Bertot); la seconda, adatta al grande pubblico (televisivo, digitale e cinematografico).

La ricerca storica e la fedeltà alle fonti disponibili, tra cui le approfondite ricerche di alcuni studiosi esperti della materia che in passato hanno affrontato il tema del processo alle Streghe di Levone saranno di ispirazione fondamentale dei contenuti.

"In passato - sostengono gli ideatori del progetto - qui come altrove, una parte della comunità umana si è erta a giudice supremo della vita e della moralità altrui, ha bollato alcune donne come" streghe", per ragioni politiche, religiose, di presunta devianza rispetto a quanto considerato accettabile nel dato momento storico e culturale, e per altre ragioni che attengono alla meschinità umana. Queste donne sono state isolate, perseguitate, torturate e uccise per ragioni che oggi sarebbero del tutto inaccettabili".

Max Gagnor, sindaco di Levone



"La comunità di Levone - dice il sindaco Massimiliano Gagnor - e allargando lo sguardo l'attuale comunità umana, necessita di esercitare costantemente un sentire inclusivo su tutte le peculiarità che caratterizzano la famiglia umana. I crescenti casi di bullismo, di femminicidio, di discriminazione sociale, culturale, sessuale arricchiscono tristemente la cronaca di tutti i giorni. Diversamente dal passato e da ciò che accade tutt'oggi in molte parti del mondo, diventa allora importante diffondere un messaggio inclusivo, contribuendo con il suddetto prodotto culturale alla creazione di una società capace di accogliere davvero tutte e tutti. È infine non meno importante restituire a queste donne dignità e, per quanto possibile a distanza di tanto tempo, giustizia e voce storica".

L’opera, in fase di scrittura da parte di Carola Benedetto, scrittrice e drammaturga, e Luciana Ciliento insegnante, traduttrice e interprete, vedrà impegnata nel cast come protagonista Elisabetta Coraini attrice di chiara fama con numerose esperienze nel cinema e nella televisione.

Il progetto intende coinvolgere i luoghi che storicamente sono stati teatro delle vicende delle quattro donne Levonesi spaziando tra il territorio di Levone in cui vivevano ed hanno trovato la morte, e quello di Rivara ove sono state processate per mano della Santa Inquisizione, spaziando sui territori dell’Unione Montana Alto Canavese connotati da una storicità ed una suggestione geografica e cinematografica di grande valore.

"È una grande opportunità – conclude Gagnor – per ribadire l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di voler valorizzare la storia della nostra comunità attraverso una realizzazione cinematografica che vede la presenza e l’opera di professionisti ed artisti di grande esperienza e capacità. E’ nostra intenzione fornire tutto il supporto e la nostra disponibilità per poter, ancora una volta, sottolineare i fatti accaduti a Levone a partire da quell’estate del 1474 e far si che la nostra storia possa essere conosciuta da parte di un pubblico sempre più ampio".

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