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Montanaro

La cava potrà allargarsi di tre volte: "Che sarà dell'ecosistema?"

Lo stabilisce il piano cave approvato dalla Regione Piemonte. Insorge il comitato ambientale

Prae, il Comitato di Difesa a Ponchia: "Si ponga un limite alle attività di scavo"

Gli scavi aumenteranno del triplo rispetto agli ultimi dieci anni. Si passerà da un fabbisogno di 96 milioni di metri cubi ad una stima totale di 306 milioni di metri cubi

Il Comitato di Difesa Ambientale montanarese torna alla ribalta con una nuova richiesta, che proprio qualche giorno fa è giunta a Palazzo Bricha all’attenzione del primo cittadino Giovanni Ponchia. L’oggetto della richiesta parte esattamente dalla recente approvazione del  nuovo piano regolatore della Regione Piemonte relativo alle attività estrattive o più comunemente, il PRAE.

E’ infatti noto da questo documento – istituito con una legge regionale nel 2016 - che le cave per estrarre materiali come sabbia, ghiaia o di quelli  di tipo industriale potranno essere ampliati  fino al triplo  rispetto a quanto concesso negli ultimi dieci anni.

 Una mossa che quindi andrà ad eliminare quei “paletti” che limitavano notevolmente le attività di scavo e che d’altra parte dovevano invece salvaguardare l’ecosistema,  con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra la necessità di estrazione e l’ambiente stesso.

In foto i referenti del Comitato di Difesa Ambientale

Abbiamo appreso dagli organi  di stampa che la Regione ha di recente approvato il PRAE – ha commentato il Comitato di Difesa Ambientale - con possibilità di notevole ampliamento dell’area destinata a scavo. Dunque ci domandavamo se l’approvazione del  nuovo piano regionale delle attività estrattive,   comporterà un potenziale nocumento sul territorio montanarese,  data la possibilità di estensione dell’area a cava o dell’aumento della profondità di scavo. Inoltre proprio la petizione contro il bacino di laminazione firmata da 525 cittadini montanaresi chiedeva, tra le altre questioni, di porre anche un freno e dunque non autorizzare nuove aree destinate cave. E nonostante il Sindaco ci avesse risposto che era la Città Metropolitana ad autorizzarle – inforca il Comitato di Difesa Ambientale - avevamo richiesto, nonostante questo non fosse di competenza comunale, la creazione di una lettera di indirizzo politico dove appunto si dichiarava la contrarietà ad ulteriori autorizzazioni”.

Con l’approvazione del PRAE dunque non si parla solo di scavare in profondità, ma anche di aumentare le  aree di interesse, che coinvolgerà di fatto diverse zone della Regione, passando da un fabbisogno di  96 milioni  di metri cubi ad una stima totale di 306 milioni di metri cubi. Entro il 20 febbraio però, i Sindaci potranno presentare delle osservazioni in merito e chissà se anche il primo cittadino montanarese avrà qualcosa da dire o da “ridire” a riguardo.

“Vorremmo inoltre sapere – aggiunge ancora il Comitato Ambientale - se il Sindaco abbia intenzione di presentare osservazioni al nuovo Piano Regionale delle attività estrattive e  se questa amministrazione ai fini di limitare questo fenomeno, abbia intenzione con una modifica del piano regolatore di ridurre la superficie destinabile a nuove cave di futura possibile autorizzazione oppure – conclude il Comitato - quali altre azioni possa intraprendere per limitare la continua e persistente estensione delle cave esistenti”.

 

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