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Lanzo Torinese

Addio al professor Galizia, che ha cresciuto generazioni di lanzesi

Se n'è andato ieri: era originario di regione Oviglia, a Lanzo

Enzo Galizia (foto del figlio Giorgio)

Enzo Galizia (foto del figlio Giorgio)

È morto ieri Enzo Galizia. Aveva 87 anni. Lanzese, originario di Regione Oviglia, Galizia è stato professore di storia e filosofia, insegnante di minibasket, appassionato di montagna e legato indissolubilmente alla Fede. Tante cose per una vita sola. E infatti la vita di Galizia è stata ricchissima, così come la sua presenza ha arricchito le persone che lo hanno incontrato.

A partire da chi, a vario titolo, è stato suo alunno. Tra questi c'è Giorgia Garberoglio, giornalista e consigliere comunale ad Ala di Stura. "A sedici anni - ha scritto la giornalista su Facebook - ero piuttosto confusa, volevo di certo fare la scrittrice o la giornalista, leggevo tutto il giorno, nuotavo, sciavo, ero anche stata Miss D’Azeglio, scrivevo, volevo imparare ad usare l’oboe, uscivo con gli amici, volevo venire a vivere ad Ala e qualche volta anche studiavo. Infatti mi avevano giustamente rimandato di latino e greco".

Ma, prosegue Garberoglio, "fu l’inizio della mia vera crescita. Andai tutta l’estate ad Ala a prendere lezione da professor Galizia, mi innamorai dello studio, del latino e del greco, fu l’inizio del mio amore per la conoscenza. Poi ho passato ancora tutto il liceo a sopravvivere tra i tre e quattro, a sognare, ad andare a sciare e nuotare e al giornale piuttosto che studiare, ma da quell’incontro, da quella estate, da quei pomeriggi al Villar con due dizionari aperti, la mia vita è cambiata".

Ora il professor Galizia è mancato, "ma porterò ogni istante della mia vita ogni singola sua parola, ogni libro indicato, ogni sua citazione, nel profumo dei libri e della vite arrampicata sulla veranda del giardino. Uomo dalla cultura straordinaria, dal cuore d’oro e generoso, papà di ragazzi speciali di cui sono anche lontana cugina, traduceva il latino e il greco con l’immediatezza di chi sa e ama, e sapeva spiegarlo con l’immediatezza di chi sa, e ama, e sa amare. Tanti ricordi, tanta vita, buon viaggio professore. Grazie. Ti devo tanto. Anche il mio inizio nel mondo adulto".

Galizia aveva cominciato la sua carriera insegnando in un Liceo a Roma, ed era poi tornato a Lanzo, dove ha fatto crescere i suoi tre figli. In Piemonte trovò un lavoro come insegnante di storia e filosofia al Sociale di Torino, dopodiché trasferì la propria vita lavorativa tra Ciriè e Lanzo.

"È sempre stato legato alle Valli - racconta la giornalista Franca Giusti, che lo conosceva personalmente - abitava in frazione Oviglia a Lanzo, una piccola borgata dove sono presenti delle case chiamate proprio case Galizia. Ricordo con piacere l'esperienza dell'UniTre, a cui ho collaborato anche io, e i discorsi sulla filosofia e sulla pedagogia".

Giusti ricorda che "quando nacquero i suoi figli decise che dovevano crescere in un giardino e non in appartamento". Un giardino che doveva essere nelle Valli di Lanzo. "Il suo rapporto con la Fede era fortissimo - conclude Giusti -: ai suoi figli diceva sempre: 'focalizzatevi sulle cose belle'. 

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