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Ciriè
16 Gennaio 2023 - 20:32
“La crisi del commercio ormai è irreversibile, c’è troppa offerta”.
La pensa così Giorgio Fornero, decano dei commercianti ciriacesi.
Fornero, che oggi ha 77 anni e una gioielleria in via Vittorio, oltre al bar Pier 91 gestito dai figli, ha iniziato a fare il commerciante a 27 anni.
“Prima lavoravo in un’azienda di Torino - racconta. - Mio padre era magazziniere nellacartiera, mia mamma era sarta. Cuciva in casa”.
Nel 1973, con la mogli, prende la prima attività: “Il New Tripoli Snack Bar di Viale Martiri qui a Ciriè. Era del papà dell’attuale sindaco, Loredana Devietti. Ho iniziato così. Tra caffè e panini”.
Un’attività che Fornero e la moglie portano avanti per 5 anni e tre mesi.
Poi, nel 1978 decidono di prendere la gioielleria di via Vittorio Emanuele.
“A quel tempo era più chiusa che aperta - spiega Fornero -. Era gestita da una coppia di anziani. Anziani e avviliti. Volevano cedere l’attività e io l’ho presa. A quei tempi valeva la pena affrontare qualsiasi sfida. Il commercio era il mondo del possibile. Bastava saperci fare un po’. Tutta un’altra storia rispetto ad oggi...”.
Nel 2001, Fornero decide di raddoppiare prendendo un’altra gioielleria. A Chivasso, questa volta, nella centralissima via Roma: “Era novembre e ci siamo trovati proprio all’inizio del passaggio all’Euro, entrato poi sul mercato a gennaio del 2002”.
Fornero mantiene le due attività fino al 2019.
“In quell’anno ho deciso di chiudere. Non ce la facevo più a fare avanti e indietro tutti i giorni, due volte al giorno. E così ho mollato la baracca. Devo dice che mi è andata bene perché poi a fine febbraio è scoppiato il Covid”.
Di quel periodo Fornero conserva un bel ricordo.
“Chivasso era proprio una bella piazza. E lo è tutt’ora. C’è un bel movimento, una tradizione molto forte legata al Carnevale. Una tradizione che ha coinvolto anche me”.
FORNERO nella gioielleria di Chivasso nel 2019 prima che chiudesse
Nel 2012, infatti, Fornero è stato coinvolto dall’organizzazione, la Proloco l’Agricola, che l’ha scelto per vestire i panni dell’Abbà.
E Ciriè, invece?
“Qui l’isola pedonale è partita troppo tardi, in un momento giù di crisi conclamata. I segnali non sono affatto buoni. Via Vittorio la vedo con i miei occhi, tutti i giorni. Tutti i momenti. Noi commercianti non siamo molto d’accordo su come sono state fatte le cose. Quello all’isola pedonale, è un passaggio che va a pesare molto sulla clientela.I bar hanno perso la colazione mordi e fuggi. Ed anche il passeggio non è quello che ci si poteva aspettare. Il Natale l’abbiamo salvato all’ultimo. Il 24 e il 31 dicembre. Non servono dati per dirlo, basta il passaparola”.
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