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La cefalea colpisce 6milioni di persone: è ora di riconoscerla come "malattia sociale"

È la proposta del capogruppo dei Moderati Silvio Magliano in Consiglio regionale piemontese

La cefalea colpisce 6milioni di persone: è ora di riconoscerla come "malattia sociale"

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato un ordine del giorno del capogruppo dei Moderati Silvio Magliano che punta al riconoscimento della cefalea come malattia sociale. "Il mio atto - spiega Magliano - impegna la Giunta a sollecitare presso il Governo l'emanazione dei decreti attuativi della Legge sulle 'Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale'"

E' una buona notizia per i 6 milioni di italiane e italiani che soffrono di cefalea: "la Giunta regionale - prosegue Magliano - impegnata dal mio ordine del giorno, solleciterà l'emanazione dei Decreti attuativi relativi alla legge del 2020".

"Quel testo - aggiunge - prevede progetti finalizzati e nuovi metodi di presa in carico delle persone che soffrono di cefalea. Quasi un italiano su due, tra quelli che soffrono di questa patologia, attende oltre 5 anni prima di ricevere un trattamento efficace: conseguenza immediata è un significativo peggioramento della qualità della vita di queste persone, con inevitabili ripercussioni sociali, lavorative e familiari".

Silvio Magliano

Il disturbo

Chi di voi non ne ha mai sofferto? Per qualcuno è un episodio sporadico, ma per altri no. Ne soffrivano, si dice, da Sigmund Freud ad Elizabeth Taylor, da Elvis Presley a Giulio Andreotti. Ma anche il celebre compositore polacco Fryderye Chopin. La cefalea, come dice Magliano, è stata riconosciuta come una malattia sociale, invalidante. Lo ha stabilito la legge approvata definitivamente dal Senato l’8 luglio del 2020 con 235 voti favorevoli, 2 contrari e nessuna astensione. Ora, mancano i decreti attuativi. 

Il loro arrivo permetterebbe di attestare definitivamente che la cefalea influisce in maniera negativa e severa sulle attività quotidiane di chi ne soffre. Una conquista importante per un decimo di italiani, che devono barcamenarsi tra lavoro, famiglia e attività ludiche cercando di sopportarla.

Le forme invalidanti riconosciute da quella legge sono sei: 1) l’emicrania cronica e ad alta frequenza; 2) la cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici; 3) la cefalea a grappolo cronica; 4) l’emicrania parossistica cronica; 5) la cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; 6) l’emicrania continua.

Cefalea e lavoro

La cefalea può essere gravemente invalidante soprattutto sul posto di lavoro. Ecco come funziona al momento la legislazione in mertito: deve essere il medico curante a valutare se la cefalea o l’emicrania sono così intense da essere incompatibili con l’attività di lavoro; addirittura, in alcuni casi, il medico può anche valutare l’opportunità di iniziare le procedure per riconoscere l’invalidità a chi ne soffre.

Per cefalea, dunque, ci si può assentare da lavoro sotto conferma del medico. Per quanto riguarda l'invalidità, ecco come funziona: dallo 0 al 15%, per forme episodiche a frequenza di attacchi medio-bassa e soddisfacente risposta al trattamento; dal 16 al 30%, per forme episodiche a frequenza di attacchi medio-alta e scarsa risposta al trattamento e forme croniche con risposta parziale al trattamento; dal 31 al 46%, per forme croniche refrattarie al trattamento: dal 45% in su, l’invalidità consente di rientrare nelle categorie protette per il lavoro.

 

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