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Ciriè
10 Gennaio 2023 - 22:18
il presidente Ascom Stefano Faletti
Che anno sarà il 2023 per il commercio? "Bisognerebbe chiederlo a maghi o indovini!".
Il presidente Ascom distretto del ciriacese, Stefano Faletti, sorride rispondendo alla domanda, senza però negare tutta la preoccupazione generata dalla situazione che sta vivendo la categoria da lui rappresentata.
"Il panorama è di difficile lettura - spiega - scontiamo, innanzitutto, l'incertezza del 2022. Ce la ritroviamo tutta adesso. E poi ci sono gli aumenti che, dalle bollette, alle merci, stanno intaccando i risparmi delle famiglie. In tutto questo il commercio è una categoria che cerca di difendersi, di reinventarsi. Si tenta la strada dell'offerta digitale".
A fare la loro parte c'è la guerra in Ucraina, la dipendenza dalle fonti energetiche russe.
"E' una situazione che non sta patendo solo l'Italia, ma anche la Francia, la Germania, l'Europa in generale".
E a Ciriè qual è la situazione?
"Qui il commercio sta tenendo. E' ancora presto per fare un bilancio, i dati saranno disponibili tra un mesetto. Ma a spanne posso dire che tra attività che chiudono e quelle che aprono il bilancio è sicuramente in pareggio, ma potrebbe essere addirittura positivo".
Un buon segnale in tal senso arriva proprio dalla neonata isola pedonale di via Vittorio.
"Nella parte bassa, quella dove la pedonalizzazione è partita prima - spiega Faletti - tutti i locali vuoti ora sono aperti".
E nella parte alta?
"Qui il progetto è appena partito, serve tempo. Credo comunque che un centro storico riqualificato, più accogliente e vivibile, male non può fare. Non penso che la situazione legata al commercio possa peggiorare a causa dell'isola pedonale. Vedremo se riusciremo a trarne un vantaggio. A vederla come un valore aggiunto. I commercianti, a tal riguardo, si sono mostrati divisi tra i molti favorevoli al progetto e i pochi contrari. Ma ogni attività commerciale è portatrice di interessi così diversi da poter risultare esigenze anche in contrasto".
Fatta l'isola pedonale, bisogna fare i pedoni?
"Non credo che aver perso il parcheggio davanti al negozio possa essere un problema vero - puntualizza Faletti che ha la sua gioielleria proprio nella parte alta di via Vittorio -. Tutt'intorno è pieno di parcheggi. Certo, sta anche ai commercianti creare le condizioni affinché la gente decida di lasciare l'auto e farsi quei 50, 100 metri a piedi per andare a fare acquisti. Ognuno avrà una parte di responsabilità in questo percorso. I bar, i ristoranti, possono avere un effetto trainante. Ora ci sono anche finanziamenti a fondo perduto per migliorare gli esterni, dalle insegne ai dehors, all'illuminazione. Si possono ricevere finanziamenti fino al 70 percento dei lavori grazie ai fondi ottenuti attraverso il Distretto del Commercio. Parliamo di una bella cifra: 250mila euro destinati proprio al commercio. Una bella opportunità".
Che ruolo ha Ciriè nell'ambito del Distretto del Commercio?
"Ciriè è centrica rispetto a tutto il territorio e qui stanno reggendo bene sia negozi che servizi. Più difficile la situazione nei comuni intorno. Soffre Nole, soffrono San Maurizio, San Carlo, San Francesco. Iniziano a perdere i servizi. Gli alimentari chiudono. I negozi di abbigliamento. Ed ecco che sempre più persone da fuori si recano a Ciriè. Stiamo facendo discorsi ad ampio raggio con il Distretto del Commercio, proprio per cercare di aiutare tutti".
Tornando alle cause...
"Difficile trovare una causa unica per le chiusure, per la crisi dei consumi. A volte i negozi chiudono per mancanza di ricambio generazionale. A volte la gente non esce per non spendere. Altre perché non ha voglia. Ci sono dei giorni che via Vittorio è deserta, non passa un'anima. Altri, invece, in cui è un vivace brulicare. E questo senza motivazioni legate a giorni particolari, eventi particolari. E' così e basta. ma questo non capita solo a Ciriè. E' così anche a Rivarolo, ad Ivrea. Anche a Torino capita".
Com'è il commercio oggi?
"Sembra un elettrocardiogramma: picchi e cadute, picchi e cadute. Così, ormai da tempo. La contrazione dei consumi è sotto gli occhi di tutti. Un dato per tutti: quest'anno l'outlet di Serravalle ha chiuso con un meno 20percento. Un dato che deve far riflettere. Ma in questi anni è successo davvero di tutto: una pandemia, una guerra alle porte dell'Europa. Manca solo più un meteorite...".
Lei rappresenta un'associazione che qui sul territorio racchiude più di 300 iscritti. Cosa chiedono gli associati?
"Non c'è una richiesta univoca. Spesso, come dicevo prima, gli interessi delle singole attività spesso sono contrastanti tra loro. Come associazione cerchiamo di avere un ruolo di sintesi. E' quello che è successo anche nel percorso che ha portato all'istituzione dell'isola pedonale. Abbiamo partecipato a moltissimi incontri, mediando, cercando di ottenere delle modifiche. Una soluzione che ha tenuto conto di un po' tutte le istanze. Poi non dobbiamo dimenticare che si tratta di una sperimentazione. Quando si avranno dei dati si potranno fare delle valutazioni concrete".
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