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Lanzo

Addio ad Angelo, che a 16 anni andò in montagna a combattere i fascisti

Fu partigiano nella diciannovesima brigata Garibaldi; aveva 94 anni

Angelo Romele

Angelo Romele

Aveva solo 16 anni Angelo Romele quando, il 26 giugno del 1944, combatteva i nazifascisti tra le fila dei partigiani garibaldini nella ormai famosa "battaglia di Lanzo". Una battaglia impari, che vide contrapposte le poche ma audaci forze partigiane a quelle più attrezzate di parte repubblichina e nazista. Eppure, quell'episodio della vita resistenziale del territorio ebbe un grandissimo valore politico.

Fu una battaglia che fece tre morti tra le fila di chi combatteva per la libertà e venti tra i nazifascisti. Un appello delle brigate Garibaldi pochi giorni dopo la battaglia recitava così: "Le Valli di Lanzo fanno già parte dell’Italia liberata. Ma queste valli non sono liberate per opera delle brigate garibaldine, è tutta la popolazione che contribuisce alla lotta contro l’invasore, con la sua solidarietà e versando il suo contributo di sangue: non basta comunque combattere, bisogna creare gli organismi del potere popolare, bisogna dimostrare ai fratelli italiani e agli Alleati che la popolazione delle Valli, dopo 20 anni di fascismo, non ha perduto il senso della libertà, non ha perduto la capacità di governarsi democraticamente.”

Ebbene, lo ripetiamo perché l'informazione sia ben chiara: Angelo partecipò a quella battaglia quando aveva solo 16 anni. Un coetaneo di oggi, a quell'età, prende in mano i libri e va a scuola, oppure si dedica a un'attività lavorativa.

All'epoca, invece, bisognava fare ben altro. Bisognava reagire a vent'anni di barbarie fascista. Angelo Romele è morto l'altro giorno, aveva 94 anni. Lascia un vuoto immenso in tutta la comunità delle Valli di Lanzo che ancora tiene vivo il ricordo della Resistenza. In primis dell'Anpi e dei volontari del Centro di Documentazione Nicola Grosa.

Partigiani nelle Valli di Lanzo

Angelo era nato il 19 ottobre del 1928, figlio di un minatore, che poi imbraccerà anche lui le armi contro i fascisti, e di una casalinga che fu arrestata e portata alla caserma di via Asti a Torino, dove rischiò la deportazione. La famiglia di Angelo era una di quelle che, come spesso accadeva, si era abituata subiva le vessazioni quotidiane del fascismo.

Durante la guerra, Angelo lavorava come apprendista falegname. Fino al settembre del '43 e all'inizio della guerra di liberazione. Angelo aderì alla diciannovesima brigata Garibaldi, quella guidata da Natale Rolando, detto Rolandino, forse il partigiano più conosciuto e importante di tutte le Valli di Lanzo.

Il messaggio dell'Anpi provinciale di Torino

La brigata operava in Val di Viù. Dopo i rastrellamenti avvenuti nel '44 nelle Valli di Lanzo, Romele si trasferì in provincia di Cuneo, dove continuò l'attività politica. Non si fermò quando, una volta arrivata la democrazia, i partigiani poterono finalmente posare le armi.

Continuò infatti a diffondere gli ideali antifascisti per tutta la sua vita. Quelle stesse idee che avevano animato la sua scelta di vita e di lotta quando non era ancora maggiorenne, e in cui ha sempre creduto.

"Con immenso dispiacere ci uniamo al cordoglio della famiglia e dei compagni della Sezione Anpi di Lanzo, per la scomparsa di Angelo Romele, partigiano delle Valli di Lanzo. Che la terra ti sia lieve Angelo" hanno scritto i militanti dell'Anpi provinciale di Torino sui social per ricordare Romele.

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