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Crisi climatica: nel 2022 sono morte 29 persone a causa di eventi estremi

Coldiretti annuncia che è andato perso il 10% dei raccolti e Legambiente chiede una legge su clima

Casamicciola

Casamicciola

La crisi energetica ha fatto un po' dimenticare la crisi climatica all'opinione pubblica. Ma il cambiamento climatico non è che si è fermato perché ora dobbiamo pensare alle bollette. Quest'anno gli eventi climatici estremi, conseguenza del riscaldamento globale, sono aumentati del 55% in Italia rispetto al 2021.

Per la precisione, sono stati 310, con 29 morti. Ce lo ricorda Legambiente, con i dati del suo Osservatorio Città Clima. Coldiretti rincara la dose, facendoci sapere che i danni all'agricoltura da questi eventi estremi nel 2022 sono arrivati al 10% del valore della produzione nazionale. Per tutte queste ragioni, Legambiente ribadisce che serve al più presto un Piano nazionale di adattamento al clima.

GLI EVENTI CALAMITOSI REGISTRATI

L'associazione ambientalista ha registrato 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 casi di danni da trombe d'aria e raffiche di vento, 29 da grandinate, 28 da siccità prolungata, 18 da mareggiate, 14 eventi con l'interessamento di infrastrutture, 13 esondazioni fluviali, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico.

Nel 2022 sono aumentati, rispetto allo scorso anno, i danni da siccità, che passano da 6 nel 2021 a 28 nel 2022 (+367%); quelli provocati da grandinate, da 14 nel 2021 a 29 nel 2022 (+107%); i danni da trombe d'aria e raffiche di vento, che passano da 46 nel 2021 a 81 nel 2022 (+76%); allagamenti e alluvioni, da 88 nel 2021 a 104 nel 2022 (+19%). Il Nord della Penisola è stata l'area più colpita, seguita dal Sud e dal Centro.

La Lombardia è la regione che registra più casi, ben 37, seguita dal Lazio e dalla Sicilia, con rispettivamente 33 e 31. Rilevanti anche i casi registrati in Toscana, 25, Campania, 23, Emilia-Romagna, 22, e Piemonte, 20, Veneto, 19, Puglia, 18.

Tra le province, quella di Roma risulta quella più colpita, con 23 eventi meteo-idro, seguita da Salerno con 11, Trapani con 9, Trento, Venezia, Genova e Messina con 8 casi. Tra le città, il maggior numero di eventi è stato a Roma (13) e Palermo (4). Per Coldiretti, la siccità e gli eventi meteo estremi dovuti al cambiamento climatico hanno provocato nel 2022 danni in agricoltura che superano i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nazionale.

Per fronteggiare questi fenomeni in crescita, Legambiente chiede al governo 5 interventi: l'approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico e risorse adeguate per attuarlo; l'aggiornamento del Pniec, il piano nazionale dell'energia, con obiettivi più ambiziosi per le rinnovabili; nuove semplificazioni per gli impianti di energie pulite; linee guida aggiornate per le Sovrintendenze del Ministero della Cultura, che spesso bloccano le centrali eoliche e fotovoltaiche per vincoli paesaggistici; potenziamento degli uffici regionali che rilasciano le autorizzazioni. Dal canto suo, Coldiretti chiede interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l'acqua piovana.

“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio CittàClima – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci restituisce un quadro preoccupante di un anno difficilissimo, concluso con le notizie sulle temperature primaverili di fine dicembre in Italia, sulla tempesta artica che ha colpito il Nord America, causando decine di morti, e sull’ ondata di freddo in Giappone".

STEFANO CIAFANI, presidente nazionale Legambiente

"Nella lotta alla crisi climatica - continua Ciafani - il nostro Paese è ancora in grave ritardo, rincorre le emergenze senza una strategia di prevenzione, che farebbe risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. Al Governo Meloni, al posto di nuovi investimenti sul gas, chiediamo cinque azioni urgenti da mettere al centro dell’agenda dei primi mesi del 2023 ad una veloce approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico, devono seguire lo stanziamento di adeguate risorse economiche per attuarlo, non previste dalla legge di bilancio approvata; l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) agli obiettivi europei di riduzione dei gas climalteranti del REPowerEU, dimenticato dal governo Draghi; nuove semplificazioni per tutti gli impianti a fonti rinnovabili, a partire dal repowering per gli impianti eolici esistenti; la velocizzazione degli iter autorizzativi con nuove linee guida del Ministero della Cultura per le Sovrintendenze e una forte azione di sostegno e sollecitazione alle Regioni per potenziare gli uffici che autorizzano gli impianti”.

 

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