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23 Dicembre 2022 - 01:24
Il crocifisso in sala rossa sta facendo discutere la politica a Torino
E' 'giallo' intorno al crocifisso presente a Torino nella sala del consiglio comunale.
Nei giorni scorsi è stata era stata notata la sua scomparsa, ma oggi oggi il simbolo del cristianesimo è riapparso al suo posto con tanto di cartello 'Sono ritornato!'.
A segnalare la sparizione del crocifisso, con un post ironico sui social, era stato per primo Silvio Viale, radicale, esponente di Più Europa, capogruppo di lista civica per Torino, che da tempo ne chiedeva la rimozione: "So tutto - scriveva - e confesso. Una notte mi è apparso il Cristo piangente di Stupinigi, preoccupato di non potere andare a Betlemme per gli impegni d'ufficio. Lo stesso, la notte dopo, il Cristo del Crocifisso in Sala Rossa. Non potevo fare nulla per il Cristo di Nichelino (il riferimento è a una statua che secondo alcuni fedeli piange - ndr) che la Curia ha poi portato via, ma potevo fare qualcosa per il Cristo in Sala Rossa. Cosi l'ho aiutato. Non so, se e quando ritornerà dopo la visita dei Magi, ma nel frattempo propongo una riflessione sull'opportunità della sua presenza, in nome del supremo principio di laicità dello Stato, non sono più disposto ad accettare l'esposizione del crocifisso nella sala che rappresenta tutti i torinesi, qualunque sia il loro livello di fede in una religione o non ci sia affatto".
L'assenza, secondo Viale, perdurava dal 12 dicembre ma "nessuno se ne era accorto". Oggi però il consigliere ha verificato che il crocifisso era di nuovo al suo posto con tanto di cartello scherzoso.
"Smentisco categoricamente di essere stato io a riposizionare il crocifisso, provvisoriamente risistemato. Soprattutto di essere stato io a porre il cartellino 'sono ritornato'. L'ho scoperto casualmente, insieme ad una giornalista. Sia, chiaro. Sebbene affronti la questione con ironia, non di tratta di una goliardata, ma di una questione politica. In gioco è un aspetto simbolico fondamentale della Laicità dello Stato, che è sostanza e libertà. Confermo di essere stato io a rimuoverlo l'8 dicembre scorso. La battaglia finale è appena iniziata". E' quanto scrive su Facebook il consigliere comunale, Silvio Viale, in merito al caso del crocifisso scomparso e riapparso in Sala Rossa.
"Quasi superfluo commentare l'ennesima messa in scena da parte di chi scambia il Natale con il Carnevale e non rispetta il fatto che il Crocifisso sia, anche per chi non crede, un simbolo di uguaglianza e di carità. Il nostro appello è alla Presidente del Consiglio affinché vigili su comportamenti come questi".
E' il testo di una nota congiunta degli esponenti Moderati torinesi Silvio Magliano (consigliere regionale), Carlotta Salerno (assessore), Simone Fissolo (consigliere comunale) e Ivana Garione (consigliere comunale) in merito al 'giallo' del Crocifisso scomparso e riapparso nella sala del consiglio comunale di Torino.
Il riferimento è a Silvio Viale, radicale, esponente di Più Europa, consigliere comunale per una lista civica.
"Quasi superfluo - aggiungono i quattro Moderati - commentare l'ennesima azione di chi, da troppo tempo, a parole si scaglia contro quel simbolo universale che a tutti, a prescindere dalla fede di ognuno, parla di uguaglianza e di carità, ma poi nei fatti dimostra di averne bisogno per ottenere qualche minuto di notorietà. Il consigliere Viale, che forse confonde il tempo del Santo Natale con quello del Carnevale, si ripete da 20 anni: ormai lo conosciamo bene e non ci stupiamo, semmai ci rammarichiamo".
"Il nostro appello - è la conclusione - va alla Presidente del Consiglio, alla quale chiediamo di vigilare su comportamenti di questo genere".
"Le goliardate di Silvio Viale fanno ridere soltanto l'autore. Viale offende i suoi progenitori politici, da Marco Pannella in giù, ai quali non è mai passato per la testa di fare la guerra al Crocifisso. L'Italia è uno Stato laico, e laico è il Comune di Torino e la Sala Rossa, con o senza il Crocifisso. Viale lasci che quella guerra la faccia qualche islamico. O si è convertito anche lui all'ideologia telebana?". Ad affermarlo è Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione.
"Avere il crocifisso nelle nostre aule, sia scolastiche sia istituzionali, non vuol dire imporre a qualcuno il nostro credo, ma essere orgogliosi dei valori che hanno fondato la nostra civiltà. Se noi rinunciamo a quei valori, non sappiamo più chi siamo. Per questo dobbiamo essere fieri di quel simbolo che è il crocifisso e lo dobbiamo esporre". Lo afferma, in risposta al consigliere comunale Silvio Viale, l'assessore regionale al lavoro e all'istruzione Elena Chiorino (FdI).
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