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21 Dicembre 2022 - 22:15
Come materasso il pavimento di piazza Ottinetti a Ivrea, a volte i portici del Consorzio In.rete. Come coperta un cielo trapunto di stelle. E' la notte di Natale. Lui vive così. Dice che gli piace e in un mondo di sani che lo crede un pazzo, lui da “sano” dice che i pazzi siamo noi.
In fin dei conti che cos’è la non pazzia?
Un adeguarsi alle regole che ci siamo dati? La civiltà dei social? Ecco è proprio lì che è scoppiato lo scandalo.
Una tizia ha pubblicato una fotografia del senzatetto e alè, decine e decine di leoni da tastiera, chiusi in casa, sono sputanti fuori come funghi dopo una giornata di pioggia, pronti a “pontificare” e a dire la loro su come vanno le cose in questo mondo.
Succedeva più o meno un anno fa, ma le cose non sono affatto cambiato, semmai peggiorate.
E meno male che ci sono i social - verrebbe da dire - a tenerci compagnia. E c'è chi si chiede come sia possibile una cosa del genere proprio nel nord Italia, c'è chi mescola l’urbanistica con il sociale, c'è chi punta il dito sul degrado e chi non ci mette due minuti per puntare il dito sulle Associazioni umanitarie inconsapevolmente colpevoli. Si sarebbe potuto fare di più, per esempio utilizzando i tanti stabili vuoti o mezzi vuoti di proprietà delle suore, dei preti, del Comune, ma vuoti erano e vuoti resteranno... Si sarebbe potuto fare di più con il reddito di cittadinanza... Si sarebbe potuto fare di più con i bonus e con la cassintegrazione... Si sarebbe potuto fare di più ma, non lo si è fatto
Forse ci vorrebbero più assistenti sociali, ma anche loro fanno quel che possono e a volte consigliano come letto la panchina di fronte ad una delle tante stazioni dei carabinieri e quelli sì, in alcuni disperatissimi casi, sono riusciti a fare il miracolo di un letto vero.
Poveri, diseredati, disadattati, qualche volta anche fuori di testa sempre che i fuori di testa siano loro.
Nei giorni di mercato si aggirano tra i banchi. All’apparenza normalissimi clienti, e forse (chi lo può sapere) fino a non molti anni fa lo erano. Guardano i prodotti esposti sulle bancarelle: frutta, verdura, pesce e carne.
Sembra che valutino la merce esposta. Poi all’improvviso, ma con molta discrezione, si avvicinano alle buste gialle degli scarti. Un’occhiata veloce, senza dare troppo nell’occhio (e non è un ossimoro), per individuare il residuo “quello buono”, prima di infilare rapidamente la mano e via tra la folla.
Questo nelle migliori delle ipotesi, non foss’altro che qualche "coraggioso" la ricerca del salvabile la fa direttamente nel cassonetto dell’immondizia. Cerca di qua, sposta di là. Una prugna. Toh guarda un cavolfiore. La “spesa”, quando va bene, è una banana tutta marrone, una mela o un pomodoro andato a male, in alternativa qualche foglia di lattuga rinsecchita o il gambo di un carciofo. Uomini e donne ai margini della società.
In America li chiamano “invisibili” e con questa parola ci han già girato un mucchio di film, anche uno con Richard Gere. Si piange. Ci si commuove e poi finisce tutto lì, in una visione che dura due ore o poco più.
Qui da noi li chiamavamo i “sensatetto”, poi qualcuno ha pensato bene di ribattezzarli elengantemente con il nome di “clochard”, come se grazie ad un semplice francesismo potessimo rendere meno cupa la vista e la loro stessa esistenza. Bisognerebbe invece chiamarli Barboni.
Agli ultimi posti di una scala sociale che non ha pietà. Barboni. Una parola dura. Spigolosa. Da far gelare il sangue nelle vene. Sono tanti. Si moltiplicano giorno dopo giorno sempre di più, anche a Chivasso, Settimo, Ciriè o, perché no, Ivrea, ironia della storia, città divenuta patrimonio dell’Unesco, più per quello spirito olivettiano del buon vivere che non per gli immobili di via Jervis, peraltro chiusi al grande pubblico.
E si poteva continuare a fare finta di niente. A considerare il problema un “non problema” o un problema di altri non fosse che su Facebook di tanto in tanto qualcuno posta una foto. Forse perchè un’immagine vale più di mille discussioni sul senso della povertà. Più dei tanti sforzi contorsionistici passati ad applaudire il nuovo governo del paese e le tante cose che farà.
Contro i migranti, per il turismo e per i giovani. Dei “barboni” però, colpa di Satana, non c’è traccia nei programmi elettorali. Sganciati tutti, candidati e neo eletti compresi, dalla vita reale e da un fotogramma strappato alla strada e abbandonato come un messaggio in bottiglia nell’oceano della rete.
Un signore qualunque (forse) a occhio e croce un pensionato come tanti altri, curvo a scrutare dentro ad un bidone dell’immondizia. Perchè quello è il suo banco del supermercato, il suo menù. Lì dentro, tra i nostri scarti, c’è la sua cena, la colazione e il pranzo.
Da qui in avanti i commenti si sprecano, per la stragrande maggioranza “politici”, pro e contro Meloni, pro e contro il Pd, pro e contro tutti. E di nuovo qualche insulto. E di nuovo il dito puntato sui migranti. E di nuovo la guerra degli uni contro gli altri, dell'Ucraina contro la Russia e viceversa, con qualche intercalare di chi invece, sentitamente commosso, se solo potesse, una mano ai “barboni” gliela darebbe pure... magari con una colletta, magari parlandogli o facendogli la spesa...
Un po' ovunque, per fortuna, ci sono le mense della fraternità. Offrono il pranzo, ma non tutti i barboni hanno il coraggio di frequentarle. Il finale di una discussione che di più lunghe non se ne vedevano da un pezzo, è tutto da piangere ma anche da ridere. C’è chi parla di egoismo e di solidarietà, parole antiche. E chi la ributta in caciara, con il dito puntato sulle coop, sui parroci e di nuovo sugli extracomunitari... Insomma non se ne esce vivi...
“La cosa nuda e cruda è che questa società - scrive un tizio - che sembra che abbia il passo veloce con internet 5g computer ecc se ne frega. Non c’e volontà di affrontare i problemi e questo è con i poveri barboni, con le buche per strada, con i bus che saltano le corse ecc ecc . Non si fa più niente zero assoluto ma anche colpa tutto nostra che non facciamo valere i nostri diritti...”.
Ecco per l’appunto, barboni, buche e autobus, su Facebook è tutto uguale e domani è un altro giorno con tanti altri argomenti su cui dibattere.
Per passare il tempo. Attaccati al pc o al cassonetto. Fin che ce n’è...
Buon Natale a Mario "senzadenti", a Gino il "mago", a Marco il "lestofante", a Tonino dal "pin", a chi non ha le scarpe e a chi non ha da mangiare, a chi vivrà questa notte come ce ne sono tante, come tutte le altre. Buon Natale a chi non sa che oggi e Natale. Buon Natale a chi sta su Facebook e parla dei "tombini" e delle "povertà" con la stessa enfasi...
Buon Natale
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