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Ceres
09 Dicembre 2022 - 21:55
Don Claudio Pavesio col sindaco di Ceres Davide Eboli
È stato un 8 dicembre particolare quello ceresino. I fedeli del paese nelle Valli di Lanzo, infatti, si sono ritrovati in parrocchia per celebrare l'Immacolata Concezione, ma la celebrazione aveva anche un altro significato. I ceresini hanno infatti celebrato i dieci anni di parrocchia del loro "Don", Don Claudio Pavesio.
Dieci anni al servizio della sua gente, in un periodo complesso come quello da cui appena stiamo uscendo: quello pandemico, che ha portato non soltanto sventure, rinunce e lacrime, ma spesso e volentieri ha tirato fuori pure la capacità delle persone di cooperare per raggiungere uno scopo comune.
A maggior ragione nelle piccole comunità come quella ceresina, mille abitanti malcontati, dove ancora la Chiesa (con la maiuscola) e la chiesa (con la minuscola) hanno un ruolo fondamentale nell'organizzazione della vita sociale. E ce l'hanno avuto tanto più in tempi di pandemia.
Don Claudio Pavesio
"Amministrazione, associazioni e parrocchia - ricorda il sindaco di Ceres Davide Eboli - hanno cooperato in quel periodo per aiutare chi era in difficoltà". Più in generale, il primo cittadino pensa che sia necessario "ringraziare Claudio Pavesio per la sua collaborazione con tutti i ceresini e con le associazioni".
Una figura, quella di Pavesio, che Eboli descrive come profondamente calato e attento alle dinamiche della sua comunità, "anche durante la sfortuna del covid" aggiunge Eboli. Claudio Pavesio arrivò a Ceres l'8 dicembre di dieci anni fa, con la celebrazione della sua prima messa.
Tutti assieme per festeggiare Don Claudio
E proprio la messa di ieri è stata un modo per ricordarlo. Alla cerimonia c'erano le espressioni più importanti dell'associazionismo ceresino. Alpini, Corpo Musicale, Protezione Civile. Gli Alpini hanno anche dedicato al parroco una targa per imprimere nero su bianco il "traguardo" dei dieci anni.
"Stiamo facendo altri progetti con lui - conclude Eboli - e vorremmo continuare a lavorarci in cooperazione". Insomma, in un momento in cui i parroci di montagna sono sempre meno, le figure come Don Claudio Pavesio restano sempre più dei punti di riferimenti per la comunità in cui operano.
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