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Fondi mai spesi. I comuni avvertono: "Gli uffici sono svuotati!"

Province chiedono a gran voce di cancellare la legge Delrio: "Ridateci le funzioni"

Palazzo Chigi rimette in moto la macchina per la prevenzione del suolo dai rischi climatici e idrogeologici, nonostante l'imperversare delle polemiche sulle risorse finora non spese o inopinatamente finite su binari morti.

Intanto gli enti locali accolgono l'invito squadernato oggi dal governo per tornare ad avere un ruolo da protagonista nella difesa dei territori. Ma rilanciano la palla nel campo dell'esecutivo, con i sindaci che premono per maggiori risorse e personale, e i presidenti di Provincia che tornano a chiedere a gran voce la restituzione delle funzioni cancellate dalla legge Delrio.

La tragedia di Casamicciola ha intanto riacceso la miccia sul mancato utilizzo delle risorse. Soltanto nel 2019, quindi non molto in là con gli anni, la Corte dei Conti denunciava lo scarso utilizzo dei soldi stanziati per il Fondo progettazione contro il dissesto idrogeologico e "l'inefficacia delle misure sinora adottate, di natura prevalentemente emergenziale e non strutturale".

La fotografia dei magistrati contabili mostrava come, a partire dal 2017, le risorse effettivamente erogate alle Regioni fossero soltanto il 19,9% del totale complessivo (100 mln di euro) tra quelli in dotazione al Fondo. Una scarsa efficacia di spesa - a cui evidentemente è legata anche una certa indisponibilità o incapacità alla progettazione - che negli anni si è riverberata a cascata sui progetti di tanti singoli comuni o pezzi di territorio. E da qui, come denunciava ancora la Corte dei Conti, "il conseguente ripetuto ricorso alle gestioni commissariali".

I comuni da par loro rispondono 'presente' al piano varato dal governo.

"Siamo assolutamente disponibili come Anci a metterci al tavolo con tutte le istituzioni nazionali per dare in concreto il nostro contributo come sindaci", fa sapere il delegato alla Protezione civile Paolo Masetti.

PAOLO MASETTI, Anci

"Ma diciamo anche da tempo però che i comuni sono in molta sofferenza per rispettare tutti gli adempimenti strategici delle normativa, questo lo dico in termini di risorse e di addetti".

Per Masetti, che è anche sindaco di Montelupo Fiorentino, "se si vuole continuare su questa strada dobbiamo dare ai Sindaci e alle loro comunità tutti gli strumenti necessari per adempiere alle norme. Poi non bisogna dimenticare che in termini di prevenzione strutturale i territori sono il risultato di una stratificazione di decisioni prese nel passato e quindi noi sindaci ereditiamo realtà che sono ad altro rischio, anche per questo siamo disponibili a lavorare ad un piano forte e deciso per mitigare i rischi, soprattutto di ordine idrogeologico. Poi c'è la pianificazione comunale - osserva ancora l'esponente Anci - che in molti territori non è fatta al meglio, e questo sempre per la mancanza di risorse e di personale".

D'accordo con il piano del governo Meloni anche le Province, che però continuano a battere il tasto delle funzioni.

"Siamo pronti a dare il nostro pieno contributo, ma per recuperare il tempo perduto è essenziale che a questo impegno corrisponda certezza dal punto di vista delle funzioni, degli organi, del personale e soprattutto le risorse indispensabili", avverte il presidente dell'Upi Michele de Pascale.

Con l'azzeramento delle funzioni "i territori hanno perso risorse e non hanno più goduto della necessaria prossimità nella programmazione e pianificazione coordinata degli interventi. Ora non possiamo che accogliere con favore la decisione del Governo di coinvolgere le Province nel piano straordinario di contrasto al dissesto idrogeologico varato oggi dal Consiglio dei Ministri, ma per recuperare il tempo perduto è essenziale che a questo impegno corrisponda certezza dal punto di vista delle funzioni, degli organi, del personale e soprattutto delle risorse indispensabili". 

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