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Usseglio
20 Novembre 2022 - 20:25
Le Casermette Rocciamelone
Quando, l’aprile scorso, era giunta la notizia dell’arrivo di 1,9 milioni di euro dal Pnrr per la riqualificazione del primo lotto delle casermette Rocciamelone, il sindaco di Usseglio Pier Mario Grosso aveva cominciato a darsi da fare per organizzare i passi successivi.
Si era partiti a giugno, radunando in un incontro alle casermette non solo amministratori e cittadini, ma anche e soprattutto gli accademici e gli studiosi che si erano occupati della redazione del progetto.
Uno scatto dell'incontro di giugno
Un progetto dalla natura sociale, che farà, se andrà in porto, delle casermette, che il Comune aveva acquisito nel 2019, un “polo alpino del welfare”, uno spazio di accoglienza a carattere educativo e terapeutico.
Il passo successivo, l’avevano detto tutti chiaro e tondo in quell’occasione, sarebbe stato trovare qualcuno che possa gestire gli immobili e che, possibilmente, possa avere i requisiti necessari per investirci e per mobilitare le giuste energie per trasformare le casermette in spazio educativo e terapeutico.
Ora è arrivato il momento di farlo.
Il Comune di Usseglio ha infatti pubblicato il 17 novembre una manifestazione di interesse.
Lo scopo, si legge nell’avviso esplorativo, è la “ricerca di soggetti no-profit interessati alla concessione onerosa pluriennale per la gestione degli immobili di proprietà comunale denominati ‘ex Caserme Rocciamelone’ Lotto 1”.
La durata della concessione sarà trentennale, con possibilità di essere rinnovata. L’obiettivo, con tutta probabilità, è stimolare il concessionario a investire sugli immobili e a renderli più simili possibili a quello studio di fattibilità che nell’aprile scorso aveva vinto alla lotteria del Pnrr.
Le Casermette viste dalla provinciale che passa per il paese
Anche perché, si legge nell’avviso esplorativo, “ogni miglioria o addizione, previamente autorizzata, entrerà a far parte del patrimonio comunale senza che il concessionario, alla scadenza della concessione o per qualunque causa di cessazione anticipata, possa pretendere indennizzi o risarcimenti”.
Il gestore dovrà anche pagare un canone annuale di concessione di mille euro, e saranno a suo carico tutte le spese di gestione, manutenzione ordinaria, pulizia, vigilanza, i consumi di energia elettrica, riscaldamento e acqua con intestazione dei relativi contatori oltre alle imposte (rifiuti, pubblicità ecc.) e quanto altro attinente all’esercizio dell’attività, comprese la dotazione di arredi ed attrezzature.
Le “due vocazioni” delle casermette
Il nuovo gestore dovrà rispettare quelle che vengono definite “le due vocazioni strategiche” del primo lotto delle Casermette.
Da una parte, una vocazione educativa e formativa che potrà rivolgersi ad un pubblico giovanile o adulto (tirocini e percorsi verso l’attività lavorativa per studenti di Scuole secondarie superiori, Università, giovani Neet, imprenditori, professionisti/manager, neolaureati). E’ la cosiddetta “Scuola di Montagna”.
Dall’altra, una vocazione terapeutica: “la montagna che cura”, “l’agricoltura che cura”, attraverso la capacità della Montagna, e dell’Agricoltura di far recuperare il legame primario con la natura. Viene chiamata “montagna terapia”, e comprende una serie di pratiche che si rivolgono potenzialmente ad un amplissimo target di disagio (fisico, psichico, intellettivo, sociale, generazionale) e può rappresentare una risorsa ed un vantaggio competitivo per le Casermette.
Il primo edificio delle Casermette
“Le casermette come case alpine del welfare”
“Il progetto di valorizzazione delle ex Caserme Rocciamelone di Usseglio - dichiara il primo cittadino Pier Mario Grosso - rappresenta una grande occasione per avviare la costruzione di acceleratori di sviluppo sociale in una visione metro-montana, dove l’integrazione con la città diventa occasione di crescita culturale e demografica per le Valli di Lanzo, un traino per il rafforzamento del tessuto sociale. Con il presente progetto si intende attivare spazi “scambiatori” tra montagna e città, in un’ottica davvero metro-montana, che abbiamo provato a definire “case alpine del welfare”, dalle quali dare avvio a percorsi di riuso e di potenziamento delle risorse locali, diventando luoghi vivi e centro propulsivo di progettualità e sviluppo metro-montano, portatore di elementi e dinamiche virtuose e replicabili in altre realtà montane piemontesi”.
Pier Mario Grosso, sindaco di Usseglio
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