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28 Ottobre 2022 - 12:34
Il caro energia non guarda in faccia a nessuno e colpisce anche quelle realtà che offrono assistenza e sostegno alle vittime di violenza e di abusi.
Accade a Torino, dove oltre trent'anni fa è nata l'associazione "Crescere Insieme" che oggi teme per il proprio futuro: "Il preventivo del teleriscaldamento per i prossimi mesi sfiora i 10 mila euro. Siamo in grossa difficoltà e non riusciamo ad affrontare una spesa così alta. Dovremo andarcene", spiega la presidente Mirella Miroglio.
Tante le attività messe in campo dall'associazione, a supporto delle esigenze e delle necessità dei torinesi: dall'accoglienza di mamme con bambini, nuclei in difficoltà abitativa ed economica, fino alla distribuzione di migliaia di pacchi alimentari alle famiglie più indigenti del quartiere.
In passato la struttura è stata anche "casa" per minori stranieri non accompagnati e per minori in affido.
Una vita dedicata all'aiuto e al supporto dei più fragili quella di Miroglio e suo marito, motivo per cui il Comune di Torino, negli anni Novanta, ha affidato loro uno spazio, una concessione pluriennale per i vasti locali di un ex asilo.
Struttura polifunzionale con quattro camere da letto, due sale per l'intrattenimento dei più piccoli e degli ospiti in generale ma che all'occorrenza può essere utilizzata dal quartiere per feste o riunioni, una cucina attrezzata, bagni con docce e un bel giardino all'esterno.
Ampi spazi che necessitano di essere riscaldati adeguatamente e il caro energia rappresenta una minaccia al futuro stesso dell'associazione.
Miroglio, nel mostrare le bollette, non nasconde preoccupazione: "Attualmente ospitiamo un solo nucleo - racconta - perché non vogliamo tenere i bambini al freddo. L'Iren ci ha fatto un preventivo di 8 mila euro al mese per il teleriscaldamento, arrivando fino a 10 mila euro per il servizio tempo-continuato, indispensabile rispetto all'accoglienza che svolgiamo".
Diverse le valutazioni che "Crescere Insieme" sta prendendo in considerazione, ma molte di queste sono insostenibili per le casse della piccola realtà torinese, come ad esempio l'installazione di pannelli fotovoltaici. "Abbiamo provato a fare una raccolta fondi sulle piattaforme ma non abbiamo avuto molti riscontri e non ce la sentiamo di chiedere denaro alle famiglie del quartiere", spiega la presidente.
All'appello di Miroglio si unisce quello di Tatiana Filoni, una ex ospite della struttura, arrivata qui a soli 10 anni e che oggi, nonostante si sia lasciata alle spalle un passato difficile, continua a frequentare la struttura come volontaria. "Siamo una famiglia - dice - se chiudesse sarebbe un problema per molte persone in difficoltà perché non saprebbero più dove andare".
"L'aumento per noi è insostenibile - aggiunge ancora la presidente -: siamo passati dallo scorso anno, quando pagavamo 1.500 euro al mese, che per noi era già una cifra pesante, ad aprile con una fattura di 3.400 euro. Non siamo mai stati mal pagatori ma di fronte a questo preventivo siamo in seria difficoltà".
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