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Lavazza tra i mecenati del Museo d'Orsay, acquisito il capolavoro di Ginotti

VENDITALIA 2022

Lavazza

Lavazza rinnova il suo impegno nel mondo dell'arte e, dopo le collaborazioni con il Guggenheim di New York, la Fondazione Musei Civici di Venezia e la Triennale di Milano, per citarne alcune, entra a far parte della comunità dei mecenati del d'Orsay. Con il museo parigino, luogo iconico della cultura francese, il Gruppo che ogni anno produce trenta miliardi di tazzine di caffè ha acquisito La Petroleuse Vaincue. Il capolavoro di Giacomo Ginotti, un busto bronzeo del 1887 raffigurante una donna ispirata ai parigini che incendiarono numerosi edifici della capitale durante la Comune del 1871, completa le collezioni del museo, simbolo parigino per eccellenza.

"Il sostegno al mondo dell'arte è da sempre nel nostro dna - sottolinea Francesca Lavazza, member dell'omonimo Gruppo -. È dunque stato naturale per noi dare vita a questa partnership in un Paese, la Francia, strategico per l'azienda, che vi opera dal 1982".

La collaborazione rafforza lo storico legame tra il museo parigino - che deve la sua architettura all'italiana Gae Aulenti e ha nei visitatori italiani un pubblico importante - e l'Italia e tra quest'ultima e la Francia.

"Fin dalla sua creazione, il d'Orsay è unito all'Italia da un legame indissolubile, che intendiamo portare avanti con una ricca programmazione che celebri gli artisti italiani e il loro talento - rivela Christophe Leribault, presidente dell'Établissement Public des Musées d'Orsay et de l'Orangerie -. Grazie al sostegno del Gruppo Lavazza, le nostre collezioni si arricchiscono oggi di un'importante opera del panorama artistico italiano del XIX secolo, che esalta il ruolo delle donne nella Comune di Parigi e rende un vibrante omaggio a Jean-Baptiste Carpeaux", il celebre scultore di 'Perché nascere schiavo' che ha ispirato Ginotti.

Presentata per la prima volta in marmo all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano, nel 1881, La Petroleuse Vaincue è stata realizzata da Giacomo Ginotti nel 1887 e fusa dalla fonderia Mazzola di Torino, dove Lavazza è nata 125 anni fa e dove ha tuttora sede il suo head quarter. Probabilmente la più straordinaria dell'artista, l'opera completa le collezioni nazionali francesi e restituisce allo scultore italiano, come pure al movimento del verismo sociale da lui rappresentato, il riconoscimento che meritano nella storia dell'arte della seconda metà del Diciannovesimo secolo. 

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