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24 Marzo 2021 - 14:25
Operai stradale (foto d'archivio)
Un confronto con il mondo accademico e il Politecnico di Torino per incrementare le condizioni di sicurezza di chi lavora sulle strade provinciali, riorganizzazione della filiera del lavoro e in prospettiva il ricorso all’internet delle cose per migliorare la sicurezza stradale, una campagna di comunicazione, una maggiore integrazione con la polizia metropolitana. Sono alcune delle proposte emerse oggi nell’incontro fra i Consiglieri delegati, i capigruppo e le organizzazioni sindacali della Città metropolitana di Torino. Al centro del dibattito, non solo le questioni sulla sicurezza degli operatori stradali, tema ineludibile dopo l’incidente mortale avvenuto ai due colleghi cantonieri ai primi di marzo, ma più in generale la sofferenza dell’Ente legata ai fabbisogni di personale e investimenti in servizi strategici come la Viabilità e l’Ambiente.
Filippo Dani, direttore della Città metropolitana, ha illustrato il quadro della situazione. Le difficoltà riguardo ai fabbisogni di personale sono comuni a molti enti pubblici, sia per il blocco dei concorsi legato alle limitazioni imposte dalla pandemia, ma anche perché la crisi economica scatenata dal Covid-19 ha comportato entrate minori, mettendo a rischio gli equilibri di bilancio. Ciononostante, la Città metropolitana sta portando avanti le assunzioni previste dal Piano dei fabbisogni, sia per quanto riguarda i cantonieri e i responsabili dei Circondari della Viabilità che per il Dipartimento Ambiente.
Sul tema della sicurezza stradale, Dani ha spiegato che la normativa prevede, anche in caso di un incidente causato dall’irresponsabilità di un utente della strada, la revisione del Documento sulla revisione dei rischi (Dvr), ma che l’obiettivo della Città metropolitana guarda a un Piano della sicurezza più ampio e di lungo periodo, per il quale l’amministrazione ha già preso contatti con il mondo accademico, in particolare con il Politecnico di Torino, per avviare un confronto sulle modalità operative, l’articolazione della struttura organizzativa, la formazione dei lavoratori e in prospettiva anche l’uso delle nuove tecnologie nella prevenzione degli incidenti.
“Pensiamo anche” ha aggiunto il vicesindaco Marco Marocco “al coinvolgimento della polizia metropolitana e a una campagna di comunicazione mirata alla tutela dei lavoratori della strada. Il percorso intrapreso vuole mettere in campo iniziative che vadano al di là dei problemi della pianta organica o della semplice revisione del Dvr, per questo puntiamo al coinvolgimento e alla condivisione con tutte le articolazioni dell’Ente, da quelle politiche al personale alle organizzazioni sindacali”.
Fabio Bianco, consigliere delegato alla Viabilità, ha sottolineato che rispetto alle “risorse zero” con cui la Città metropolitana ha dovuto fare i conti al suo debutto, in questi ultimi tre anni sono stati investiti oltre due milioni di euro per il rinnovo del parco mezzi, le case cantoniere e gli strumenti e che ora, in tema di sicurezza, l’obiettivo è andare oltre alle prescrizioni di legge.
Il problema del fabbisogno del personale riguarda un po’ tutti i settori della Città metropolitana, ma è particolarmente acuto anche al Dipartimento dell’Ambiente, impegnato con molti servizi in attività non solo di gestione del territorio ma anche di controllo e autorizzative. “Avevamo già portato all’attenzione del Consiglio, con una delibera poi votata all’unanimità, le necessità di personale di Viabilità, Ambiente e Cesedi” ricorda la consigliera delegata Barbara Azzarà. “Anche in questo caso serve una visione strategica di lungo periodo che non si limiti al fabbisogno di personale. La Città metropolitana di Torino è riconosciuta, anche a livello nazionale, per la sua capacità innovativa di confrontarsi con il territorio sul tema della transizione ecologica, non deve perdere questo primato e va considerato come un settore di primo piano nelle attività dell’ente”.
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