Fra gli effetti collaterali della paura da coronavirus c'è un calo delle donazioni di sangue, un trend negativo che se confermato nei prossimi giorni potrebbe mettere a rischio le terapie dei 1800 pazienti al giorno che hanno bisogno di una trasfusione. L'allarme viene dal Centro Nazionale Sangue e dalle associazioni di volontariato, e fa eco a quelli già lanciati in altri paesi come Usa e Giappone. Negli ultimi giorni, si legge nella nota congiunta, la bacheca Sistra, che monitora la compensazione tra regioni, ha registrato un forte calo nelle eccedenze, praticamente azzerate, un segno che anche dove storicamente si raccoglie di più ci sono delle difficoltà, e si cominciano a vedere le prime richieste da parte di alcune regioni, a partire dal Lazio. "I segnali sono di un calo generalizzato, che al momento il sistema sta assorbendo anche per la verosimile riduzione di alcune attività chirurgiche in elezione - spiega Giancarlo Maria Liumbruno, direttore generale del Cns -. Non possiamo però aspettare, anche perché l'autosufficienza delle regioni che sono normalmente compensate da quelle con maggiori capacità di raccolta del sangue, senza il loro supporto rischia di andare in sofferenza". Anche dai punti di raccolta associativi, sottolinea Gianpietro Briola, portavoce del Civis, il coordinamento delle associazioni di donatori, arrivano segnalazioni di una riduzione della raccolta. "Le donazioni possono essere fatte in sicurezza, seguendo le precauzioni valide per la popolazione generale per evitare il contagio. Il consiglio è di contattare prima il centro trasfusionale o la associazione di riferimento per prenotare la donazione, in modo da evitare possibili assembramenti, ma ricordo che le associazioni sono impegnate anche a garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all'applicazione delle indicazioni fornite dal Ministero della salute per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti". Il problema sembra comune ad altri paesi colpiti dall'epidemia. In Giappone la Croce Rossa ha lanciato un appello a donare dopo che dallo scorso 16 febbraio il paese non riesce a raggiungere l'obiettivo delle 13mila donazioni al giorno necessarie a garantire il fabbisogno. Lo stesso messaggio è stato lanciato negli Usa dalla Aabb, una associazione no profit di medici trasfusionisti, secondo cui pur essendoci ancora relativamente pochi casi le donazioni sono già calate.
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