Quella donna non gli "piaceva" e gli pareva "strana". L'aveva conosciuta da meno di un mese su un sito e, dopo tre o quattro appuntamenti, aveva deciso di interrompere. Lei invece non si rassegnava. Aveva cominciato a perseguitarlo con messaggi, anche pesanti, sul telefono o via social, a pedinarlo, a cercare i suoi amici per avere sue notizie fino ad architettare il folle piano: sfigurarlo con l'acido. E' una brutta storia quella in cui è rimasto vittima un 28enne originario di Pavullo nel Frignano, nel Modenese, che lavora in uno dei bar di piazza Gae Aulenti, zona chic di Milano con nuovi grattacieli e non molto distante dal Bosco Verticale. Ieri a metà mattina, mentre si stava recando al lavoro, in cima allo scalone che conduce proprio in quella piazza ritenuta tra le più belle al mondo, lei, Tamara Masia, 43 anni, di Vercelli fermata la scorsa notte su disposizione del pm Alessa Menegazzo e dell'aggiunto Letizia Mannella, lo stava aspettando. Nonostante gli occhiali scuri, il cappuccio di una felpa sulla testa e giaccone nero, lui - che per altro l'aveva appena denunciata - l'ha riconosciuta e, come testimoniano gli spezzoni dei filmati delle telecamere, è fuggito verso un negozio che vende orologi. Lei lo ha inseguito, lo ha chiamato e, non appena lui si è voltato, gli ha spruzzato prima lo spray al peperoncino in faccia e poi gli ha rovesciato in testa dell'acido contenuto in una bottiglia che assieme a un coltello da cucina (sono stati ritrovati) nascondeva sotto l'ampia giacca scura. "Mi sono sentito bruciare tutto il volto - ha detto il 28enne agli investigatori - e ho sentito scendere una sostanza liquida sul collo". Fortunatamente, per istinto, si è protetto il viso con le mani riuscendo così a 'salvare' gli occhi anche se è finito in ospedale, da dove è già stato dimesso, con gravi ustioni a una guancia, al collo, alla spalla e alla mano sinistra. Dopo di che sono partite le indagini serrate dei carabinieri della Compagnia Duomo di Milano con il supporto dei colleghi di Acqui Terme (Alessandria) per via di un paio di querele per stalking sporte nel 2018 nei confronti della donna da un altro uomo conosciuto via internet e dai suoi familiari. Verso sera Tamara Masia è stata rintracciata. Bloccata a Genova mentre stava per prelevare denaro da un Postamat, evidentemente per garantirsi la fuga, ha chiesto come stesse il barista senza però mostrare alcun pentimento. Ora è in cella in attesa dell'interrogatorio del gip, fissato per martedì prossimo, al quale spetterà decidere sulla richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere che in queste ore il pm genovese Patrizia Petruziello sta scrivendo sulla base del provvedimento delle colleghe milanesi. Alla 43enne, senza lavoro e che in questi giorni si è mossa dormendo anche in strutture della Caritas, oltre a stalking e lesioni gravi, i pubblici ministeri Menegazzo e Mannella le hanno contestato - forse è il primo caso in Italia - il reato previsto con l'entrata in vigore del 'Codice Rosso' e cioè "la deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso". In aggiunta c'è anche la premeditazione in quanto, risulta dalle indagini, la donna stava cercando di 'colpire' da due giorni. L'altro ieri, infatti, è stata notata davanti al palazzo dove abita il giovane uomo alla periferia est della città: mentre lui era fuori i vicini l'hanno vista aspettare con una bottiglia in mano e hanno dato l'allarme Quando però sono arrivate le forze dell'ordine lei si era già dileguata. Per rifarsi viva ieri e mettere in atto il suo folle piano.
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