Cerca

REGGIO EMILIA. Affidi: indagato denuncia politici a Corte Europea

REGGIO EMILIA. Affidi: indagato denuncia politici a Corte Europea

MATTEO SALVINI SEGRETARIO FEDERALE LEGA

L'inchiesta 'Angeli e Demoni' sugli affidi illeciti potrebbe arrivare alla Corte Europea dei diritti dell'uomo. Francesco Monopoli, assistente sociale indagato e agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Reggio Emilia - di cui è ritenuto una delle figura chiave ha infatti denunciato diversi politici italiani di ogni schieramento, tra parlamentari ed ex ministri per non aver rispettato, a suo dire, il principio d'innocenza. Lo riferisce il Resto del Carlino: si parte dal leader della Lega, Matteo Salvini e dalla senatrice e candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Lucia Borgonzoni fino alla vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni (M5s), al Guardasigilli Alfonso Bonafede, per arrivare al capo politico 5 Stelle Luigi Di Maio. Poi l'ex ministro della famiglia, Alessandra Locatelli del Carroccio e la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. E poi ancora Carlo Giovanardi (ex Pdl), la deputata Fi, Benedetta Fiorini e il consigliere regionale Gabriele Delmonte (Lega). Tutti sarebbero colpevoli, secondo Monopoli, di non aver rispettato il principio di innocenza, come spiega al Carlino l'avvocato difensore dell'indagato, Nicola Canestrini: "Dal 27 giugno, giorno in cui sono scattate le misure cautelari, numerosi politici hanno lasciato intendere che gli indiziati andassero considerati colpevoli". Allegato all'esposto presentato alla Corte Europea il legale ha consegnato un report con numerosi post su Facebook e dichiarazioni pubbliche fatte dai politici. Le reazioni dei politici citati non si sono fatte attendere. "Mi ha denunciata per un post su Facebook in cui avevo scritto: 'Che voi siate maledetti. Chi maltratta un bambino o usa violenza, in carcere a vita e buttare la chiave' - dice Maria Edera Spadoni - Dunque vengo denunciata per aver scritto questo? Questo fatto ha davvero dell'incredibile e a casa mia si chiama intimidazione". Anche Lucia Borgonzoni ha replicato: "Non ci facciamo intimidire e continueremo la nostra battaglia per la tutela di bambine, bambini e famiglie, per la trasparenza e per riformare un sistema che chiaramente, così com'è non va".(
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori