C'é voluto del tempo per metterla in moto, ma ora la macchina del congresso Pd potrebbe accelerare. Sabato l'assemblea nazionale dem a Roma discuterà di un restringimento dei tempi per eleggere il nuovo segretario, vista la situazione politica e le elezioni europee a maggio 2019 (ma anche le regionali in Abruzzo, Basilicata e Sardegna tra febbraio e marzo). Con queste scadenze le primarie il 3 marzo, come ipotizzato, potrebbero arrivare tardi, lasciando poche settimane al neo leader per comporre le liste in vista del voto per Strasburgo. Sempre che intanto non cada il governo e il Pd si trovi a dover prendere decisioni rapide. Il sasso lo ha lanciato ieri Pierluigi Castagnetti, già segretario del Partito popolare e parlamentare di lungo corso, anche di Margherita e Pd. "Prima, molto prima il congresso Pd - il tweet -. Caro Martina, conosco i tempi tecnici necessari, ma il Pd non può stare 3 mesi e mezzo con un segretario dimissionario. La situazione è eccezionale e anche le procedure debbono esserlo. Sabato decidete, derogate, fate ciò che serve". Il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio condivide: "Molto interessante e da discutere la proposta", dichiara a stretto giro. D'accordo anche Areadem, la corrente di Dario Franceschini e Piero Fassino, che appoggia Nicola Zingaretti come candidato alla guida del Pd. Dall'entourage del governatore si apre all'ipotesi, rimandando tutto a Maurizio Martina. Il segretario uscente auspica un "congresso aperto" che si concluda tra fine febbraio e inizio marzo". "Ma non basta per uscire dalle secche", avverte. Martina non ha deciso se candidarsi, "ma entro domenica saprete tutto", assicura. Sul congresso l'altro sponsor di Zingaretti, Paolo Gentiloni, pensa si sia già atteso troppo. Dal fronte renziano, sospettato da sempre di voler rimandare, il vicepresidente della Camera Ettore Rosato é cauto: "Ne discuteremo sabato nell'interesse del Pd". Renzi fa sapere di essere indifferente: da tempo si presenta lontano da questo tipo di dibattito e domani presenterà a Firenze con Marco Minniti il libro di quest'ultimo. Sperando magari che l'ex ministro dell'Interno sciolga la riserva sulla sua candidatura. Sempre domani, ma a Torino, i Comitati di azione civile lanciati da Renzi alla Leopolda si riuniranno per la prima volta (quelli piemontesi) con il coordinatore Ivan Scalfarotto. Probabile una presenza dello schieramento 'Si Tav' sceso in piazza lo scorso week end. Contrario invece al "congresso lampo" Francesco Boccia. "Ce ne vuole uno vero anche duro nei toni e nelle scelte da fare - dice il deputato Pd e candidato -, senza ipocrisie e fatto in tempi adeguati per ascoltarsi e per farsi ascoltare dagli elettori che ci hanno voltato le spalle". Scettico anche Dario Corallo, 31/enne sfidante da sinistra: "Se accelerare vuol dire contrarre la campagna congressuale é un modo per tutelare i soliti e rendere il Pd non scalabile". "Dobbiamo passare dai nostri riti, mentre gli altri parleranno di contenuti", dice il sindaco di Milano Beppe Sala. Ma i motivi per darsi in fretta un segretario li sintetizza Gentiloni: "Con questi numeri ballerini della maggioranza al Senato, meglio tenersi pronti...".
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