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CITTA' DEL VATICANO. Ricerca Sindone: autore replica a critiche, studio accurato

CITTA' DEL VATICANO. Ricerca Sindone: autore replica a critiche, studio accurato
"La tecnica non è innovativa: è nuovo il fatto che la si sia applicata sulla Sindone". Matteo Borrini, professore associato di antropologia forense alla Liverpool John Moores University, replica ad alcune critiche alla ricerca sulla Sindone comparse sui media vaticani. Con il suo collega Luigi Garlaschelli, membro del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, ha reso pubblico uno studio con il quale è arrivato alla conclusione che la totalità delle macchie di sangue presenti sulla Sindone non sarebbe compatibile con la posizione dell'uomo della croce. La tecnica applicata alla Sindone è stata quella usata dal Ris di Parma. "E' usata da decenni nel mondo investigativo", spiega Borrini a Radio Vaticana Italia. Secondo, l'applicazione alla Sindone, Borrini sintetizza: "Abbiamo riprodotto il sanguinamento di un uomo posto su una croce notando come una persona in quella postura sanguini in modo diverso a seconda della posizione delle sue braccia". Quanto alla grande macchia di sangue che proviene dal costato, "è risultato che in realtà il sangue fluisce in direzioni non più compatibili né con la crocifissione né con la deposizione nel sepolcro, non fluisce dove dovrebbe fluire. E' da considerare irrealistico". La sindonologa Emanuela Marinelli, parlando a Vatican News, aveva sottolineato che la ricerca fosse poco scientifica. Borrini replica: "Rispetto la competenza della Marinelli sulla Sindone ma non ha gli studi necessari per giudicare questo lavoro, non è un esperta forense. L'uso del manichino è previsto da questa tecnica essendo vietato l'uso dei cadaveri". Borrini replica anche ad altre critiche: "Se sono in grado di dimostrare il contrario", "lo facciano. Altrimenti è solo teoria".
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