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ROMA. Altre 4 regioni avviano iter per maggiore autonomia

ROMA. Altre 4 regioni avviano iter per maggiore autonomia
Era nell'aria, ma comunque ha destato una certa sorpresa la decisione di altre quattro regioni di inserirsi, a ridosso del gruppo capofila, tra coloro che alla fine hanno optato per una regionalismo differenziato. Si tratta in questo caso di Piemonte, Marche, Umbria e Toscana, che giovedì prossimo, 26 luglio, si siederanno intorno a un tavolo con la ministra per gli Affari Regionali Erika Stefani per parlare delle possibilità messe a disposizione dall'applicazione del terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione. Secondo gli addetti ai lavori salta agli occhi la presenza in un solo colpo di tanti territori appartenenti al Centro Italia, a cui a breve peraltro è possibile possano accodarsi una o due altre regioni, questa volta del Sud. Non è un caso allora se la titolare per gli Affari regionali, la veneta (nonché leghista) Erika Stefani esprima soddisfazione da tutti i pori. "La richiesta di incontro dei presidenti delle Regioni Piemonte, Marche, Umbria e Toscana mi rende particolarmente felice - ha spiegato oggi al Ministero di via della Stamperia - perché la questione dell'autonomia da alcuni forse era stata letta come una questione riguardante solo alcuni territori, anzi da alcuni marchiata in qualche modo come egoismo territoriale. Invece la richiesta di un regionalismo differenziato sta diventando quasi contagiosa, e lo dico in senso positivo, si sta comprendendo cioè che il sistema delle autonomie potrebbe rivisitare il rapporto tra Stato e Regioni". A giudizio della ministra l'adesione numerosa al regionalismo differenziato (o rafforzato, definizione più cara al vecchio esecutivo), "è veramente interessante perché le richieste provengono anche da regioni nelle quali sono stati presenti sentimenti particolari, come quelli che ci sono stati per esempio nello stesso Veneto, dove ci sono state addirittura anche istanze indipendentiste. Si tratta di regioni, come l'Umbria e le Marche, allo stesso modo della Toscana, il Piemonte e la Liguria, che si sono unite a questo percorso che era già iniziato con le pre-intese da parte di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna. Credo veramente - ha aggiunto - che questa possa essere un'occasione per ripensare il rapporto tra lo Stato e le Regioni, che non sono soltanto dei confini territoriali tracciati su una carta ma una potenzialità enorme per l'Italia stessa. Proprio la differenziazione tra regioni, le caratteristiche di ogni singola regione, rappresentano un unicum. E la diversità in questo caso - ha sottolineato da ultimo - arricchisce, arricchendo anche il significato stesso dello Stato". L'iter scelto dalle 4 regioni new entry sarà molto probabilmente quello utilizzato dall'Emilia Romagna, vale a dire una decisione presa a maggioranza dalla giunta del governo regionale. Dunque, giornata convulsa quella di giovedì prossimo per il Ministero della Stefani. In quella stessa data tornerà a farsi vedere il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il quale ha spiegato che parlerà con la ministra per "concordare i dettagli dell'accordo"
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