Paolo Ligresti fa il bis. Oggi infatti il figlio del costruttore siciliano Salvatore scomparso di recente e i suoi coimputati hanno incassato una nuova assoluzione nel processo milanese di secondo grado per falso in bilancio e aggiotaggio nell'ambito di un filone dell'inchiesta su presunti illeciti nella passata gestione di Fonsai. A deciderlo è stata la seconda Corte d'Appello, presieduta da Guido Piffer, che oltre a Ligresti jr, ai tempi consigliere nel Cda del gruppo assicurativo, ha assolto anche l'ex attuario di Fonsai Fulvio Gismondi e l'ex dirigente Pier Giorgio Bedogni. I giudici che hanno accolto la richiesta del sostituto pg Celestina Gravina, hanno pure condannato alla rifusione delle spese di giudizio le Consob e alcune migliaia di risparmiatori che si sono costituiti parte civile. Tra 90 giorni saranno depositate le motivazioni. "Sono soddisfatto, giustizia è fatta" ha commentato Paolo Ligresti. Il quale dopo la lettura del dispositivo ha stretto la mano al pg e ha abbracciato il suo difensore, Davide Sangiorgio aggiungendo: "Ringrazio tutti, il mio legale e i giudici". "La più grande soddisfazione - ha affermato Sangiorgio - è che è stata ribadita per insussistenza dei fatti. Spero sia stata messa la parola fine a questa vicenda amara che era aperta con delle misure di custodia cautelare tra cui quella per Paolo Ligresti e i suoi familiari". "Grande soddisfazione" ha espresso anche Ambra Giovene, che difende Gismondi, "per aver ottenuto un risultato che ha confermato l'assoluzione dopo una vicenda giudiziaria che ha avuto effetti devastanti sulla vita di un professionista di quella caratura come è il mio assistito". Il procedimento milanese è una costola di quello avviato a Torino (che in primo grado si è concluso con varie condanne) per cui Paolo Ligresti, nell'estate 2013, era stato uno dei destinatari assieme tra gli altri, al padre e alle sorelle Jonella e Giulia, di una ordinanza di custodia cautelare in carcere mai eseguita in quanto cittadino svizzero. Nel 2015, però, decise di rientrare in Italia per costituirsi e per affrontare il processo in abbreviato che si chiuse con la sua assoluzione, e quella dei suoi coimputati, e la revoca degli arresti domiciliari. La sentenza venne impugnata dall'allora sostituto pg, poi andato in pensione, Carmen Manfredda, e dai moltissimi investitori. Secondo le indagini, avviate nel 2012 dai pm torinesi, gli ex amministratori avrebbero falsificato il bilancio del 2010 nella parte che riguarda la riserva sinistri, sottostimandola per 600 milioni, e causando un danno complessivo agli azionisti, indotti all'aumento di capitale, di circa 250 milioni di euro.
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