Qualcuno è arrivato dalle vacanze in Sardegna, altri addirittura dall'Inghilterra. In molti direttamente da Genova, dove due giorni fa hanno partecipato alla preselezione per un concorso simile, sempre per un posto da infermiere. Un sogno che però si è infranto, per l'ennesima volta, davanti al cartello affisso davanti alla sala dell'hotel di Roma che avrebbe dovuto ospitare lo scritto: "La prova è sospesa". Prima la delusione, poi la rabbia e la protesta, con oltre mille ragazzi che hanno deciso di scendere in strada e bloccare l'Aurelia, una delle principali arterie della Capitale. "Noi il posto lo vogliamo, con le siringhe in mano", hanno scandito tutti in coro prima di lasciare - solo ore dopo - il presidio di protesta. E' la disavventura che hanno dovuto affrontare oggi 1.750 aspiranti infermieri, costretti a tornare a casa ad appena due ore dall'inizio della prova scritta del concorso per 40 posti indetto dal Policlinico Umberto I. Un deja-vù di quanto accaduto ad aprile, quando - a due giorni dalla prevista prova scritta - una comunicazione ufficiale informò il plotone di candidati che il concorso era rimandato. La causa è sempre la stessa, cioè un ricorso alla giustizia amministrativa. Oggi, infatti, proprio prima dell'apertura delle porte per la prova scritta - rimandata ad aprile per un ricorso al Tar di alcuni candidati esclusi nella preselezione - è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che ha sospeso la decisione di primo grado rimandando il fascicolo al Tar per "un approfondito esame ulteriore". I magistrati hanno anche disposto che la data di svolgimento della prova scritta sia successiva a quella della Camera di Consiglio, fissata al 27 luglio. "E' una situazione paradossale, siamo arrabbiati ed indignati - racconta Giulia -. Abbiamo perso tempo e soldi. Ci sono ragazzi che arrivavano da ogni parte d'Italia, dalla Toscana, dalla Sicilia, dal Piemonte. Sono arrivati con gli autobus ed avevano anche hotel prenotati. In molti, poi, hanno dovuto pagare il biglietto aereo ed ora sono costretti a tornare a casa con un nulla di fatto ed una giornata buttata all'aria". Sulla vicenda ha tuonato anche l'Ipasvi, la Federazione degli infermieri. "Siamo sconcertati - ha detto la presidente romana Ausilia Pulimeno -. Dopo un'attesa durata anni, il ripetersi di questi rinvii ha il sapore della beffa".
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