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10 Marzo 2017 - 15:36
"Trattiamo tutti. Oggi siamo chiamati a prendere in carico tutti coloro che hanno bisogno". Lo ha affermato il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Mario Melazzini che, a Uno Mattina, ha sottolineato che in base ai nuovi 11 criteri di trattamento per i pazienti con epatite C, pubblicati dall'Agenzia, tutti i pazienti potranno accedere ai nuovi farmaci. I criteri di inclusione pubblicati sul sito Aifa e comunicati, ha spiegato, "sono stati costruiti insieme alle società scientifiche e confrontati con le associazioni dei pazienti. Trattiamo tutti.
Non ci sono più i criteri di rimborsabilità. Credo - ha rilevato - sia una risposta anche ai viaggi all'estero. Il cittadino adesso sa con certezza che, secondo le indicazioni dello specialista curante, riceverà il trattamento. Questo è molto importante. Sapere di essere preso in carico per il paziente e' fondamentale". Il piano di eradicazione, ha aggiunto, "riguarda tutti i pazienti. Lo ha voluto il ministro Lorenzin, che col governo ha messo in bilancio 500 mln di euro l'anno per 3 anni.
Questo ci consente di trattare 80.000 pazienti l'anno".
I costi "inferiori per il farmaco - ha spiegato il direttore generale Aifa - sono determinati dalla concorrenza. Ci sono più molecole, più industrie a produrle.
Oggi negoziamo ponendo alle aziende alcune condizioni precise: prezzo etico, responsabilità sociale. Noi rispondiamo alla legge e la legge ci dice che dobbiamo fornire i farmaci essenziali a tutti". Le aziende, ha quindi rimarcato, "in casi come l'epatite C, che in Italia riguarda centinaia di migliaia di persone, devono rendersi conto che trattano insieme a noi la soluzione di un problema di salute pubblica".
Per Melazzini, ora "la sfida futura e' non arrivare impreparati all'ingresso sul mercato dei potenziali nuovi farmaci, efficaci e fondamentali per curare i nostri pazienti.
Dobbiamo trovare il metodo - ha detto - per fornirli a tutti coloro che ne hanno bisogno". E' questa "la sfida della sostenibilità. Che senso avrebbe avere a disposizione un farmaco se non possiamo fornirlo ai cittadini? Questa è la partita che siamo chiamati a giocare. E - ha concluso - dobbiamo farlo tutti insieme: politica, scienza, industria. Siamo tutti chiamati in gara dal senso di responsabilità".
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