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02 Febbraio 2017 - 17:14
rifiuti
L'affare dei rifiuti illeciti scoperto dai carabinieri ruotava intorno ai prezzi delle bonifiche e degli smaltimenti dei rifiuti speciali prodotti dai lavori delle asfaltature che venivano fatti pagare ai committenti anche se non eseguiti. Un giro di soldi elevato e continuo grazie alla rete instaurata fra i dieci titolari delle ditte edili di Genova e Alessandria indagati dalla direzione distrettuale antimafia di Genova.
L'illecito classico era il riuso del bitume scarnificato dalle strade prima delle riasfaltature: invece di essere trattato e riutilizzato o inviato allo smaltimento come rifiuto speciale con adeguato trattamento, veniva subito riutilizzato.
Adoperato, se possibile, nello stesso cantiere stradale, o se i tempi dei lavori non lo permettevano, "venduto" con accordi privati ad una ditta di un imprenditore compiacente che lo rimpiegava facendolo passare per materiale trattato o nuovo.
Molteplici gli illeciti commessi: uno puramente economico in danno del committente che pagava per trattamenti e lavori mai eseguiti o eseguiti senza seguire i capitolati. I lavori compiuti con qualità scadente avrebbero potuto diventare soggette a frane. I danneggiati, riferiscono gli inquirenti, sono tutti cittadini privati e nell'inchiesta non figurano grandi opere o cantieri di enti pubblici. Altri illeciti realizzati dagli indagati sono in danno dell'ambiente: gli imprenditori utilizzando bitume non trattato inquinavano il terreno e le falde acquifere.
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