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02 Febbraio 2017 - 14:51
Debora Serracchiani
"Il rinvio chiesto e ottenuto dal presidente Bonaccini è una saggia soluzione: meglio riflettere ancora e meglio prima di abbattere i lupi". Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, commentando l'iniziativa del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e l'accoglimento da parte del ministro Galletti della richiesta di rinvio del provvedimento di abbattimento dei lupi.
"Non passano certo sotto silenzio le ragioni degli allevatori né il complesso di provvedimenti per l'agricoltura - ha aggiunto Serracchiani - ma bisogna anche tenere nel debito conto l'evoluzione della nostra sensibilità ambientale. Per decenni noi e i nostri figli siamo cresciuti nel timore che un animale nobile come il lupo sparisse definitivamente dall'Italia, e ora non è banale cominciare a ripensarlo come a un pericoloso invasore".
"In ogni caso sono sicura che il rinvio sarà utile a perfezionare una soluzione - ha concluso - capace di tutelare con equilibrio l'economia dei territori e la difesa dell'ambiente e del lupo".
L'associazione delle Guide Ambientali Escursionistiche Italiane (Aigae) ritiene che "sia da contrastare" l'ipotesi "di abbattere individui di alcune popolazioni locali di lupo, giustificata dalla ricerca di un 'equilibrio' tra la specie selvatica e l'attività umana".
"E' vero che la ricolonizzazione di aree rurali da parte del lupo può costituire un problema per gli allevatori e i cacciatori - spiega il presidente nazionale dell'Aigae, Stefano Spinetti - ma l'Aigae è comunque fortemente contraria alla concessione di deroghe alle norme che proteggono la specie per la sua conservazione di lungo periodo. Sebbene la popolazione nazionale del lupo possa essere in rapida ripresa, non esistono ancora dati scientificamente robusti sulla distribuzione ed abbondanza del carnivoro in Italia che attestino il raggiungimento di una sua condizione sicuramente favorevole nel lungo periodo".
Spinetti, richiamando alcuni studi scientifici, osserva che "uccidere degli esemplari può comportare per i sopravvissuti, oltre alla destrutturazione del branco a cui appartengono, anche la perdita della capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, specie il cinghiale, con conseguente rischio di aumento degli attacchi alla fauna domestica".
Aigae promuove invece "la coesistenza tra uomo e lupo con i metodi ampiamente sperimentati, efficaci e che escludono l'uccisione, come la sorveglianza del pascolo, la presenza di buoni cani da guardia di razza pastore abruzzese-maremmano, le recinzioni fisse e mobili elettrificate". Molto importanti, conclude Spinetti, sono anche "il miglioramento della gestione dell'indennizzo del danno, la lotta al randagismo e vagantismo canino".
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