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11 Novembre 2016 - 15:30
stato e mafia
In Italia sono oltre 23.500 gli immobili confiscati alle mafie, concentrati soprattutto in sei regioni, ma non si sa quanti di questi siano utilizzati (si stima poche centinaia), nonostante i 21 milioni di euro destinati a sistemi informativi per lo scambio di dati e informazioni sui beni. Di questi beni, oltre 3.500 sono le imprese confiscate, ma sono meno di 10 quelle date in gestione a cooperative di dipendenti e pochissime, dopo il sequestro e la confisca, hanno ripreso l'attività.
Da questo scenario nasce una proposta, supportata da due studi, per superare le problematicità attuali che prevede, tra l'altro, la costituzione di un unico Ente per la gestione dell'intero sistema. La proposta è nata da un gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione "Con il Sud" e costituito da Forum del Terzo Settore, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariparo, Fondazione Sicilia, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Questa mattina a Roma è stata presentata la terza edizione del bando "Beni Confiscati" promosso dalla Fondazione Con il Sud in collaborazione con la Fondazione Peppino Vismara e rivolto alle organizzazioni non profit di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. L'obiettivo è sostenere "progetti esemplari" per l'avvio di nuove attività di economia sociale o per il rafforzamento di iniziative economiche esistenti su beni confiscati alla criminalità organizzata.
Il bando mette a disposizione complessivamente 7 milioni di euro ed è aperto a partnership composte da tre o più soggetti, almeno due dei quali appartenenti al mondo del terzo settore e del volontariato. Nei progetti potranno essere coinvolti il mondo economico e a particolari condizioni anche le imprese, quello delle istituzioni, delle università e della ricerca. I partenariati dovranno dimostrare l'effettiva disponibilità del bene confiscato per almeno 10 anni. Il bando, pubblicato sul sito www.fondazioneconilsud.it, scade il 15 febbraio 2017.
"La Fondazione Peppino Vismara - ha spiegato il presidente Paolo Morerio - ha deciso di cofinanziare il bando per l'alto valore simbolico che rappresenta e per l'importante valore educativo: riportare nella legalità beni e strutture rimettendole a disposizione della comunità con progetti sostenibili". "Il tema dei beni confiscati rischia di essere un'arma a doppio taglio se non si interviene con convinzione e soprattutto con efficacia - ha commentato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud - la situazione è drammatica, con migliaia di beni di fatto sconosciuti e abbandonati, mentre quelli assegnati non hanno spesso le risorse necessarie per sostenere le attività di valorizzazione. In questo modo il messaggio che si lancia è negativo. Soprattutto al Sud le mafie comunicano con i fatti oltre che con i simboli: il nostro sforzo è quello di fare altrettanto e in positivo, attraverso la forza propulsiva delle comunità locali".
L'obiettivo del progetto è far si' che la destinazione dei beni confiscati a usi sociali e di pubblica utilità riesca a produrre effetti importanti sui territori del Sud: dalla creazione di lavoro e occupazione alla riaffermazione del valore etico e civico derivante dalla riappropriazione da parte delle comunità di ciò che le è stato sottratto con la violenza, dal contrasto al disagio sociale e all'emarginazione al sostegno di minori, famiglie svantaggiate, anziani e tossicodipendenti. I beni confiscati possono infine contribuire all'integrazione della popolazione immigrata, che spesso, in aree a forte infiltrazione mafiosa, è vittima del caporalato delle mafie locali.
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