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02 Settembre 2016 - 11:13
Fuksas
Quella delle case che crollano sotto i tetti di cemento armato "è una vecchia storia che si fa finta di riscoprire ogni volta che da noi c'è un terremoto. Eppure s'era visto già all'Aquila e in tanti altri casi" e "nessuno dice, però, che l'errore viene da lontano. Da una legge sbagliata".
L'architetto Massimiliano Fuksas si dice indignato - in un'intervista a La Stampa - "perché vedo il ripetersi di storie inaccettabili".
"Non ricordo quale legge o regolamento, ma c'è stato un tempo, negli Anni Sessanta e Settanta, in cui il progettista era obbligato a sistemare alla sommità della costruzione un cordolo di cemento armato. Un errore tragico", osserva. E poi: "Li abbiamo visti tutti, i tetti integri su cui i vigili del fuoco camminavano, e sotto c'erano le macerie dell'edificio che avrebbe dovuto sostenere il tetto". Spiega che "il cemento armato si può sostituire con l'acciaio. Il legno deve tornare dove c'era il legno. Ma ovviamente questi interventi hanno un costo".
In Italia, afferma, "questa materia non appassiona nessuno, salvo piangere tutti il giorno dopo un sisma". C'è, dice, "una dose massiccia di ignoranza. Ma se una tragedia come questa deve servire a qualcosa, dovrebbe insegnare agli italiani a guardare con un po' più di attenzione alla propria casa. Non delegate tutto al tecnico". Fuksas il 13 settembre andrà ad Arquata del Tronto, il sindaco gli ha chiesto consiglio: "Spero di dargli qualche idea e qualche conforto. Sarà il mio aiuto ai terremotati".
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