"E' necessario definire con urgenza le questioni ancora aperte in materia di spesa e assunzioni di personale nei Comuni. Il rischio sarebbe altrimenti l'assoluta impossibilità per i Comuni di dare continuità ai servizi ai cittadini: parliamo dell'apertura delle scuole, dell'assistenza, e di tutti quei servizi essenziali che dovrebbero essere cari al Governo, visto l'impegno profuso su questi temi". Lo afferma il vicepresidente dell'Anci Antonio De Caro. Sulla stessa linea il delegato al Personale, Umberto Di Primio: "Ci troviamo - afferma insieme a De Caro - in una congiuntura economica e sociale che richiede invece di potenziare i servizi in settori importanti quali quelli della sicurezza, dell'immigrazione, dell'integrazione sociale, e più in generale impone l'innovazione dell'azione amministrativa. I imiti normativi di carattere finanziario hanno raggiunto un livello di complicazione parossistica, anche in seguito all'intervento di interpretazioni ancor più restrittive, di fatto paralizzanti, da parte della Corte dei Conti". "I Comuni, e paradossalmente chi ha ridotto di più la spesa corrente, si trovano a subire - aggiungono i due delegati Anci - un sostanziale divieto di procedere ad assunzioni a qualsiasi titolo, con un impatto devastante. Sia sui Comuni di minori dimensioni demografiche, impossibilitati già nell'anno 2016 a procedere al turn over di figure professionali necessarie come il ragioniere o il tecnico comunale, sia sulle grandi città, che non potranno neanche far ricorso a forme di lavoro flessibile o di esternalizzazione. Conseguenze ancor più assurde se si pensa che le penalizzazioni maggiori saranno a carico degli enti che negli ultimi anni hanno proceduto ad una riduzione sensibile della spesa corrente". "L'Anci - aggiungono - ha già proposto le soluzioni normative necessarie per risolvere questa situazione , e torna a chiedere al ministro Madia e a tutto Governo di risolvere questi problemi nel decreto legge sugli Enti locali che dovrebbe essere emanato entro breve, così come - concludono - di risolvere la questione della mobilità del personale soprannumerario delle Province, in modo da ripristinare il regime ordinario delle assunzioni nei Comuni".
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