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13 Giugno 2016 - 18:35
Irene va 'a caccia' dei suoni nascosti dell'universo. Valentina vuole combattere le malattie che colpiscono le centrali energetiche delle cellule. Maria Vittoria punta a sviluppare un farmaco contro le abbuffate compulsive. Francesca studia le scimmie per combattere il gioco d'azzardo. Martina punta a distruggere quel killer silenzioso che è il melanoma. Sono loro le cinque ricercatrici under-35 che si sono aggiudicate le borse di studio del programma L'Oreal-Unesco 'Per le donne e la Scienza', giunto alla 14esima edizione.
I premi, da 20.000 euro ciascuno, sono stati consegnati durante una cerimonia all'Università di Milano a cui hanno preso parte il ministro dell'Istruzione, della Ricerca e dell'Università Stefania Giannini, il Presidente emerito della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco Giovanni Puglisi, l'amministratore L'Oreal Italia Cristina Scocchia e il rettore dell'Università di Milano Gianluca Vago.
Tenacia, passione, curiosità e valigia pronta: ecco cosa unisce le ricercatrici premiate, tutte con un'esperienza di studio all'estero nel curriculum. La più giovane è Martina Sanlorenzo, 30 anni, che lavora nel Laboratorio di terapia cellulare sperimentale dell'Università di Torino presso l'Istituto di Candiolo IRCCS: con il suo progetto intende studiare l'interazione tra farmaci a bersaglio molecolare e immunoterapia nel trattamento del melanoma metastatico, uno dei tumori più aggressivi della pelle. C'è poi Irene Di Palma, 31 anni, astrofisica all'Università Sapienza di Roma, che ha vinto la borsa di studio per cercare segnali gravitazionali periodici emessi dalle stelle di neutroni. Maria Vittoria Micioni di Bonaventura, 33 anni, è invece una farmacologa dell'Università di Camerino e sta studiando un nuovo approccio per il trattamento dell'obesità e del binge eating. Francesca Zoratto, 34 anni, è una ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Roma e, attraverso studi su primati e roditori, cercherà di indagare le basi biologiche del gioco d'azzardo patologico. Infine c'è Valentina Emmanuele, ricercatrice 35enne dell'Università di Messina, che intende sviluppare nuovi test per accelerare la diagnosi delle malattie mitocondriali.
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