AGGIORNAMENTI
Cerca
21 Aprile 2016 - 11:21
Valanga (foto d'archivio)
La neve che cede sotto i piedi, all'improvviso, e l'intero pendio che crolla a valle trascinando con sé tutto e tutti. L'ennesima valanga di questi giorni sulle Alpi occidentali ha provocato la morte di due scialpinisti piemontesi, travolti sotto la vetta del Rutor, nell'alta Valgrisenche. L'incidente è avvenuto a 3.400 metri di quota. Le vittime - Franco Giuliano, di 67 anni, residente a Mezzenile (Torino), e Pietro Gilodi, di 59 anni, residente a Cellio (Vercelli) - facevano parte di un gruppo di quattro escursionisti che, approfittando della giornata di sole, avevano deciso di affrontare una delle 'classiche' dello scialpinismo primaverile.
Erano partiti alle 8 da Bonne, frazione di Valgrisenche.
"Stavamo risalendo con i ramponi l'ultimo tratto verso la vetta dopo aver lasciato gli sci. Io ero il primo, la guida Nicola Viotti era l'ultimo. Procedevamo a 10-15 metri di distanza l'uno dall'altro. Ad un certo punto il pendio sopra e sotto di noi si è staccato. Ho iniziato a girare travolto dalla valanga per circa 100 metri. Poi mi sono fermato e ne sono uscito illeso", è il drammatico racconto di Edoardo Bozio, di 32 anni, residente a Coggiola (Biella), che è miracolosamente scampato alla slavina.
L'incidente è avvenuto alle 11.30. "Uscito dalla neve ho subito iniziato le ricerche con l'Arva assieme a Nicola - ha proseguito Bozio - ma non abbiamo trovato nessun segnale. Abbiamo quindi capito che la valanga aveva trascinato i nostri compagni oltre un salto di roccia. Siamo scesi da un canale di neve e abbiamo visto prima il corpo di Pietro e, circa 50 metri più in basso, quello di Franco. In quel momento è arrivato l'elicottero".
Le operazioni di recupero dei corpi sono state condotte dal Soccorso alpino valdostano e dalla guardia di finanza di Entreves, che conduce le indagini e che ha denunciato a piede libero la guida Nicola Viotti, di 41 anni, di Alagna Valsesia, per omicidio colposo. Le due vittime erano molto conosciute nell'ambiente montano piemontese: Franco Giuliano gestiva con il figlio il bivacco sopra i Laghi Verdi, nelle Valli di Lanzo; Pietro Gilodi era istruttore Cai di alpinismo ed era stato gestore di diversi rifugi della Valsesia, tra cui il rifugio Gnifetti e la Capanna Margherita. I corpi sono stati composti nella camera mortuaria di Courmayeur.
Nei giorni scorsi, solo in Valle d'Aosta, ci sono stati altri gravi incidenti in valanga che hanno provocato un decesso e due feriti gravi.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.